LE OPINIONI

IL COMMENTO Quando emergenza fa rima con agricoltura

DI ANTIMO PUCA

La parola “emergenza” è legata indissolubilmente alla parola “agricoltura”. Dignità profonda e concretezza. Voglia di rimboccarsi le maniche e di ripartire. In ogni pagina buia esiste un riflesso di luce che ci rende orgogliosi di far parte di una Comunità e ci permette di dare un senso alla nostra esperienza. In ogni pagina buia esiste un riflesso di luce che si chiama “senso dello Stato”. Esiste un’Italia forte, radicata in posti impervi e bellissimi, che vuole ripartire. Che vuole combattere e non arrendersi. Una ferita che si alimenta e sembra non voler guarire sta mettendo in discussione un modello basato su uno sviluppo socio economico che vede come base l’agricoltura e la zootecnia, settori protagonisti e trainanti della ripresa economica che rischiano una involuzione se non si interviene subito con provvedimenti eccezionali e specifici. Il piano agricolo comunitario rappresenta il principale aiuto economico percepito dagli agricoltori europei. Le regole per accedere ai contributi sono uniche per tutta la EU. In valore assoluto l’Italia è il quarto paese per volume di contributi ricevuti, dato che Francia Germania e Spagna hanno una produzione agricola superiore alla nostra. In effetti, impossibile coltivare il grano. Non vale più niente. Arriva il grano dal Canada al prezzo della sabbia. E questo è solo un caso che conosco io.

Abbiamo distrutto piu di metà del nostro allevamento bovino per non fare morire l’allevamento tedesco ed ora con abbattimento dazi stanno ammazzando agricoltura antica italiana. Idem per l’orticoltura italiana. Arrivano pomodori dal Marocco. Questa, dicono, è la legge del mercato. Si! Ma per l’allevamento tedesco la legge del mercato non andava? E fare viaggiare i pomodori in aereo è ecosostenibile? Porto dentro immagini forti e le vedo vive negli occhi degli agricoltori che chiedono ascolto, comprensione dei problemi e soprattutto soluzioni rapide ed efficaci, prima che i raccolti per oltre il 50% della loro produttività, vengano definitivamente compromessi ed un’agricoltura all’avanguardia vada definitivamente in default. A pochi mesi dalle elezioni cruciali per il futuro dell’Europa il mondo agricolo, principale attore della prima Politica Comune Europea, si aspetta una reazione da parte dell’esecutivo europeo per poter continuare le proprie attività in condizioni accettabili, con redditi dignitosi e minori oneri amministrativi.

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