CRONACA

Aree interne, fondi in arrivo a Serrara Fontana e Lacco Ameno

In tre anni arriveranno168mila euro al Comune del Fungo e 120mila a quello montano. Lo stanziamento complessivo è di 210 milioni a fondo perduto, saranno 3.101 i comuni beneficiati

È stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il provvedimento che dispone l’erogazione, nel triennio 2020-2022, di 210 milioni di euro a sostegno delle attività economiche, artigianali e commerciali dei Comuni delle aree interne. Un contributo fondamentale anche per i piccoli Comuni dell’isola di Ischia che lo riceveranno. Le risorse potranno essere usate dai Comuni fino a 5.000 abitanti per mettere in campo azioni di sostegno economico in favore di piccole e micro imprese, anche per contenere l’impatto negativo causato dal Covid.

La platea dei beneficiari è composta da 3.101 comuni (910 sono al Sud) di 3mila o 5mila abitanti identificati, secondo l’Accordo di partenariato 2014-2020, rispettivamente come intermedi, periferici, ultra- periferici. Interessata una popolazione complessiva di 4.171.667 abitanti. Il provvedimento rientra nel progetto di rilancio delle aree interne avviato dal ministro Giuseppe Provenzano. Con la legge di Bilancio 2020 è stata aumentata di 200 milioni di euro la dotazione della Strategia nazionale per le aree interne (SNAI) per il periodo 2021-2023 e istituito uno specifico fondo triennale di 90 milioni di euro per il sostegno alle attività economiche, artigianali e commerciali nei comuni delle aree interne.  Per contrastare gli effetti dell’epidemia Covid-19, che ha aggravato ulteriormente la fragilità delle aree periferiche del Paese, e fornire un aiuto concreto ai cittadini dei comuni svantaggiati, il fondo è stato rifinanziato nella misura di 60 milioni per il 2020 e di 30 milioni per ciascuno degli anni 2021 e 2022. Complessivamente si tratta di 210 milioni di euro, a valere sul Fondo di sviluppo e coesione (FSC), come contributi a fondo perduto destinati alle piccole imprese per la gestione, la ristrutturazione o l’ammodernamento delle attività.

Il contributo medio si attesta sui 43.000 euro per un Comune con meno di mille abitanti, 71.000 euro per i Comuni delle fasce intermedie (tra 1000 e 2000 abitanti), 100.000 euro (tra 2mila e 3mila abitanti), 142.000 euro per i Comuni con una popolazione compresa tra i 3mila e i 5mila abitanti.

COSA DEVONO FARE I COMUNI

I Comuni dovranno pubblicare con un bando e uno Schema di Delibera Comunale indicando il contributo finalizzato a sostenere economicamente le piccole e medie imprese del proprio territorio, attraverso contributi a fondo perduto per spese di gestione, sostegni alla ristrutturazione, ammodernamento, ampliamento, innovazione e contributi a fondo perduto per acquisto di macchinari, impianti, arredi, attrezzature, opere murarie e impiantistiche.

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I contributi sono assegnati ai comuni tenendo conto della quota stabilita in relazione alla dimensione demografica degli enti ed in base a criteri di perifericità. Ma su questo punto ANCI Campania ha aperto una discussione inviando una lettera al ministro per il Sud, Giuseppe Provenzano e chiedendo la revisione della classificazione.

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COSA DEVONO FARE GLI OPERATORI ECONOMICI

Dovranno presentare una domanda di finanziamento a patto che si tratta di imprese commerciali e artigiane che svolgano attività economiche attraverso un’unità operativa ubicata nei territori dei comuni, ovvero intraprendano nuove attività economiche nei suddetti territori comunali; sono regolarmente costituite e iscritte al registro delle imprese; non sono in stato di liquidazione o di fallimento e non sono soggette a procedure di fallimento o di concordato preventivo.

Le azioni di sostegno economico possono ricomprendere erogazione di contributi a fondo perduto per spese di gestione; iniziative che agevolino la ristrutturazione, l’ammodernamento, l’ampliamento per innovazione di prodotto e di processo di attività artigianali e commerciali, incluse le innovazioni tecnologiche indotte dalla digitalizzazione dei processi di marketing on-line e di vendita a distanza, attraverso l’attribuzione alle imprese di contributi in conto capitale ovvero l’erogazione di contributi a fondo perduto per l’acquisto di macchinari, impianti, arredi e attrezzature varie, per investimenti immateriali, per opere murarie e impiantistiche necessarie per l’installazione e il collegamento dei macchinari e dei nuovi impianti produttivi acquisiti.

L’erogazione del contributo 2020 avviene  già con l’entrata in vigore del decreto del 4 dicembre 2020. Per le annualità successive alla prima, l’erogazione è subordinata al completo utilizzo delle risorse erogate in riferimento alle precedenti annualità. I comuni assegnatari sono tenuti a rendere nota la fonte di finanziamento, l’importo assegnato e la finalizzazione del contributo assegnato nel proprio sito internet, nella sezione «Amministrazione trasparente». La media del contributo per Comune è di 43.437 euro per i comuni fino a 1000 abitanti, di 70.607 per i Comuni tra 1001 e 2000, di 100.547 per quelli che hanno una popolazione tra 2001 e 3000 e di 141.841 per i Comuni tra 3001 e 5000 abitanti.  Il bando non si sostituisce alle misure dei “Ristori”. Il “Fondo di sostegno alle attività economiche, artigianali e commerciali” nasce prima della pandemia e il suo utilizzo, da parte dei Comuni, non è esclusivamente finalizzato a misure che contengano l’impatto della pandemia.

A Lacco Ameno e Serrara Fontana assegnati i contributi

Per l’annualità 2020 sono stati assegnati ai due Comuni isolani oltre 120mila euro. A Lacco Ameno arriveranno 72.304euro e 51.567 a Serrara Fontana. Assegnati fondi anche per il 2021 ed il 2022 quando a Lacco Ameno arriveranno poco più di 48mila euro e poco più di 34mila a Serrara Fontana per ogni annualità. In totale, quindi, sono stati assegnati 168mila euro a Lacco Ameno e 120mila a Serrara Fontana. Questi fondi rappresentano un’ulteriore opportunità di sostegno concreto alle imprese artigianali e del commercio che svolgono servizi di utilità pubblica e di prossimità, ancora più importanti dal punto di vista sociale, perché vanno incontro alle esigenze della popolazione, che ha riscontrato maggiori difficoltà a spostarsi specie nella fase di emergenza sanitaria.

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