Mai dimenticarsi delle proprie origini. E così, sia pure alle prese con l’attività di consigliere regionale, la Di Scala non dimentica il suo ruolo di esponente della minoranza in seno al civico consesso di Barano. E lo fa tornando a farsi sentire su una questione abbastanza calda, quale l’aumento della tassa sulla nettezza urbana a Barano. “Trovo solo speculativo e pretestuoso l’atteggiamento di chi, povero di argomenti e contenuti, insorge contro la minoranza consiliare, rea di non essere scesa in piazza, a far cosa poi non è chiaro”, esordisce l’avvocato che poi aggiunge: “A parte l’infondatezza dell’affermazione, non tocca alla minoranza farlo, né sarebbe di alcuna utilità. La minoranza, svolgendo il proprio ruolo, si è opposta in consiglio, motivando il proprio dissenso, ha fatto domande precise rimaste ancora oggi senza risposta, a riprova della pochezza di una maggioranza consiliare che non è stata in grado di giustificare il gravoso aumento, che non è stata in grado di spiegare per quale motivo ha quasi raddoppiato un balzello senza modifiche sostanziali del servizio, senza acquisto di nuovi mezzi, in presenza di un lieve calo della differenziata che certo non è imputabile ai baranesi; che non è stata in grado di spiegare per quale motivo si pagano con quell’aumento “osti di stampa e imbustamento, costo quota parte per un inutile assessore all’ambiente, quota per crediti di dubbia esigibilità e tanto altro ancora; che non è stata in grado di spiegare per quale motivo alle utenze domestiche e alle piccole attività commerciali è stato applicato un salasso, non riservato invece ai supermercati che hanno avuto solo un lievissimo rincaro”.
La Di scala rincara la dose e aggiunge: “La maggioranza, inoltre, non è stata capace di dirci – in un sabato mattina alle 8.30 che avrebbe dovuto essere preceduto da adeguata pubblicità su cosa si sarebbe discusso – per quale motivo deve ancora incassare, al 31.12.2018, la bellezza di 4 milioni e mezzo di euro da chi per anni non ha pagato la TARI, trovandosi costretta ora a fare cassa, tanta cassa, sulle spalle dei baranesi, mentre resta impunito chi deve diverse annualità arretrate (hai voglia di fare accertamenti, se non pignori, e tu Comune ne hai i mezzi, stai fresco ad aspettare il pagamento spontaneo). Nè vale a giustificare il forte aumento dire che esso è dipeso dall’aggiornamento delle tariffe effettuato dalla SAPNA: il Comune si è opposto davanti al TAR, e comunque quell’aggiornamento incide solo in minima parte. La verità è che nella monarchia collinare i baranesi sono considerati come sudditi da mungere, non ritenuti degni nemmeno di vedersi spiegato perché in piena estate viene sospesa la raccolta degli ingombranti.E così, abolita l’agevolazione tariffaria inizialmente prevista per il compostaggio domestico (perché “vi è stato un abuso di richieste e vi è l’impossibilità di controlli da parte del comune”), non viene adeguatamente pubblicizzato che gli importi sono ridotti al 40% per le utenze poste a distanza superiore a 1.200 metri dal più vicino punto di conferimento, che le nuove attività commerciali (ormai un sogno a Barano) beneficiano di riduzione al 50% per un anno, o che sono esentate dal pagamento le abitazioni di persone sole di età superiore a 65 anni o con coniuge pure della stessa età che non abbiano altri redditi oltre l’assegno INPS né altri immobili, o quelle in cui sia presente persona invalida al 100% con limiti di reddito indicati nel regolamento”. Poi l’amara conclusione: “Ma tanto, una maggioranza forte di tale consenso si può consentire tutto, consapevole che ogni cinque anni basta fare la pulizia elettorale delle strade o mettere una pezza di asfalto che durerà fino alla prima pioggia. Hai voglia a scendere in piazza”.
