CRONACAPRIMO PIANO

Adesso è allarme

Sollevamento della banchina al porto di Pozzuoli, sos degli armatori e del mondo scientifico: servono interventi o alternative. Il fenomeno causato dal bradisismo rischia di mettere in crisi l'infrastruttura. Escavo o porto di Baia le possibili soluzioni

Sono trascorse ormai settimane dall’ultimo SOS lanciato sul rischio che il porto di Pozzuoli rischia di divenire completamente off limits per i traffici commerciali a causa del sollevamento della banchina. Anche la Capitaneria di porto è intervenuta nel merito. Raccolte le preoccupazioni degli armatori, il comandante della Capitaneria, Russo, ha scritto al prefetto Michele di Bari per chiedere un incontro e ipotizzando possibili limitazioni ai collegamenti marittimi, in mancanza di lavori urgenti. Sul fronte degli interventi previsti per competenza dalla Regione Campania, secondo quanto ci è dato apprendere, si ipotizza l’avvio di un escavo, dopo approvata progettazione e studi, ma la realtà è che si tratta di una realtà, oltre che di un intervento complicato, dove c’è poco da progettare o prospettare dinanzi a ad una chiara Emergenza in atto. Il fenomeno causato dal bradisismo (che tra l’altro non si arresta, come conferma lo sciame sismico che ha caratterizzato le ultime giornate) rischia di mettere in crisi l’infrastruttura dove ogni anno transita più di un milione di passeggeri.

La pendenza della rampa rende complicate le operazioni di imbarco e sbarco. Dallo scalo puteolano, ogni anno, transitano più di un milione di passeggeri e oltre 300 mila veicoli. Mezzi pesanti, in gran parte. Che garantiscono il trasporto merci sulle isole di Ischia e di Procida. L’Osservatorio Vesuviano, alla stazione di Rione Terra, ha rilevato un sollevamento del suolo di 24 centimetri e mezzo da gennaio 2023, 6,5 nell’anno in corso. “Una circostanza – come abbiamo avuto modo di riportare, già segnalata dalla capitaneria di porto – che rischia di generare interferenze anche con la gestione delle emergenze”. Oltre che con logistica e turismo nel quotidiano.

Quindi? Quindi serve una alternativa, soluzione che possano affrontare l’ordinarietà dei trasporti, ma anche la situazione straordinaria in atto in relazione al bradisismo.

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Mentre, effettivamente non pare semplice trovare una alternativa, una soluzione o almeno una via di fuga, gli autotrasportatori con le diverse associazioni di categoria delle isole di Ischia e Procida hanno già inviato in Regione Campania una nota sul tema del Porto di Pozzuoli e provato a sollecitare i sindaci (senza esito) per l’invio di ulteriori note, PEC congiunte di tutti i comuni proprio sulla situazione flegrea. Intanto sulla questione è intervenuto il vulcanologo Giuseppe Luongo: «Questa riflessione potrebbe essere utile agli amministratori di Pozzuoli. Il Bradisismo non solleva solo la banchina di attracco dei traghetti al porto, ma anche il fondo, così il mare “si ritira” fino a ridursi la profondità ad un valore inferiore al pescaggio dei traghetti. Quindi abbassandosi il livello del mare potrebbe non essere sufficiente ribassare la banchina per l’attracco dei traghetti per le operazioni di imbarco dei mezzi, perché la profondità del mare potrebbe ridursi ad un valore inferiore a quello del pescaggio. La soluzione potrebbe essere il dragaggio del fondo del porto. Ma questo dovrebbe essere formato da sabbia per uno spessore adeguato e, nel caso che tale spessore fosse esiguo e ricoprisse un fondo formato da tufo, questa soluzione potrebbe essere proibitiva. In tal caso, per evitare il tracollo delle comunicazioni con le isole di Procida e Ischia si dovrebbe optare per il porto di Baia o altra soluzione».

Tutti, anche dopo il recente rinnovarsi del fenomeno che nei giorni scorsi come detto ha più volte scosso il territorio di Pozzuoli, tentano di dare il proprio contributo chiedendo attenzione sul porto di Pozzuoli, i collegamenti e le vie di fuga. Alcuni imprenditori dei trasporti di Ischia pongono l’attenzione sul rischio della chiusura, causa bradisismo, del porto di Pozzuoli e sugli effetti che questo potrebbe avere sull’economia dell’isola di Ischia, evidenziando, inoltre, che nessuno degli amministratori, dell’intero territorio, si sta preoccupando di quanto sta avvenendo. “Se dovesse concretizzarsi il rischio di “Ingenti limitazioni al traffico marittimo verso Ischia e Procida”, annunciato ci sarebbero effetti devastanti per l’economia della nostra Isola, e non solo per il trasporto delle merci, visto che sono migliaia i turisti che utilizzano lo scalo puteolano per raggiungere Ischia. Per questo tra le ipotesi ventilate e le proposte potrebbe esserci quello del modello USA proposto, ad esempio, su Gaza.

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Si tratta di una piattaforma galleggiante che consente lo sbarco dei mezzi per gli aiuti, come riferisce l’agenzia Associated Press, citando un costo stimato è di 320 milioni di dollari. Un molo galleggiante che vi mostriamo in foto sul quale si po’ operare.

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Si tratta di una piattaforma galleggiante per facilitare il trasporto di aiuti alimentari a Gaza, agevolando i flussi dalle imbarcazioni a terra. È l’ultimo progetto avviato dall’esercito degli Stati Uniti per intensificare la consegna di beni nella Striscia. Immagini satellitari hanno catturano l’iniziativa in corso d’opera e la portavoce del Pentagono Sabrina Singh ha dichiarato alla stampa che la stima dei costi è approssimativa e include il trasporto delle attrezzature e delle sezioni del molo dagli Stati Uniti alla costa di Gaza, oltre allo sviluppo materiale della piattaforma e alle operazioni finali di consegna degli aiuti. L’idea, il progetto, fatte le debite proporzioni potrebbe fornire spunti utili alle istituzioni chiamate a dirimere la questione dello scalo puteolano. I decisori istituzionali potrebbero trarre spunto. L’imbarcazione Usns Roy P. Benavidez è stata vista operare a circa otto chilometri dal porto a terra, dove l’esercito israeliano aveva impiantato la base operativa del progetto. Per la realizzazione della piattaforma in sé, la Usav General Frank S. Besson Jr, una nave logistica dell’Esercito, ha affiancato la Benavidez nello sviluppo della cosiddetta Joint Logistics Over-the-Shore, o JLOTS. Un’immagine satellitare scattata il 28 aprile da Planet Labs Pbc ha mostrato pezzi del molo galleggiante nel Mediterraneo accanto alla Benavidez, una nave da carico per veicoli della classe Bob Hope gestita dal Military Sealift Command.

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