CRONACAPRIMO PIANO

Benvenuto monsignore, Gennaro Pascarella è il nuovo vescovo d’Ischia

Ieri pomeriggio lo sbarco del pastore della Diocesi isolana, con il saluto alle autorità e il rituale passaggio di consegne con l’ormai ex amministratore apostolico Pietro Lagnese, che si congeda con parole emozionanti per l’isola e la sua gente. Il successore fa appello all’unità e alla pace, la Santa Messa celebrata nel piazzale delle Alghe

Sono le 16.38 quando la motonave della società Rumore Marittima, partita dall’isola intorno alle 15, molla gli ormeggi e lascia il porto di Pozzuoli. Si dirige verso il borgo antico di Ischia Ponte con a bordo alcuni fedeli ischitani ma anche una folta delegazione puteolana. Lo fa con a bordo un ospite d’eccezione, il nuovo vescovo d’Ischia mons. Gennaro Pascarella. Quel viaggio in mare che spesso è simbolico stavolta si accompagna anche ad una serie di incognite e comunque “profuma” di storia. Perché a partire da ieri pomeriggio nulla sarà più lo stesso e gli interrogativi aleggiano anche nella marcia di avvicinamento all’isola del Pastore della nostra Diocesi. Che, anzi, nostra non lo è più vista che da Papa Francesco è stata unita “in persona episcopi” da Papa Francesco, nell’ambito di una serie di accorpamenti conseguenza (anche) dei tempi che cambiano. Per qualcuno nulla di preoccupante, per qualcun altro un vero e proprio salto nel buio. Una riflessione che certamente non si esaurirà ieri e che nel pomeriggio soltanto il suono delle campane alle ore 17 (voluto dall’amministratore apostolico Pietro Lagnese) ha contribuito ad interrompere temporaneamente.

L’ARRIVO NEL BORGO ANTICO TRA APPLAUSI, FUOCHI E DONI

Un momento emozionante, immaginiamo anche per lo stesso Pascarella, è quello che segna l’avvicinamento e lo sbarco nel Piazzale Aragonese. Davanti ai suoi occhi mostra tutta la sua magnificenza, bellezza e imponenza il Castello Aragonese, simbolo di questa terra nel mondo. Un’istantanea che serve anche a monsignor Gennaro Pascarella per rendersi conto di essere davvero arrivato in un angolo di Paradiso, al piano inferiore e detto senza voler peccare. L’applauso scrosciante una volta giunto a destinazione è il primo segnale di benvenuto cui seguono fuochi pirotecnici e doni, ma prima ancora il saluto con l’amministratore apostolico Pietro Lagnese, che di fatto è un antipasto del passaggio di consegne che averrà di l’ a breve. Poi l’incontro con i sindaci in fascia tricolore, con il cerimoniere don Cristian Solmonese, alle forze dell’ordine, insomma a tutti.

IL SALUTO ALLE AUTORITA’: «CARI SINDACI, E’ NECESSARIO FARE SINERGIA»

Poi (dopo il saluto di Enzo Ferrandino, che leggete a pagina 4) dal Piazzale Aragonese Pascarella pronuncia il suo discorso indirizzato proprio alle autorità: «Saluto e ringrazio fraternamente la signora Marianna Sasso, direttrice della Pastorale Sociale, per la cordiale accoglienza – esordisce il neo vescovo – sono molto grato a Lei, Signor Sindaco di Ischia, dottor Enzo Ferrandino per le espressioni di benvenuto. La saluto cordialmente insieme alle altre autorità qui presenti, ad iniziare dai signori sindaci che rappresentano tutta la popolazione dell’isola, che da oggi sono chiamato a servire come Vescovo. Servire la nostra gente: è questo che unisce tutti noi istituzioni religiose, civili, militari e le associazioni. Con compiti diversi vogliamo il bene della persona, di ogni persona e di tutta la persona. Siamo chiamati a non cedere mai alla tentazione di fare gli interessi solo del proprio ceppo familiare, del proprio gruppo, di chi ci appoggia e ci elogia. Se qualcuno va privilegiato è chi ha più bisogno. Per la dignità della persona è necessario il lavoro. La nostra Costituzione recita all’articolo 1: “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro”. Varie volte Papa Francesco ha ricordato che il lavoro “non ha solo finalità economica e di profitto, ma soprattutto una finalità che interessa l’uomo e la sua dignità”. Nell’Esortazione apostolica Evangelii Gaudium scrive che il denaro “deve servire e non governare” e, rivolgendosi a chi ha più ricchezze e potere aggiunge: “Il Papa ama tutti, ricchi e poveri, ma ha l’obbligo, in nome di Cristo, di ricordare che i ricchi devono aiutare i poveri, rispettarli e promuoverli”. La pandemia ha accentuato la piaga della disoccupazione, soprattutto al sud. E’ necessaria una sinergia, soprattutto di voi, signori Sindaci dell’isola, perché gli ischitani non siano costretti come fu in passato, che poi tanto lontano non è, ad emigrare. Il bene delle persone, ad iniziare da     quelle più disagiate, sia la bussola delle vostre politiche. Soprattutto questo tempo difficile che stiamo vivendo ci dice che da soli non andiamo da nessuna parte. Siamo tutti nella stessa barca o navighiamo insieme o rischiamo di affondare».

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Poi il neo vescovo aggiunge: «Un cordiale saluto anche a voi istituzioni militari e a tutti voi, che in vario modo siete addetti a prendervi cura della sicurezza e del rispetto della legalità nel nostro territorio. Anche quando bisogna prendere decisioni che limitano la libertà delle persone, perché stanno danneggiando gli altri, davanti a voi ci sia la dignità di una persona che viene prima di ogni aggettivazione. Con Papa Francesco vi dico che come Chiesa camminiamo “a vostro fianco” mettendo a disposizione “le sue risorse, a cominciare dalle sue risorse spirituali e della Dottrina sociale della Chiesa”. L’uomo, diceva San Giovanni Paolo II (è vivo in me il ricordo della S. Messa il 5 maggio 2002 durante la sua Visita Apostolica a Ischia celebrata qui su questo piazzale) – “nella piena verità della sua esistenza, del suo essere personale e insieme del suo essere comunitario e sociale”, non l’uomo “astratto”, ma “reale”, “concreto”, “storico”, “ciascun” uomo, “è la prima e fondamentale via della Chiesa”. Insieme a tutte le istituzioni e a tutte le donne e gli uomini di buona volontà la Chiesa è impegnata a “servire” ogni uomo, tutto l’uomo, in ogni fase della sua esistenza. Questo il nostro auspicio e il nostro comune impegno».

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LAGNESE FA COMMUOVERE: «ISCHIA, NON PUOI SAPERE QUANTO TI AMO»

Poi, in una Chiesa Cattadrale gremita, la partecipata e rituale cerimonia che di fatto insedia mons. Gennaro Pascarella al timone della Diocesi di Ischia/Pozzuoli, dando così il via a questa inedita convivenza. Tutto questo prima di dirigersi a Piazzale delle Alghe dove – nell’assoluto rispetto delle normative anticontagio – palco e sedie (in uno scenario da sogno) si è celebrata la Santa Messa. Il primo a prendere la parola è l’ormai ex amministratore Lagnese che si è congedato davvero con un discorso emozionante: «Papa Francesco ha scelto un degno pastore che continua ad amministrare anche la Diocesi di Pozzuoli. Hai sempre dimostrato di essere un vescovo paziente e illuminato, un pastore mite e accogliente, sempre pronto al dialogo. Ma soprattutto hai sempre cercato il regno di Dio e la sua giustizia, siamo certi quindi che il tuo servizio episcopale sull’isola sarà un dono prezioso». Poi torna sul vescovo… a metà e aggiunge: «Vivremo un’esperienza nuova ma non si tratta per la comunità isolana di accorpamento o di adesione ma di un cammino di comunione con la Chiesa di Pozzuoli, tutto da scoprire ma che sarà sicuramente ricco e fecondo. La decisione del Santo Padre, se accolta con apertura di cuore, potrà rappresentare una nuova opportunità di realizzare una Chiesa più capace di gettare ponti e meno trincerata, più pronta e aperta alla missione». Poi il congedo davvero toccante: «Con voi isolani ho condiviso gioie e speranze, ma anche paure e angosce per otto anni. Tante cose sono state avviate, molte aspettano di essere realizzate ma in tutte abbiamo sperimentato la compagnia di Dio e del suo spirito. E’ arrivato il momento di lasciarci e di sciogliere le vele: grazie per il bene che mi avete voluto e l’affetto che mi avete donato. Tu cara Chiesa di Ischia, non sai e non puoi sapere quanto ti amo. Per me adesso è il momento del silenzio, ma se mi permettete vi ricordo le parole pronunciate da Giovanni Paolo II proprio sull’isola il 5 maggio di diciannove anni fa: “Ischia: ascolta, accogli, ama”. Lo stesso appello ve lo rivolgo anch’io».

L’OMELIA DI PASCARELLA: «VENGO TRA VOI IN PUNTA DI PIEDI»

Per quanto riguarda mons. Gennaro Pascarella, il momento più atteso non poteva che essere quello dell’omelia. Che si apre con le parole “Pace a voi”, prima di aggiungere: «Solo se siamo “pacificati” saremo capaci di accogliere veramente l’altro così come egli è, saremo uomini e donne di pace, costruttori di pace, figli di Dio». Poi entra nel vivo e aggiunge: «Questa sera inizio il mio ministro di Vescovo con voi, carissime sorelle e fratelli di Ischia. Vengo a voi in punta di piedi. Il mio programma è innanzitutto conoscere, dialogare per discernere, in due parole “camminare insieme”». Dopo alcune riflessioni sul vangelo e sulla pandemia, Pascarella ha chiuso così la sua omelia: «Vorrei concludere con una domanda e una risposta che accompagnano ogni tanto la mia esistenza quotidiana (non riesco ancora a farla diventare una costante della mia giornata!): “Cosa importa, mio Dio, in questo momento? Credere al tuo amore e amarti in questo momentol Amarti concretamente nel fratello e nella sorella che mi doni di incontrare, privilegiando come hai fatto tu, chi in vario modo ferito dalla vita! Amarti importa, mio Dio, e amare come Tu amil”. E con questo animo che vengo per servire nel ministero che Papa Francesco ha voluto affidarmi. Sia questo il nostro programma di vita! E impegnativo, ma ci fa vivere intensamente la vita, non ci fa mancare la gioia ela pace, anche in mezzo alle tempeste, alle prove, al buio, alle difficoltà, alla fragilità».

Foto Franco Trani

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