CRONACA

Abusi su una minore, la difesa invoca l’innocenza dell’indagato

Discusso innanzi al Tribunale del Riesame il ricorso inoltrato dal cittadino procidano accusato dalla figliastra. Intanto il Gip ha fissato l’incidente probatorio

Venerdì mattina presso il Tribunale di Napoli in funzione di Riesame si è discusso il ricorso presentato dalla difesa del cittadino procidano arrestato con l’accusa di abusi da parte della figliastra minorenne. L’avvocato Antonio Intartaglia, legale di fiducia dell’indagato, inoltrò l’istanza dopo che il Gip aveva confermato la misura cautelare per l’indagato.

L’udienza è stata piuttosto sollecita. La difesa ha puntato innanzitutto a dimostrare l’insussistenza degli indizi, cercando di evidenziare le contraddizioni nell’esposizione delle accuse da parte della giovane, in particolare tra quelle contenute nella denuncia, avvenuta a poche ore dall’ultimo presunto abuso, e ciò che emerse giorni dopo dalle risposte fornite alle domande del pubblico ministero. Il legale ha anche ricordato la debolezza di talune argomentazioni, come quella secondo cui alcuni episodi di abusi si sarebbero verificati mentre la madre e il fratello della ragazza dormivano: cosa praticamente impossibile, secondo la difesa, vista la conformazione del piccolo appartamento, caratterizzato da un solaio molto basso e per giunta con un soppalco raggiungibile tramite i gradini di una breve scala. Un ambiente dunque assai circoscritto, dove sarebbe impossibile gridare e non essere uditi dagli altri soggetti presenti nell’appartamento. In sostanza, secondo la linea difensiva, le circostanze delineate dall’accusa sono estremamente improbabili.  

Si attende ora il responso del Tribunale: la difesa naturalmente auspica un alleviamento della misura, nonostante la pesantissima accusa, costituita dall’ipotesi di   abusi sessuali aggravati dalla minore età della presunta vittima. Intanto il Gip ha fissato l’incidente probatorio per l’inizio di questa settimana: la ragazza verrà nuovamente ascoltata, stavolta alla presenza dell’avvocato dell’indagato. È una vicenda delicata, quella che oltre un mese fa è deflagrata con l’arresto dell’indagato, scuotendo l’isola di Procida. La denuncia della quindicenne, raccolta dai Carabinieri della Stazione di Procida, risale  invece allo scorso novembre. Le forze dell’ordine eseguirono una serie di accertamenti e verifiche, che sfociarono infine nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere. La strategia difensiva sin dai primi momenti dopo l’arresto si è incentrata sul difficile percorso di vita della giovane, nata in Bulgaria e cresciuta dalla nonna, prima di giungere in Italia con la madre, e fare poi ritorno nel Paese d’origine per un paio d’anni, dove avrebbe subìto una violenza, rimanendo incinta: una gravidanza che si sarebbe conclusa con un aborto. Il matrimonio della madre con l’indagato non avrebbe migliorato le cose, visto il rapporto conflittuale instauratosi: secondo l’accusato, la ragazza non sopportava le imposizioni del patrigno, che le prescriveva di frequentare la scuola dell’obbligo e di evitare “vizi” dannosi per la salute, a partire dal fumo.

La denuncia ai Carabinieri, secondo la ricostruzione difensiva, sarebbe quindi una sorta di rivalsa nei confronti del severo patrigno. Adesso il Tribunale del Riesame valuterà gli elementi fin qui emersi dalle indagini su una situazione a dir poco complessa. La difesa aveva comunque già sperato alcune settimane fa in un ridimensionamento delle esigenze cautelari, ma il Gip decise diversamente, nonostante l’indagato durante l’interrogatorio di garanzia non si fosse avvalso della facoltà di non rispondere: in quell’occasione, al contrario, egli respinse seccamente tutte le accuse rivoltegli dalla ragazza. Il difensore di fiducia parallelamente dimostrò che in un altro procedimento c’è addirittura in ballo la possibile revoca della patria potestà alla madre della ragazza e al suo padre naturale. Una situazione familiare difficilissima, nella quale nei mesi scorsi gli stessi servizi sociali avevano ritenuto che l’indagato fosse la persona più adatta per prendersi cura della giovane, colei che poi ha finito per denunciare il suo patrigno.

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