Assegnato il Premio Letterario EMILY DICKINSON
A Castel Sant’Elmo, ieri pomeriggio,cerimonia del Premio letterario giunto alla sua XXVII edizione. Tra i premiati la prof. Clotilde Sarnico, docente di materie letterarie presso l’Istituto Superiore “F. Caracciolo – G. da Procida
La Chiesa di Sant’Erasmo, che da Castel Sant’Elmo, sulla collina del Vomero, si affaccia su larga parte del golfo di Napoli, è stata teatro, ieri pomeriggio alle ore 15:30, della assegnazione del Premio Letterario EMILY DICKINSON, giunto alla sua XXVII edizione. Per la Sezione SAGGISTICA (Saggi inediti), una delle sette sezioni finalizzate alla premiazione di inediti, sarà assegnato un premio al libro “Procida. La mediterraneità dell’isola flegrea tra le memorie del passato per immaginare il futuro” (Edizioni Iuorio) curato da Italo Abate e Maria Grotta. Premio collettivo agli autori che hanno realizzato, in occasione della individuazione di Procida come capitale italiana della cultura per il 2022, il volume miscellaneo dedicato alla più piccola delle tre isole flegree. I 25 autori, che con 15 editoriali hanno contribuito alla nascita del libro, sono accademici, docenti e professionisti esperti nei diversi campi del sapere scientifico e letterario. Il loro contributo, armonicamente confluito in un quadro generale delle caratteristiche fisiche ed umane di Procida, ha consentito di tracciare un ritratto vivo e palpitante delle bellezze dell’isola flegrea e della sua storia, indagando non solo sulle tradizioni più strettamente storico-letterarie e religiose che nobilitano passato e presente di Procida, ma illustrandone le caratteristiche che in campo archeologico, architettonico, geomorfologico, agronomico e zoologico-botanico fanno di questo gioiello insulare un modello esemplare per chiunque voglia studiare fenomeni naturali e storia delle vicende e delle trasformazioni di una terra dalla fiera bellezza paesaggistica.
Tra i coautori del libro la prof.ssa Clotilde Sarnico, docente di italiano e storiapresso l’Istituto Superiore “F. Caracciolo – G. Da Procida, con il suo scritto “San Michele d’oltremare” in cui si racconta del culto di San Michele in terra Algerina. In un brano si legge: “Anche a Mers-el-Kebir il culto di san Michele èfortemente sentito. Sul portale Persée, M. Baussant scrive: “Nel 1862 si impianta in Algeria laconfraternita di San Michele Santissimo Sacramento, creata a Procida nel 1630 e che venneufficialmente riconosciuta dal clero algerino nel1878. Nel 1883 una delegazione di pescatori sireca a Procida. Hanno ordinato una statua disan Michele che rappresenti esattamente quellache è là… Un primo fatto straordinario segna ilpassaggio della statua dall’Italia all’Algeria: almomento di registrare i diritti di trasporto dellastatua, i doganieri dovevano conoscerne il peso.Grande fu il loro stupore quando la bilancia segnò appena qualche grammo!”…“La colonia italiana, proveniente dall’isola di Procida, aveva conservato tutti i costumi, tutti gli usi e tutta la fede della propria patria. Per molto tempo sono rimasti chiusi a tutte le influenze straniere, vivendo gelosamente ripiegati su sé stessi, non sposandosi che tra di loro, non parlando che il loro dialetto e il gergo proprio. Ciò spiega, in gran parte, che sono rimasti profondamente religiosi, credenti e praticanti che hanno conservato, cosa rara nella nostra epoca, delle manifestazioni di pietà pubblica come la processione del Corpus Domini e di san Michele che attirano ogni anno migliaia di persone”. Un prosit alla prof. Sarnico che sarà certamente festeggiata dai suoi studenti.