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Campetto Tribunale-Ius “in-civile”…

Di Mauro Iovino 

La vicenda che in questi giorni tiene banco a Ischia, sull’utilizzo del campetto di calcetto come parcheggio per avvocati, dipendenti e fruitori del Palazzo di Giustizia è forse emblematica per comprendere come nella nostra società, si stiano perdendo dei riferimenti valoriali. Non sono infatti comprensibili, seppur motivate dalle più nobili intenzioni di difesa dei diritti acquisiti, le motivazioni che sono alla base delle contestazioni degli avvocati che vorrebbero per quell’area mantenere il “loro” parcheggio. Proprio da chi ogni giorno si batte su fronti diversi per l’affermazione della giustizia e quindi il trionfo della legalità non possono partire azioni a tutela di un diritto che può trovare sede altrove. Non è tollerabile che chi dovrebbe pensare al bene della nostra società come e più di ognuno di noi, possa immaginare di sottrarre alla libera fruizione dei giovani, dei nostri ragazzi, uno spazio ludico, sportivo e di aggregazione. I ragazzi che non si vuol far giocare in quel campetto, molto probabilmente gli avvocati li ritroveranno dinanzi o di fianco nelle aule del tribunale, magari per motivi legati alla droga, o perché invece di giocare a calcio, hanno deciso –  per impegnare il tempo – di correre su un motorino o in una macchina. Molto probabilmente quei giovani, ai quali oggi si vuol privare un diritto li troveremo nelle aule di quel tribunale che fino all’altro ieri faceva ombra ad un parcheggio, ed anche ai sogni di quei ragazzi, ed oggi invece fa da sfondo, o da cornice ai loro diritti, alla loro libertà.  Fa accapponare la pelle la frase dell’avvocato Cellammare, Presidente dell’Associazione dei legali isolani persona di grande sensibilità, con un alto valore delle istituzioni che si è sempre battuto per la giustizia. Sentir dire che  «in nessun paese civile all’esterno di un Tribunale ci sia un campo di calcetto, è veramente assurdo tutto ciò» è disarmante. E’ infatti assurdo che all’esterno di un Tribunale vi sia l’illegalità, la delinquenza, il degrado. Ma qui parliamo di un campetto di calcetto, di un luogo di svago, in un’isola dove i cementificatori, quelli si veri criminali, hanno ridotto al lumicino gli spazi di aggregazione. Come appare ormai stucchevole, che in ogni battaglia che l’Assoforense intraprende, anche quella meno “nobile” come quella odierna, vi sia il solito richiamo ai disabili, usati ormai con un fare che appare strumentale. Se veramente teniamo ai diritti dei cittadini, se veramente pensiamo che ognuno di noi debba fare qualcosa per migliorare non solo la nostra, ma la vita delle giovani generazioni, allora oggi dovremmo avere le barricate, per garantire che quel campetto, che giustamente il Comune vuole far restare tale, diventi ancor più bello ed attrezzato e che possa essere vissuto da quanti più giovani di Ischia.

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