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Barano, norme rigide per il verde pubblico

Una serie di divieti per la tutela il verde di Barano. Lo stabilisce l’articolato regolamento approvato lo scorso inizio di marzo nel corso dell’ultima seduta del Consiglio Comunale. Non c’è solo il divieto di raccolta della robbia che, di fatto, tronca la tradizionale colorazione rossa di origine greca delle uova nel periodo pasquale.

Più di sessanta pagine che disciplinano e modificano le antiche tradizioni collinari. Possibilità di raccogliere legna, ma solo di rami caduti al suolo. Nessuna possibilità di tagliare alberi con le motoseghe, seppur secchi e caduti al suolo, senza la necessaria autorizzazione comunale. Il trasporto? Solo con carriole a mano, divieto assoluto di quelle a motore nei boschi.

Il lungo elenco delle azioni vietate prosegue con quello di raccogliere frasche del sottobosco: una sola deroga per le modeste quantità di “Cynodon dactilon”, i più noti “palieri”. Guai a raccogliere terriccio e muschio, le multe sono salate.

Le rigide norme disciplinano pure gli eventuali abbattimenti di alberi con la sostituzione di ugual numero e della stessa specie.

Anche l’Amministrazione Comunale è tenuta ad osservare il regolamento con la salvaguardia delle aree verdi. L’indirizzo delle opere pubbliche è chiaro: il verde non come aspetto ornamentale, ma come parte integrante e primaria delle opere pubbliche, ma solo dopo uno studio che stabilisce l’idoneità di determinate specie.

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Via libera, invece, all’estirpazione degli Ailanthus, i più noti con il termine “buncazzoni” , definita specie infestante.

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Una svolta epocale per Barano che si scontra con le tradizioni e la tutela del verde.

 

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