CRONACA

LE REAZIONI E l’isola si spacca tra colpevolisti e innocentisti

Che i social siano diventati la valvola di sfogo privilegiata ogni qualvolta in una comunità succede un fatto rilevante, questo è anche abbastanza scontato, soprattutto in considerazione del fatto che in fondo siamo davanti a uno strumento democratico che consente a tutti di poter prendere la parola. Ma mai, in tempi recenti, come nella vicenda delle misure cautelari emesse a seguito dell’attività di indagine legate alle presunte violenze perpetrate sui bambini ospiti dell’istituto Santa Maria La Provvidenza, sull’argomento sono intervenuti più o meno tutti con il popolo del web che si è diviso tra colpevolisti e innocentisti. A parte i (pochi) saggi che invocano prudenza non essendo a conoscenza di dati e notizie certe e inconfutabili, non manca chi ricorda come ai “tempi andati” qualche scappellotto rifilato dalle suore aiutava a crescere meglio e almeno all’epoca non traumatizzava nessuno, così come all’improvviso spunta anche il populistico (ancor più grave perché concettualmente veicolato anche da operatori dell’informazione, che dovrebbero essere un po’ meno superficiali, ah che cosa non si fa per un pizzico di visibilità…) “tutti sapevano ma nessuno denunciava”.

La comunità ischitana, in ogni caso, non nasconde il suo sgomento per quanto riguarda le accuse mosse a Suor Edda e sono tanti a mostrarsi solidali con lei. Tra questi anche un ispettore di polizia come Maurizio Pinto, in servizio presso il commissariato di polizia di Ischia, che scrive sul suo profilo facebook: “Conosco suor Edda dal 1993, oggi ha 81 anni. Ha salvato, dalla strada e dalla miseria, generazione intere: molti bambini, oggi adulti, possono testimoniare. Ho sempre creduto che suor Edda è una santa in terra, perché ha combattuto contro il mondo per tutelare i suoi ragazzi. Nessuno è al di sopra della legge e la Giustizia, oggi più che mai, deve fare il suo corso ed accettare ogni responsabilità, ma prima di condanne mediatiche sarebbe giusto attendere di conoscere bene i fatti, le singole responsabilità. Oggi è un momento di grande dolore e tutta la comunità ha il dovere, in un modo o nell’altro, di non abbandonare i ragazzi della casa Famiglia di Casamicciola, fino ad oggi punto di riferimento importante per le fasce deboli della nostra isola”.

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