CRONACAPRIMO PIANO

L’Evi e quella scure da sette milioni di euro

Acqua Campania pretende una cifra monstre di 6.877.380,28 dall’azienda ischi tana per una serie di impegni non onorati per la fornitura idropotabile. Da via Leonardo Mazzella ovviamente è partita l’opposizione, fondata sullo stop ai pagamenti per sisma, covid e frana ma anche per il veto posto dall’Ente Idtico Campano all’aumento delle tariffe. La “tenzone” in tribunale il prossimo 24 novembre

Un contenzioso giudiziario che va avanti da qualche tempo e che rischia di avere conseguenze devastanti per la Evi spa, che ovviamente non è rimasta a guardare e per il tramite dei suoi legali ha presentato opposizione contro un decreto ingiuntivo milionario di quelli davvero pesanti. Tutto ha origine nel momento in cui il giudice del Tribunale Civile di Napoli, dott.ssa Alessia Notaro, ha ingiunto alla stessa azienda che gestisce il servizio idrico sulla nostra isola, di pagare ad Acqua Campania spa la somma monstre di 6.877.380,28 euro oltre interessi alle quali si accompagnano le spese di procedura (ma di fronte ad una cifra del genere 12.500 euro sembrano davvero meno di un caffè). Di fatto il giudice ha accolto il ricorso per ingiunzione di pagamento che era stato presentato dalla concessionaria della Regione Campania per la gestione dell’acquedotto della Campania Occidentale (A.C.O.) e per la contabilizzazione e riscossione dei corrispettivi dovuti dagli enti fruitori della fornitura idropotabile regionale. Nel ricordo vengono evidenziati una serie di importi per la predetta fornitura che non sono stati pagati praticamente a partire dal quarto trimestre del 2016. Una serie di fatture che in alcuni casi raggiungono anche quasi il mezzo milione di euro e che al momento della decisione di rivolgersi alla magistratura ha portato il totale a circa sette milioni di euro.

Una bella gatta da pelare, insomma, soprattutto per una società che di recente è uscita dalle secche della liquidazione, status nel quale era rimasta per diversi anni. Ovviamente dalle parti di via Leonardo Mazzella, dicevamo, non sono rimasti certo a guardare e per il tramite dell’avvocato Angela Bassolino si è provveduto a presentare opposizione al decreto ingiuntivo: un atto non recentissimo, praticamente uno degli ultimi affidati all’ex liquidatore ed amministratore Alessandro Condurro, prima che il professionista napoletano lasciasse spazio all’attuale presidente del consiglio d’amministrazione, Mario Basentini.

I PRIMI PAGAMENTI E POI LO STOP PER TRE GRAVI EVENTI

Un’opposizione decisamente minuziosa ed articolata dove inizialmente si evidenzia che “L’E.V.I. S.p.A. gestisce il Servizio Idrico Integrato sul territorio dell’isola di Ischia. A tal fine acquista l’acqua idropotabile dal grossista ‘Acqua Campania’ S.p.A. per poi rivenderla agli utenti. In data 21.04.2022 Acqua Campania S.p.A. ed E.V.I. S.p.A. stipulavano atto di rimodulazione del precedente atto di regolazione del debito. Nel detto accordo le parti davano atto di un precedente accordo intervenuto in data 12.02.2018 con il quale avevano regolamentato un debito pregresso di € 6.325.660,75 relativo al periodo 2° trimestre 2010 – 3° trimestre 2017 e concordato un piano di rientro decennale. Stante il mancato pagamento delle fatture relative ai trimestri successivi a quelli regolati dall’accordo, l’EVI era decaduta dal beneficio. A questo punto aveva chiesto ed ottenuto una nuova regolamentazione del debito, intervenuta con l’atto del 2022. Il debito in capo ad EVI veniva rimodulato in n. 10 rate annuali di € 674,876,75 ciascuna, da corrispondersi entro il 31 gennaio di ciascun anno a partire dall’anno 2023 e fino al 2032; l’accordo prevedeva inoltre il puntuale pagamento delle fatture correnti dall’01.01.2022. In data 31.01.2023 l’EVI ha provveduto al pagamento della prima rata pattuita (€ 674.876,75) e delle fatture relative ai primi due trimestri del 2022 per € 823.485,26. L’opponente, quindi, nonostante le gravi difficoltà economiche meglio precisate di seguito, nel breve periodo di sei mesi – agosto 2022/gennaio 2023 – ha affrontato un esborso di € 1.498.362,01. Successivamente a tale pagamento l’EVI, suo malgrado, non ha più potuto onorare gli impegni presi”.

SISMA, COVID, FRANA, AUMENTI DEI COSTI: COSI’ L’EVI E’ FINITO K.O.

Ads

Nel passaggio successivo viene spiegato anche in maniera esaustiva perché si è arrivati a non poter più pagare le rate che erano state stabilite nel cosiddetto piano di rientro del debito maturato. Scrive infatti l’avvocato Bassolino: “In primis si ricorda che ci sono stati 3 eventi gravi che hanno determinato un notevolissimo calo di operatività delle strutture produttive dell’isola (a prevalente vocazione turistica): il terremoto dell’agosto 2017, la pandemia Covid 19 intervenuta nel 2020 e, infine, la frana del novembre 2022. Tali eventi, che si sono succeduti a circa due-tre anni di distanza l’uno dall’altro, hanno determinato una costante ridotta operatività delle strutture turistico-ricettive presenti su tutto il territorio (strutture alberghiere e altri pubblici esercizi); ricordiamo, tra l’altro, che mentre la frana ha interessato il solo comune di Casamicciola Terme, il terremoto ha riguardato i comuni di Casamicciola, Lacco Ameno e Forio, mentre la pandemia ha colpito indistintamente tutta l’isola. È allora facilmente immaginabile che la drastica riduzione delle attività abbia avuto disastrose ripercussioni sul bilancio societario e sui flussi finanziari aziendali. Nello specifico, il fatturato societario ha subito una flessione di circa il 20% nell’anno della pandemia (pari a circa 1,9 milioni di euro) ad oggi recuperata solo in parte anche in considerazione del fatto che vi è stato anche un sensibile aumento della morosità degli utenti con conseguente (e sostanziale) riduzione dei flussi di cassa. A ciò si aggiunga l’esorbitante aumento dei prezzi dell’energia elettrica (con conseguente raddoppio dei relativi costi) e l’incremento generalizzato dei prezzi delle forniture, tra cui proprio l’acqua fornita da Acqua Campania, che, negli ultimi 2 anni, ha avuto un incremento cumulativo del 15%, il tutto come meglio spiegato nella relazione tecnica sottoscritta dai Responsabili Direttivi delle Aree Commerciale, Amministrazione e Finanza”.

Ads

LA BEFFA DEL “NO” ALL’AUMENTO TARIFFARIO

Nell’opposizione però si evidenzia anche la responsabilità dell’Ente Idrico Campano che non avrebbe consentito all’Evi di applicare un aumento tariffario che avrebbe rappresentato una sorta di manna dal cielo. Non a caso si legge quanto segue: “Dunque sin dal 2021 l’EVI, dopo diverse interlocuzioni informali, ha ripetutamente e formalmente chiesto all’EIC (Ente Idrico Campano) l’approvazione dell’istanza tariffaria MTI-3 per il quadriennio di regolazione 2020-2023 rappresentando che tale proposta di aumento si rendeva necessaria per il mantenimento dell’equilibrio economico-finanziario societario di cui lo stesso EIC si era fatto garante ai sensi dell’Atto di sottomissione sottoscritto in data 04.10.2016 (all. 5). Nelle dette note, inviate periodicamente, l’EVI evidenziava l’assoluta necessità di un aumento tariffario anche alla luce delle problematiche descritte al punto che precede: sisma del 2017, pandemia del 2020, alluvione del 2022, aumento dei prezzi di energia e materie prime, etc. Ebbene l’EIC non ha mai riscontrato né ha dato seguito alle richieste dell’odierna opponente impedendo che il gestore idrico potesse aumentare gli introiti e far fronte alla propria posizione debitoria! In altre parole è stato proprio l’Ente Regionale a determinare, con il proprio atteggiamento, la gravissima situazione in cui oggi si trova l’ingiunto. Si leggano in proposito le menzionate note, tutte allegate: prot. 3314 del 04.10.2021 (all. 6); prot. n. 1290 del 20.05.2022 (all. 7); prot. n. 1756 del 18.07.2022 (all. 8); prot. n. 340 del 03.02.2023 (all. 9); prot. n. 2054 del 05.07.2023 (all. 10); prot. n. 2214 del 24.07.2023 (all. 11); prot. n. 3019 del 11.10.2023 (all. 12). Il mancato pagamento dei debiti sociali deve essere ricondotto al comportamento colposo della Regione Campania (e per essa dell’EIC) che, edotta delle problematiche in cui versava l’EVI, non ha dato seguito alle richieste, violando i fondamentali principi di correttezza e buona fede”. Facilmente immaginabile la conseguenza: “L’EVI si trova a fronteggiare un enorme debito che, nel frattempo, si è aggravato degli interessi legali e moratori, con un aggravio notevole per il debitore. Da quanto sopra detto è di palmare evidenza che l’inadempimento dell’EVI è stato determinato oltre che dai noti fatti imprevisti ed imprevedibili anche dal comportamento colpevole del creditore opposto che non messo l’EVI nelle condizioni di adempiere all’obbligazione pecuniaria”. L’Evi ha ovviamente chiesto di revocare e stoppare ogni richiesta pecuniaria da parte di Acqua Campania nell’attesa che la vicenda sia definita il prossimo 21 novembre presso il Tribunale di Napoli.

Articoli Correlati

0 0 voti
Article Rating
Sottoscrivi
Notificami
guest

0 Commenti
Inline Feedbacks
Visualizza tutti i commenti
Pulsante per tornare all'inizio
0
Mi piacerebbe avere i vostri pensieri, per favore commentatex