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Strada: fuori dall’AMP, la banca gli revoca fido e carta di credito

DI GAETANO FERRANDINO

ISCHIA – Negli ultimi anni, complici in ordine di apparizione l’ingresso in Europa, norme più restrittive alla base e soprattutto la crisi economica che ha investito il nostro paese, il rapporto tra i cittadini e gli istituti di credito è diventato decisamente più tormentato, quasi insostenibile. Eh già, perché come peraltro hanno lamentato più volte anche gli imprenditori ischitani – figli di una realtà territoriale che magari non sarà più opulenta come i tempi belli di una volta (oggi non a caso gli istituti di credito stessi chiudono le proprie filiali sull’isola, una volta facevano le corse per aprirle…) ma che comunque non è certamente ancora giunta all’anno zero – le banche hanno decisamente chiuso i cordoni, hanno difficoltà e ritrosia nel concedere credito a persone fisiche e soprattutto aziende e quindi non assolvono più il compito al quale sarebbero deputate, anche per favorire lo sviluppo di un paese e di una realtà. Le storie che si raccontano e che continuiamo a leggere sono delle più disparate, e proprio una di queste ci interessa particolarmente da vicino. La location non è l’isola verde, va detto, ma il Veneto, anche se il protagonista (o meglio la vittima) è ormai un nostro concittadino a tutti gli effetti, visto che è decisamente conosciuto ad Ischia e Procida. Si tratta infatti dell’ex direttore dell’area marina protetta Regno di Nettuno, Riccardo Strada, licenziato dal consorzio ed attualmente in cerca di nuova occupazione dopo che la stessa Amp è stata commissariata dal competente ministero.

La disavventura patita da Strada, al quale evidentemente negli ultimi tempi davvero non ne va bene una e che forse avrebbe bisogno di una “benedizione” (se credente, ovviamente) ha francamente dell’incredibile ed è indicativa di come il cittadino nulla possa fare di fronte allo strapotere delle banche, che fanno i comodi loro. La sua storia, l’ex direttore, la racconta personalmente in maniera accalorata, quasi a voler mettere in guardia anche il prossimo, e comincia così: “Dunque… sono cliente della BNL di Padova dal 1990 (quindi da 25 anni) durante i quali ho svolto il mio lavoro prevalentemente come libero professionista.
Ho sempre avuto carta di credito, accesso via internet (da dieci anni) ed un fido minimo (5.000 euro) per fare fronte a possibili alti e bassi che nella libera professione, tra un pagamento ritardato ed una spesa anticipata, a volte capitano… La banca non ha mai dovuto, o potuto, lamentarsi del mio operato… non sono un grosso cliente d’accordo, ma nel contratto di servizio non c’è scritto che devi essere facoltoso per avere i servizi bancari. Ma forse in BNL non la pensano più così”.

Una premessa doverosa, quella di Strada, che poi entra nel nocciolo della questione: “Negli ultimi anni, per i casi della vita, sono stato dipendente, esperto ambientale per una società italiana all’estero, prima e Dirigente pubblico per un consorzio di enti locali a contratto poi.
A seguito di divergenze sulla gestione di fondi pubblici con un sindaco, peraltro arrestato nell’ambito di una nota vicenda nazionale di corruzione, sono stato licenziato a tre mesi dallo scadere del mio contratto, e mi trovo a dover riavviare la mia attività di libero professionista (in qualità di dipendente pubblico la doppia attività è proibita per legge). Allora cosa ha pensato di fare la sede di Padova della BNL? Appena avuta la notizia del mio licenziamento (dopo un contratto di tre anni) mi è stata comunicata la revoca immediata del fido e, avendo notato che gli incassi sul conto sono cessati (parole del funzionario che mi ha contattato), l’immediata revoca della carta di credito. Tutto questo nonostante il mio conto non fosse in passivo ma ancora capiente perché ovviamente gestisco le mie finanze in accordo con mia moglie, anche lei con conto in Bnl, in modo da evitare ‘disastri’”. Un passaggio, quest’ultimo, che francamente la dice davvero lunga sul modus operandi della banca, pronta ad aggredire il suo cliente appena questo resta a spasso per un periodo minimo e per giunta con un conto corrente certamente non vuoto o col segno “meno”.

Le conclusioni che ricava il professionista fino ad ieri di “stanza” ad Ischia, è evidente, non possono che essere delle più scontate: “Chiaramente – spiega – se revocare il fido ad un professionista che sta riavviando la propria attività (e che tra breve riavvierà i propri guadagni) è un atto spregevole in se, la revoca ‘preventiva’ della carta di credito è una operazione che provoca un danno gravissimo. Per noleggiare un’auto, per viaggiare all’estero, per acquistare un biglietto aereo o ferroviario è necessaria la carta di credito.
Revocare la carta di credito non in presenza di insoluti, ma su base preventiva è quindi dannoso e stupido, distruggendo il rapporto di fiducia tra cliente (da 25 anni) e Banca”. E poi si chiude con una pubblicità… regresso: “Attenzione, clienti BNL, non fatevi incantare da belle parole: la banca può voltarvi le spalle da un momento all’altro”. Già, un po’ come i sindaci dell’isola d’Ischia…

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