POLITICAPRIMO PIANO

Amaro Di Scala: «senza minoranza la democrazia è morta»

Lunga intervista a Il Golfo della consigliera comunale di Barano, che i rumors danno come possibile candidata a sindaco non soltanto nel Comune collinare ma anche in quel di Ischia. Uno sguardo alla situazione amministrativa dei due Comuni e non solo, accompagnata da un’amara riflessione che vuol rappresentare più di un campanello d’allarme

Si va al voto a Barano, ma è troppo facile dire da parte vostra che l’amministrazione targata Dionigi Gaudioso non ha lavorato bene. Nello specifico dove è stata carente e perché?

«Credimi, e ci tengo davvero a fare questa premessa: io non dico che l’amministrazione Gaudioso abbia lavorato male giusto per il gusto di dirlo. Da cittadina osservo, mi giro intorno, valuto i fatti e alla resa dei conti vedo una maggioranza che, così come ho avuto modo di asserire in mille occasioni, non è in grado di identificare le priorità di cui ha bisogno il paese. Probabilmente spendendo meno soldi avrebbe contribuito in maniera significativa alla crescita di Barano e alla rinascita della comunità locale che, invece, è sempre più abbandonata a se stessa e senza alcuna prospettiva a breve e medio termine. A questa maggioranza, inoltre, imputo una carenza di collaborazione con la minoranza che vorrebbe dare il proprio apporto, ma che puntualmente viene bypassata e non ascoltata. Noi vorremmo soltanto fare un’opposizione seria, costruttiva e utile alla cittadinanza. Questo atteggiamento di scarsa attenzione verso di noi lo ritengo offensivo e riduttivo oltre che improduttivo, come peraltro credo sia davanti agli occhi di tutti».

«Io a Ischia o Barano? Barano è il mio paese, lo conosco bene. Ritengo però che non ci sia necessità di fare distinzione tra i due elettorati purché ci sia un’opposizione. Quello che è accaduto a Ischia è la morte della democrazia e una simile situazione non si deve verificare più in nessun comune isolano. Ogni municipalità, infatti, deve avere una minoranza che sia presente, vigile e attenta»

Vorrei fare un’analisi che poi è pure una sorta di rievocazione storica. È da tanto tempo che Barano esprime facce diverse ma comunque della stessa medaglia. Hai mai provato a fare autocritica o a capire come mai storicamente l’elettorato converge più o meno nella stessa direzione?

«Io per carattere sono abituata a fare autocritica, ma ritengo che sia la sottoscritta che chi mi ha preceduto non ha alcuna responsabilità sulle scelte dell’elettorato. È molto più facile per chi si reca alle urne virare dove c’è profumo di vittoria, dove ci sono posti di lavoro e incarichi professionali messi a disposizione. Mi rendo conto che è stata creata una leggenda metropolitana a Barano per cui la dicotomia tra due fazioni ha nuociuto alla parte più debole. Adesso è difficile uscire da questo schema ormai radicato, ovviamente a meno che non ci siano novità in serbo per la prossima competizione».

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Hai parlato di gestione clientelare. Non intendo scendere nei particolari, ma negli ultimi mesi abbiamo visto mogli di primi cittadini assunte tramite discutibili scorrimenti di graduatoria, molti altri politici con le proprie mogli o congiunti sistemati nelle società partecipate o nelle strutture delle cosiddette assunzioni sismiche. Tutto questo è avvenuto nell’indifferenza della comunità locale. Non è che si sta superando un po’ il senso del pudore?

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«È esattamente questo il contenuto di un post che pubblicai a novembre sui miei canali social, proprio all’indomani di queste assunzioni tanto chiacchierate. Se è vero che la legge consente determinate manovre, è anche vero che i parenti dei politici in questione non avrebbero dovuto nemmeno partecipare a questi concorsi per motivi di opportunità e, onestamente, credo che i gli amministratori di una volta si stiano letteralmente rivoltando nella tomba. Quello che colpisce di più, come hai osservato tu, è questa indifferenza generale da parte di tutti. Oggi si tende a fare polemiche sui social mettendo post su Facebook o commentando post altrui, ma la verità è che la diatriba finisce nello spazio del web senza una vera presa di posizione nel mondo reale. Secondo me questa indifferenza e questa rassegnazione allontanano le persone dalla politica. Ed è un qualcosa di estremamente negativo».

Si era parlato di Maria Grazia Di Scala su due tavoli. Non solo quello baranese, ma anche quello ischitano. Ma quanto è vero che Barano ha più bisogno di Maria Grazia Di Scala rispetto a Ischia?

«Barano è il mio paese, il mio territorio ed è quello che conosco bene. Ritengo però che non ci sia necessità di fare distinzione tra i due elettorati attivi o passivi purché ci sia un’opposizione. Quello che è accaduto a Ischia, ad esempio, è la morte della democrazia e una simile situazione non si deve verificarepiù in nessun comune isolano. Ogni municipalità, infatti, deve avere una minoranza che sia presente, vigile e attenta e che oltretutto sia in grado di offrire all’elettorato una valida alternativa perché non tutti sono contenti dei sindaci in carica. Ecco, gli scenari che invece si stanno configurando davanti ai nostri occhi rasentano proprio il surreale».

«Il progetto ‘Adesso Ischia’ potrà dire qualcosa nel momento in cui il risveglio delle coscienze chiederà che ci sia un’alternativa all’attuale amministrazione in carica al Comune di Ischia. Purtroppo mi sembrano già delineate le elezione con un margine ampio di favore per i sindaci uscenti. Invertire la tendenza sarà possibile in futuro, non per le amministrative 2022»

Cosa farà Maria Grazia Di Scala alla fine? È possibile una sua candidatura baranese o non ha ancora finito di strizzare l’occhio a Ischia?

«Tutto è possibile, per adesso i giochi non sono ancora fatti né in un verso né nell’altro. La mia non è pretattica, sono sincera. C’è tempo per decidere e valutare, tutto qua».

«Non penso che se fossi rimasta al fianco del senatore De Siano oggi magari potevo trovarmi candidata al consiglio metropolitano. Non ero interessata, oltretutto, e non lo dico per presunzione: e poi chi ha fatto politica non deve presentarsi necessariamente a ogni competizione, se ci sono le condizioni per fare qualcosa per il paese sì, altrimenti non lo ha prescritto il medico…»

Si andrà al voto anche alla Città Metropolitana e qualcuno si chiede se Maria Grazia Di Scala ha fatto bene a staccarsi da Domenico De Siano che forse poteva garantire l’exit strategy, magari con l’investitura da consigliere metropolitano?

«Questa è una domanda interessante, ma io non vado in giro in cerca di incarichi e di candidature. Se ho fatto una scelta significa che ho avuto le mie buone ragioni che prescindono da quello che avrebbe potuto garantirmi Domenico De Siano. Credo che sia proprio il partito di Forza Italia a non dare questa garanzia e non il senatore e coordinatore regionale. Attualmente non sono neanche interessata al consiglio metropolitano e, si badi bene, questo non vuole essere un segno di presunzione da parte mia. Chi ha fatto politica non deve presentarsi necessariamente a ogni competizione, non lo prescrive certo il medico. Se ci saranno le condizioni per fare qualcosa per il paese sì, ma candidarsi tanto per mettere la “tacca”i non va bene. Almeno per come la intendo io…».

Con la massima obiettività mi dai un giudizio sulla genesi e su quanto in prospettiva futura potrà dire “Adesso Ischia”?

«Il progetto ‘Adesso Ischia’ potrà dire qualcosa nel momento in cui il risveglio delle coscienze chiederà che ci sia un’alternativa all’attuale amministrazione in carica al Comune di Ischia. Altrimenti cadrà nel vuoto anche questa iniziativa, inutile fare troppi giri di parole. Se si continua a guardare con rassegnazione o con indifferenza a quello che succede e al futuro sviluppo delle nostre comunità non si potrà costruire nulla. Lo scopo dell’opposizione, così come quello dei movimenti di contestazione, è proprio il risveglio delle menti. Parliamo di anime pulite e di tanti ragazzi che si accorgono che qualcosa non va e che vorrebbero mettersi in gioco per migliorare la situazione. Tuttavia se non verranno messi in condizione di fare qualcosa torneranno a casa e si dedicheranno ad altro e questo evidentemente dipenderà dagli schieramenti delle future elezioni. Purtroppo mi sembrano già delineate tali competizioni amministrative con un margine molto ampio di favore per il sindaco in carica,sia a Barano che a Ischia. Questo risveglio delle menti potrà o potrebbe essere un primo passo in prospettiva futura, non certo in vista della tornata elettorale della primavera 2022».

«Le assunzioni dei parenti di sindaci? Se è vero che la legge consente determinate manovre, è altrettanto indubbio che i congiunti dei politici in questione non avrebbero dovuto nemmeno partecipare a questi concorsi per motivi di opportunità e, onestamente, credo che i gli amministratori di una volta si stiano letteralmente rivoltando nella tomba»

È raro vedere tanta schiettezza e tanta sincerità da parte di un esponente politico in carica mentre ci si avvicina alle elezioni. Anche quando una partita sembrerebbe persa in partenza, di solito si dice che sarà combattuta. La tua rassegnazione si lega inevitabilmente a questa situazione paradossale di Ischia – di cui facevi riferimento poco fa – dove di fatto sono tutti a bordo della stessa barca e dove si fa fatica a trovare un’opposizione. Vero?

«Non parlerei di rassegnazione da parte mia perché questo atteggiamento non fa parte del mio carattere. Parlerei piuttosto di momento di riflessione. Ci sono degli spunti per cominciare a costruire qualcosa di interessante con ‘Adesso Ischia’ e con molti giovani baranesi che non condividono nulla dell’amministrazione guidata dal sindaco Dionigi Gaudioso. Semplicemente c’è bisogno di qualcuno che li coordini, ci vuole tempo e molta pazienza. Ci sono le prospettive affinché qualcosa cambi perché un paese senza opposizione non rientra nel concetto di democrazia, non esiste. Un paese senza confronto, scontro e dialogo è un paese morto».

Nella tua carriera politica qual è stata la persona più simpatica con cui hai avuto modo di interfacciarti e quella con cui era impossibile legare per conclamate incompatibilità caratteriali?

«La persona più simpatica che ho incontrato nel corso della mia esperienza è senza ombra di dubbio il Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca. Nonostante le sue asperità caratteriali, ha un modo schietto di fare politica che ricorda molto anche il mio. Abbiamo sempre avuto uno scambio alla pari perché non ha mai fatto sentire la sua posizione di superiorità come governatore. Sia a livello comunale che regionale, invece, non ho alcuna preclusione verso qualcuno. Forse ho avuto più difficoltà con alcuni esponenti del Movimento 5 Stelle che ho giudicato ottusamente chiusi sulle loro posizioni e con i quali diventava davvero impossibile stabilire un contatto o imbastire un confronto. Per il resto il dialogo continuo ad averlo con tutti».

«io non dico che l’amministrazione Gaudioso abbia lavorato male giusto per il gusto di dirlo. Da cittadina osservo, mi giro intorno, valuto i fatti e alla resa dei conti vedo una maggioranza che, così come ho avuto modo di asserire in mille occasioni, non è in grado di identificare le priorità di cui ha bisogno il paese»

Possiamo metterci alle spalle l’obiettivo di realizzare il Comune Unico sull’isola o si può ancora sperare?

«Alla luce della nostra intervista, credo che il comune unico sia una necessità ancor più urgente rispetto al passato anche per evitare che si facciano le comunelle tra i vari sindaci. Credo con forza che il comune unico sia un’assoluta e inderogabile necessità isolana che purtroppo si allontana, ma che non va a fondo».

A un cittadino baranese che si reca alla urne cosa diresti il giorno prima?

«Direi di pensare, riflettere, di guardarsi intorno e, soprattutto, di non farsi condizionare. È un sogno, ma ci spero ancora».

Faresti lo stesso con un elettore ischitano o con lui faresti un discorso diverso?

«Farei lo stesso ragionamento.Identico».

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