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Bellissima serata per il concerto della Banda Musicale di Capodanno 2020

È il fascino della Banda musicale, anche se questa di Procida, non si può chiamare più banda musicale ma è da considerarsi una vera e propria orchestra

In genere, quando vado ad un concerto, preferisco arrivare una mezz’oretta prima perché mi piace molto assaporare l’atmosfera che precede l’inizio: mi piace sentire gli svolazzi musicali degli strumenti e le asperità dissonanti del “golfo mistico”; ed anche la sera del primo gennaio 2020 mi sono regolato allo stesso modo, recandomi giulivo presso la chiesa di santa Margherita in Procida per seguire il concerto della Banda musicale.

Tutto perfetto e in ordine i primi dieci minuti, poi all’improvviso è andata via la luce, facendo assumere all’antico complesso un aspetto spettrale per le lucine dei vari telefoni che si sono accesi. Eppure la cosa in sé, pur se fastidiosa, ha avuto un suo fascino particolare, perché queste lucine, all’interno di questo tempio in disuso ed antico, davano un senso di meraviglia e allo stesso tempo di miracolo. Tutto sembrava normale pur nella anormalità della cosa, al punto che io, nel mio intimo, mi auguravo che il concerto si sarebbe tenuto così, a luci spente, anche se la cosa onestamente mi sembrava quasi improponibile. Dopo diverso tempo di attesa al freddo della sala (e questo bisogna dirlo), quando ormai tutti gli spettatori erano convinti che il concerto non si tenesse ed uscisse qualcuno che invitava gli spettatori ad andarsene a casa per rivedersi ad una prossima occasione, un movimento generale di strumenti e di ombre ha fatto intendere che il concerto si sarebbe tenuto a luci spente sfruttando le luci dei leggii; così è stato fatto. Certo in una serata fredda, buia e da inverno pieno, suonare con le semplici luci dei leggii richiede una grossa perizia e soprattutto un grosso coraggio che sicuramente ai dirigenti della Banda musicale ed al maestro Trio, collaborato dai freschi e floridi ragazzi che compongono la banda, non manca. Il fatto più spettacolare è che dalla banda nella penombra, non si riconosceva nessuno del pubblico e dalla platea nessuno dell’orchestra. Con un enorme fascino si distinguevano solo dei punti nell’oscurità dai cui emergevano della note, a volte delicatissime a volte molto dure, a volte quasi graffianti. È il fascino della Banda musicale, anche se questa di Procida, non si può chiamare più banda musicale ma è da considerarsi una vera e propria orchestra per la ricchezza dei timbri musicali, l’ampiezza del programma che mette in scena e per la sensibilità specifica ed il trattamento quasi scientifico del brano musicale eseguito.

Nel buio della sera di Procida ha cominciato a vagare per la chiesa di Santa margherita un brano musicale inglese, dell’autore Vaughan, che assume nella coloritura musicale il carattere della campagna e del tramonto inglese. Brano bellissimo che ha segnato l’inizio del concerto seguito dalle “Rose del Sud” di Strauss che per le sue caratteristiche stilistiche vuole essere una sorta di collante fra le varie parti d’Europa: una sorta di invito all’unione. Ha destato meraviglia soprattutto per me, che non lo sapevo venire a conoscenza, che la musica del Gattopardo che in primo momento si pensava essere fatta da altri autori, come Nino Rota, è invece una delle composizioni giovanili e primitive di Giuseppe Verdi. Certo un po’ di giustizia anche dopo quasi un secolo non fa male. Complimenti Giuseppe !!!! Dove si è raggiunta la perfezione è stato nell’esecuzione della danza delle spade, una musica stimolante sul filo di lame lucenti ed estremamente taglienti. Così come ricca di una sacralità imperiale l’esecuzione del Kaiser Walzer, cui facendo da contraltare la musica della Vedova Allegra, che agli inizi del ‘900 ha invaso Germania, Francia, Italia e quasi tutta l’Europa in un sogno di serenità giocosa e di felicità. Illusione pura perché questo sogno fu distrutto dalle barbarie della “Grande Guerra” che distrusse uomini e cose. Non poteva non concludere il concerto l’esibizione del Danubio Blu di Strauss, che di per sé sola rappresenta lo spirito musicale così come non poteva sottolineare l’italianità del concerto l’esecuzione del coro del Nabucco finale.

È stata una bellissima serata che da la misura dell’alto grado di cultura musicale in particolare raggiunta dalla gioventù procidana. Complimenti ragazzi e complimenti al maestro Francesco Trio e al presidente Giuseppe Cascone.

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