POLITICAPRIMO PIANO

ADESSO SIAMO AL DELIRIO

Comincia a diventare incessante (e francamente anche imbarazzante) il continuo botta e risposta tra il sindaco di Lacco Ameno Pascale, il consigliere De Siano e Peppe Perrella. Sui social ormai si litiga h24 a suon di post reclamando rispettive ragioni sulla gestione del porto turistico. Ma non è l’ora di metterci un freno?

Da giorni Giacomo Pascale e con lui Domenico De Siano hanno deciso di portare la contesta sul porto turistico di Lacco Ameno, sul terreno dei social. Da oltre un quinquennio Lacco Ameno subisce una guerra giudiziaria combattuta a colpi di TAR e magistratura, in questa estate 2023, vive di “colpi di post”. Una questione, la gestione di una infrastruttura pubblica, è, da ora, palesemente,un fatto personale. Ed è cosi che per effetto si cristallizza all’ attenzione dell’opinione pubblica ciò che in atti- e per gestione politica che amministrativa- si sapeva già: il porto è affare loro non  dei cittadini di Lacco Ameno. Il gioco sta solo nel chi e nel come sa accaparrereste i frutti “extra”. I lacchesi restano attori non protagonisti, barili tre due ciucci che si appiccicano. 

MOROSI E ABUSIVI, SI PERMETTONO ANCHE DI FIATARE!

L’ultima sortita social tocca a Pascale che replica alla replica dei suoi, ormai, nemici giurati, prima pare rivolgersi  alla Marina di Capitello di Giuseppe Perrella che gli aveva dedicato su Instagram la canzone di Marshall Rogalski, Air Keys:” Dicono che non abbiamo titolo e non scrivono un atto hanno perso 12 volte al Tar e al Consiglio di Stato ci hanno esposto a spese legali per quasi un milione di euro, ma continuiamo a prestare servizi da diporto di eccellenza nonostante loro e nonostante i loro tentativi di far chiudere il porto. Offriamo l’acqua ai nostri e ai vostri clienti con le auto botti. Lacco Ameno non merita di non avere un posto punto potremmo tenerlo chiuso ma voi siete più importanti di loro”. Poi, nei commenti al post ,non riesce a trattenere la deriva e si lascia ad esternazioni ed accuse avverso il senatore Domenico De Siano che lo avevatacciatodi essere il “male” che unitamente alla sua “incapacità” creano un danno economico e di immagina a Lacco Ameno:“Caro cittadino di Lacco Ameno che mi leggi, lo sapevi che la società che gestisce il porto ti è debitrice di circa 300 euro? Ebbene sì, la SrL Marina del Capitello continua a esercitare attività senza alcun titolo, avendo sottratto alle casse del Comune, e quindi a ciascuno di voi, euro 1.264.956. Mentre ci scandalizziamo per il piattino condiviso che il ristoratore genovese ha fatto pagare 2 euro, sappiate che questa società vi deve: canoni demaniali per euro 737mila, consumi elettrici per euro 206mila, Tari per euro 307mila, spese idriche per euro 73mila– scrive Giacomo Pascale sulla sua pagina pers male mostrano si sorridente con alle spalle l’elenco degli addebiti al gestore dello scalo ritenuto moroso-In totale quasi UN MILIONE E TRECENTOMILA EURO, soldi che potremmo spendere per VOI, o per farvi pagare meno imposte comunali. E non lo diciamo noi. Lo conferma anche una recentissima sentenza del tribunale di napoli che recita, in un passaggio: “Deve rigettarsi l’istanza cautelare di SrL Marina del Capitello nei confronti di di Spa Evi poiché la ricorrente non ha titolo a concludere con la società resistente un contratto di fornitura idrica per un’area che allo stato non ha titolo a detenere”. Poi il primo cittadino conclude: “E cioè un modo “burocratese” per dire che questa società esercita ABUSIVAMENTE attività di ormeggio su area demaniale in concessione al comune di Lacco Ameno e che non vi da i soldi. A settembre porteremo il caso in Parlamento e sui media nazionali, oltre che continuare l’iter nelle aule dei tribunali: proseguiamo la nostra battaglia, fin quando non se ne andranno restituendovi l’ultimo centesimo”.

Poche ore dopo la controreplica social di Giuseppe Perrella con la Marina di Capitello o Marina di Lacco Ameno che dir si voglia: “Il sindaco che non vuole essere pagato. Il sindaco di Lacco Ameno è in cerca di visibilità? Insegue qualche gloria personale sui social? Nonostante le offese, le diffamazioni e i danni di immagine che subiamo da questa aggressione, esclusivamente, mediatica perché non ci è stato notificato nessun atto, e dico nessuno, siamo oggetto della violenza del primo cittadino, forse, con la necessità di un po’ engagement social. Peccato che glielo dia solo il padre del presidente del consiglio comunale di Lacco Ameno e qualche altro politico condannato per danno erariale e mai più candidato. La foto allegata a questo post ritrae le ennesime due pec che abbiamo inviato a giugno al comune per quantificare, come ha stabilito un giudice, le nostre spettanze. Non abbiamo ricevuto nessuna comunicazione ufficiale, ma solo tante Offese e Ingiurie. Noi vogliamo pagare, il sindaco e i suoi uffici non voglio incassare”.

Ma non finisce quai rispondendo agli spoiler e ai suoi ganci social Pascale giunge al vero obbiettivo: Domenico De Siano, l’usurpatore che vuole scippargli lo scettro e la poltrona colui che vuole la pace e la soluzione solo quando è lui il padrone che non concepisce il ruolo del consigliere di minoranza per sopraintendere al “bene del paese”, ma solo agli affari suoi:”  Ma tu pensi veramente che una persona o una squadra disposta a servire il paese perdendo le elezioni …  Truffa risultato,Perde ballottaggio,Ricorre al Tar, Ricorre al Consiglio di Stato Prova a comprare consiglieri . E tutto questo per …Il bene del paese !!!- risponde ad un commento Pascale-Appare evidente che ci sono tutt’altri interessi compromessi dal vostro coraggio e dalla vostra saggezza nello scegliere nell’urna un processo di libertà guidato da giovani generazioni !Questi vogliono la pace ma …

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Forse disse bene un dittatore :“La pace si ottiene solo quando si diventa padroni”

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Ma Lacco Ameno ha scelto aria pulita fresca e frizzante “.

Ora si è giunti al deliro!  Ora è giunto, però, anche il momento di dire basta!  Quando finirà questa pazziella in mano alle criature? Se esiste un problema, la paralisi del porto, e nessuno nè Pascale, né De Siano sanno risolvere questo problema (ognuno per quanto gli compete istituzionalmente e moralmente) ebbene vuol dire che il vero problema sono loro e tutti gli attuali attori protagonisti, e non, di questo teatrino gestionale che da questa politica scellerata, da queste sceneggiate di infimo ordine, traggono giovamento. A prescindere se l’attuale gestore o presunto tale si chiami semplicemente Giuseppe Perrella o Marina di Capitello o Pinco Pallino. Ci verrebbe da chiedere se qualcuno si è reso conto del fondo che è stato toccato, se parlando di cultura e di derive deviate, si è accorto che nella bozza DPCM del Ministro della Cultura Sangiuliano solo Ischia (ed in essa Villa Arbusto) non viene inserita nell’elenco nazionale con Autonomia Speciale dei Musei e Parchi Archeologici?Ischia è stata la prima colonia greca in Occidente. Capri, Cuma, Napoli, Pompei, Paestum etc sono nate secoli dopo. Abbiamo diritto ad essere inserite nell’Autonomia speciale. Siamo ridotti, invece,  a pratiche troppo rozze,becera, incolte per capire l’importanza di queste dinamiche, persi dietro alle aberrazioni ed alle farneticazioni di una politica che piuttosto che governare millanta. Piuttosto che gestire con la pratica del buon padre di famiglia gli Enti Pubblici specula sui suoi dispari per finalizzare affari privati.

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Gabriele

La prima colonia greca….ci fosse rimasto un millesimo del saper fare turismo dei greci a quest’ ora non avremmo bisogno né dei sindaci né della città metropolitana e invece abbiamo solo conservato il saracenismo

gioe'

una domanda lecita se la chiede il popolo o il cittadino di lacco ameno——-se per quasi un ventennio -i vari De Siano—Pascale-Zavota-o barbier( non dimentichiamo la figura di merda fatta nell elezione del presidente della Republica Italiana -il nostro Senatore scrisse Ciro o Barbier -come mai -dopo aversi diviso la pizza tra di loro sotto nomi consenzienti -che sono stato ossature dello stesso scheletro e stesso corpo -oggi si trovano in battaglie basso fondaie tra di loro ????????- credo che il popolo ha diritto a risposte

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