CRONACA

Casamicciola insiste: no al dimezzamento del Cas

L’ente del Capricho conferma gli elenchi dei beneficiari del contributo integrale, in attesa dei chiarimenti sulla disapplicazione della riduzione al 50% per coloro che abitavano in un immobile la cui proprietà formale è riconducibile a un parente consanguineo

Continuano le operazioni “chiarificatorie” per delineare l’erogazione dei contributi di autonoma sistemazione. Il Comune di Casamicciola ha elencato al Commissario Schilardi i beneficiari del Cas che all’epoca del sisma rivestivano la posizione di inquilino di immobili divenuti inagibili, per i quali si procederà al dimezzamento del contributo. Per tutti gli altri, il Comune ha dichiarato che ad essi compete l’erogazione del Cas nella misura intera.

Tuttavia, il Commissario ha spiegato al Comune che occorre che venga confermato che si è provveduto al dimezzamento del Cas anche nei confronti degli sfollati che occupavano a titolo di comodato gratuito immobili di proprietà di consanguinei, e questo in attesa che venga chiarita la loro posizione, visto che, come si ricorderà, sono in corso approfondimenti chiarificatori col Governo e la Protezione civile. Approfondimenti che riguardano l’applicazione o meno della riduzione del 50% del contributo nei confronti di un limitato numero di nuclei familiari, la cui dimora abituale e continuativa è stata danneggiata o distrutta dal sisma, in cui la proprietà formale dell’abitazione risulti di un parente consanguineo, e più in particolare del padre o viceversa del figlio di chi viveva nell’abitazione stessa: abitazione che poi era stata concessa in disponibilità al familiare spontaneamente e senza oneri. Ridurre il contributo in casi del genere verrebbe a configurare, secondo il sindaco Castagna, un’ingiustizia sostanziale pur rispettando formalmente la norma: lo scorso 23 giugno il primo cittadino si era incontrato con l’ex prefetto nella sede della struttura commissariale proprio per auspicare la risoluzione della problematica e tranquillizzare i cittadini. E infatti anche il Commissario Schilardi fece propria l’interpretazione “sostanzialistica” della norma in questione, così come offerta dalle associazioni di cittadini terremotati e le amministrazioni comunali, Casamicciola in testa: un’interpretazione che tiene conto del rapporto intimo di carattere umano ed economico che connota il rapporto genitori-figli, e che viene argomentata con una serie di considerazioni ben articolate. Il commissario inviò una missiva al Governo e al Dipartimento della Protezione civile, allo scopo di perorare tale interpretazione.

Intanto però l’interpretazione “restrittiva” è già stata applicata nel Comune di Lacco Ameno dove i terremotati precedentemente alloggiati in abitazioni di consanguinei si sono visti dimezzare l’importo.

Il Commissario, nel caso in cui nella determina di liquidazione del Cas con importo integrale per il mese di maggio siano stati ricompresi soggetti che all’epoca erano comodatari o che dimoravano a vario titolo in immobili di proprietà dei consanguinei, ha chiesto di procedere alla relativa rettifica entro dieci giorni, ovviamente fatta salva la possibilità di operare in un momento successivo dei conguagli in aumento o in diminuzione.

Da parte sua, il Comune tramite il sindaco Castagna ha confermato la linea del pagamento integrale, chiedendo che il Cas di maggio venga versato interamente. Per eventuali conguagli, si vedrà in seguito.

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