CULTURA & SOCIETA'

Cambia il clima, anche l’isola non è più al sicuro La piaga degli incendi e la perdita dei ghiacci polari

Dalla California grido d’allarme dell’ischitano Renato Romano sulle temperature ambientali – chiamati in causa tre eminenti studiosi Chris Ripley, Fredrich Otto e Tom Corringham delle Università di Londra, Oxfor e San Diego

La manifesta sensibilità per la cura e la difesa del pianeta su cui viviamo è stato sempre ed è il pezzo forte del carattere aperto e generoso di Renato Romano, ischitano doc espatriato negli Stati Uniti d’America in California per attivarsi nelle attitudini professionali di cui era capace: il cinema e l’essere accorto manager di se stesso e della sua bella famiglia. Renato Romano mi ha inviato un suo scritto che in sintesi è un autentico grido di dolore e di allarme oltre che un serio invito a tener conto dei continui attentati al territorio ed all’ambiente con la compromissione dello stato climatico dei luoghi devastati. Eminenti studiosi hanno analizzato il fenomeno suggerendo i rimedi.

CHRIS RIPLEY DELL’UNIVERSITA DI LONDRA

Prima di costoro e dello stesso Renato Romano, hanno trattato la materia nel lontano ‘500 Giulio Iasolino nella sua Opera attualissima anche oggi “De’ Rimedi Natuali” e il casamicciolese Cristofaro Mennella climatologo di fama europea con i suoi studi sul clima e le sua mutazione nell’isola d’ Ischia. Di questi due personaggi protagonisti del loro tempo, riporto a completamento del presente servizio, loro testimonianze scritte a conforto di quanto Renato Romano ha denunciato. Così scrive Renato Romano – “L’esperienza che abbiamo avuto in California e negli stati del ovest per la devastazione di milioni e milioni di etteri è incomprensibile a tutti noi. Scrivo per dirvi l’urgenza di discutere con i vostri amici ed organizzazioni locali che il sistema climatico è cambiato. Le alte temperature che ci sono negli Stati Uniti ma anche in Europa hanno creato grandi disagi.

CRISTOFARO MENNELLA

Chris Riply dell’Universita’ di London College e Fredrick Otto, il capo dell’environment all’universita di Oxford, e l’economista Tom Corringham dello Scripps Institute of Oceanography in San Diego, CA — tutti dicono indistintamente che dobbiamo cambiare assolutamente il modo di vivere se vogliamo ritardare le estreme temperature. Pensate solamente quello che è successo quando eravamo tutti in casa per la Corona: le temperature erano calate del 15% a 20%. Ricordiamoci che l’impatto del Covid-19, per quant’è tremendo, sarà diminuito dalla vaccinazione, e dall’immunità naturale che si svilupperà col tempo. Ma niente potrà ritardare il cambiamento di clima se non incominciamo ORA. Le temperature alte sono un pericolo molto più grave del Covid-19. In che modo lo facciamo? Discutendo nelle nostre città, imponendo ai nostri sindici, consiglieri comunali, ai nostri parlimenatari, alle Nazioni Unite, The World Bank, and European Bank.

FREDRICK OTTO DELL’UNIVERSITA’ DI OXFORD

Investire molto di più nelle nuove tecnologie, come le macchine, gli aerei, i treni, i panelli solari, di riciclare, e creare in ogni scuola cominciando dall’asilo, fino all’università, uno studio unicamente per le scienze del sistema climatica. È nostra responsibilità di parlare ed eventualmente urlare a quelli che controllano la nostra vita, perchè siamo NOI che paghiamo le conseguenze. Come voi tutte sapete, io ho un’età, e faró di tutto fino agli ultimi giorni della mia vita di migliorare la vita di noi tutti, e investire nei miei, nelle nuove generazioni. Cambiamo il modo della nostra vita. Basta! Renato Romano”. – Il nostro porta avanti una tesi sacrosantache condivdo appieno. Quindifermiamo la Crisi Climatica adesso e’ il momento di agire Il cambiamento climatico è una realtà e sta già provocando impatti e fenomeni di frequenza e intensità mai visti nella storia umana e con essi sofferenze, perdita di vite, sconvolgimento degli ecosistemi e della ricchezza di biodiversità che sostengono la nostra vita. I gas serra nell’atmosfera hanno raggiunto livelli senza precedenti.

TOM CORRINGHAM DELL’UNIVERSITA’ DI SAN DIEGO IN CSLIFORNIA

Ogni altro ritardo nell’azione climatica metterà il pianeta e chi lo abita a rischio di sconvolgimenti inimmaginabili. Cambiamento climatico e danno ambientale sono due delle questioni più gravi che oggi il mondo si trova ad affrontare. In molti paesi si avvertono già gli effetti del cambiamento climatico e da noi, nella regione artica, i mutamenti occorsi si presentano particolarmente marcati e preoccupanti.A novembre del 2016 è entrato in vigore l’Accordo di Parigi, il primo a carattere globale che impegna tutti i paesi a fissare obiettivi più ambiziosi per la riduzione delle emissioni di gas serra. La Norvegia è stata fra i primi paesi a ratificare questo accordo, che ci dà motivo di sperare nella collaborazione internazionale alla prevenzione dei pericoli derivanti dal cambiamento climatico..Il 2020 sarà un anno strategico per i Paesi firmatari dell’Accordo di Parigi, che potranno evitare la catastrofe climatica rivedendo gli obiettivi dei loro contributi nazionali (NDC) e presentando strategie a lungo termine (LTS) ambiziose, per avvicinare il mondo all’obiettivo di limitare il riscaldamento a 1,5°C rispetto all’epoca preindustriale.

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LOS ANGELES – RENATO ROMANO CON LA SUA FAMIGLIA AL COMPLETO

IL FUTURO CHE VOGLIAMO – Vogliamo assicurare un futuirto al Pianeta e alle persone. Per questo bisogna raggiungere una nuova impostazione dell’economia , sostenibile, equa e non fondata sul carbonio entro il 2050, in grado di resistere a quel livello di cambiamento climatco che non siamo più i n grado di evitare. La nostra visione del futuro e costituita da un nuovo accordo globale a livello internazionale . Tale trattato deve essere efficace, giusto e legalmente vincoilante. Imoltrer, promuovere strategie e percorsi con obiettivi e tappe precise a livello nazionale e locale per arrivarr all’azzeramento delle emissioni per la metà del secolo costruendo una transizione all’economia del futuro nella quale può e deve avere un ruolo. Oromuovere l’efficienza energetica, il modo più rapido ed economico per ridurre le emissioni di CO2. Infine promuovere .e fonti energetiche rinnovabili come l’energia solare, quella eolica e quella geotermica. In conclusione sviluppare e promuovere strategie di adattamnento el cambiamento climatico per salvsaguardare le persone e gli ecosistemi a rischio.

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RENATO ROMANO ALL’ ISCHIA FILM FESTIVAL

Il climaologo Prof. Cristofaro Mennella (1907-1976) spiegò già nel 1946 le caratteristiche del regime pluviometrico dell’isola e sostenne di aver La temperatura media nell’anno è di circa 18º C, in inverno la temrNnatura media più bassa è di 9°C, nei mesi caldi la temperatura media più alta è di 35°C; i mesi più caldi sono luglio e agosto, il mese più freddo è gennaio. I venti predominanti variano in base alla stagione: in inverno sono il libeccio, il ponente-libeccio e lo scirocco. I venti predominanti in estate e primavera sono la tramontana ed il grecale. Come i venti anche l’umidità varia in base alla stagione: in inverno, in presenza di libeccio e scirocco e quindi con piogge frequenti l’umidità media è del 63%, tuttavia nelle giornate con venti dei quadranti settentrionali l’umidità si riduce sensibilmente come anche in primaverariscontrato dai suoi studi e ricerche che «il versante meridionale, e precisamente quello di SW, risulta con media delle quantità annue inferiore di due settimi a quella del versante di NE a ridosso del rilievo orografico rispetto ai venti dei quadranti meridionali. Inoltre Porto d’Ischia, proprio su quel versante e sul mare, risulta avere la media quantità annua più elevata di tutte le località costiere del golfo di Napoli». Mennella fornì anche i dati delle sue osservazioni: la quantità di pioggia rilevata a Casamicciola presentava una media annua di 859 millimetri, mentre quella rilevata ad Ischia Porto di 982 millimetri. Dal che deduceva che ad Ischia Porto piove più che a Casamicciola e a Forio. La temperatura media nell’anno è di circa 18º C, in inverno la temperatura media più bassa è di 9°C, nei mesi caldi la temperatura media più alta è di 35°C; i mesi più caldi sono luglio e agosto, il mese più freddo è gennaio. I venti predominanti variano in base alla stagione: in inverno sono il libeccio, il ponente-libeccio e lo scirocco. I venti predominanti in estate e primavera sono la tramontana ed il grecale Come i venti anche l’umidità varia in base alla stagione: in inverno, in presenza di libeccio e scirocco e quindi con piogge frequenti l’umidità media è del 63%, tuttavia nelle giornate con venti dei quadranti settentrionali l’umidità si riduce sensibilmente come anche in primavera.

RENATO ROMANO ALL’AMERICAN FILM FESTIVAL

Questo lo scritto di Giulio Isolino: “È il fuoco grandissimo sotterraneo senza dubbio una delle maravigliose cose, che Iddio Ottimo Massimo abbia per molto uso concesso alla umana generazione, degno di tanto maggior stupore, quanto più internamente si va considerando nelle ascose caverne della terra, fuoco salutifero, fuoco perpetuo, fuoco che non si può ammorzare, senza fine e senza termine, fuoco da far tremare, e stupire ogni gran cuore, e insomma tutta la natura umana: non è da maravigliarsi adunque, se io mi sono spaventato molte volte, quando sono ito contemplando le cose stupende che una minima parte di quel gran fuoco, si vede fare nell’Isola d’Ischia, e se mi spavento ora che m’apparecchio a raccontar quello che hanno lasciato scritto di lei i più nobili e antichi Filosofi, Storici e Poeti. Fu quest’Isola celebrata dai Greci e dai Latini per le doti grandi e per i doni singolari che le diede Iddio e la natura, ne’ quali chi va ben considerando, o tutte le cose insieme, o una per una, avanza tutte le altre Isole del mondo. Fa di ciò manifestissima e chiarissima fede il dottissimo Strabone nel V libro, quando dice: – Innanti al monte Miseno è posta l’isola di Procida, anticamente spiccata dall’isola d’Ischia. I popoli Eritrei e Calcidonesi hanno abitato insieme e indifferentemente l’isola d’Ischia, i quali essendo già ricchissimi, e per le biade, e per li frutti della terra, e per le miniere dell’oro, nata tra di loro contenzione, abbandonarono l’isola; finalmente scacciati da’ terremoti e da’ fuochi che esalavano, e dal crescer del mare, e dai bollori delle acque, se ne partirono: imperocché ha quell’isola molte di sì fatte eruzioni, per le quali alcuni mandativi da Hierone tiranno Siracusano furono costretti ad abbandonare un muro che vi avevano costruito, e insieme tutta l’isola; di poi i Napoletani occuparono quel luogo; onde nacque la favola con la quale si dice che Tifeo stia sepolto in quell’isola, e che, quando egli si rivolta sui fianchi, svaporano fuori fiamme e acque; imperocché molte volte accade che le isole picciole abbiano sì fatte acque bollenti. Veramente sono cose più verisimili quelle che scrisse Pindaro, mosso da quel che si vede che tutto quel tratto, cominciando dalla Città di Cuma sino in Sicilia, è infocato e ha certe caverne profonde, che rispondono l’una con l’al- Giulio Iasolino – De’ Rimedi naturali che sono nell’isola di Pithecusa 19 tra, e si stendono sino in Grecia, e altre terre ferme, e per questa cagione Mongibello, le Isole di Lipari, il territorio di Pozzuoli, e il Napolitano, e il Baiano, e le Pithecuse sono di tal natura, quale hanno lasciato scritto tutti gli Scrittori; il che intendendo molto bene Pindaro, sotto tutti questi luoghi, cantò che stava sepolto Tifeo. Timeo ancora dice che quegli antichi Scrittori divulgarono molte favole delle Pithecuse e che un poco avanti a quel monte Epomeo, che sta nel mezzo dell’isola, per alcuni terremoti, vomitò incendij e che quella terra, che sta traposta, gettò molti fuochi nel mare, e che tutta quella parte di terra , che già era ritornata incontro, esalando in alto a guisa di Tifone, cioè a modo d’ardore, di nuovo come un fulmine ricadde nell’isola, la quale essendo tracorsa dentro mare per tre stadij, non molto da poi, se ne tornò indietro, e tornando anche indietro il mare al suo luogo coperse l’Isola, e smorzò il fuoco di quella, per lo rumor del quale smorzamento, quelli, che abitavano nella terra ferma, lasciando la marina, se ne fuggirono nella parte superiore della Campania. Le acque calde di questi luoghi, si crede, che abbiano virtù di sanare coloro che soffrono di mal di pietra. Dell’isola di Capri, anticamente furono due terricciuole, ma ora è solamente una, la quale fu occupata dai Napoletani. Costoro avendo perduto in guerra l’Isola d’Ischia, la recuperarono di nuovo, concedendola loro Cesare Augusto.

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