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Crollo di via Cossa, Comune e ATI Castaldo sotto i riflettori

di Francesco Castaldi

ISCHIA – Sarà l’ingegner Giuseppe Castagna a ricoprire il ruolo di consulente tecnico d’ufficio nel procedimento scaturito da un ricorso presentato dai proprietari di un parcheggio di via Baldassarre Cossa nei confronti del Comune di Ischia e della ditta ATI Castaldo spa. L’ingegner Castagna, così come disposto dal giudice della sezione distaccata del Tribunale di Napoli Immacolata Cozzolino, il prossimo 5 settembre dovrà procedere alla verifica dello stato dei luoghi e della qualità della condizione delle cose in relazione a quanto denunciato nel ricorso redatto dall’avvocato Francesco Pero. Sulla vicenda del crollo di via Baldassare Cossa – ceduta più di una volta – indaga da tempo anche la Procura della Repubblica di Napoli nella persona del pubblico ministero Claudio Basso, nominato titolare dell’inchiesta.

I ricorrenti, mediante il proprio legale di fiducia, puntano il dito anche contro il progettista del Comune Francesco Fermo che, a loro avviso, non avrebbe fatto alcun saggio idrogeologico preventivo del terreno (composto di solo lapillo) dove poi sarebbe stato effettuato lo scavo. In attesa della perizia e del suo esito, cerchiamo di ricostruire il puzzle di questa vicenda ripercorrendo le sue principali tappe. «In data 24 aprile 2015 – si legge nel ricorso – in Ischia alla Via Baldassarre Cossa, sono cominciati imponenti lavori di scavo della strada su metà carreggiata per la successiva posa di tubazione per impianto fognario e pluviale, l’altra metà della carreggiata era lasciata libera al transito veicolare. Il committente di tali lavori è il Comune di Ischia e la ditta esecutrice la ATI Castaldo SPA vincitrice della gara e sottoscrittrice del contratto di appalto […] stipulato il 25.02.2015 con il Comune di Ischia […], il direttore dei lavori e direttore del cantiere era l’ing. Francesco Fermo, tecnico del Comune di Ischia nonché estensore dei progetti esecutivi per la realizzazione di tali opere».

«La ATI Castaldo spa – proseguono i ricorrenti mediante l’avvocato Pero – cominciava uno scavo per una larghezza di circa mt. 1,30, lunghezza di circa mt. 11,00 e profondità di circa mt. 2,00, parte del terreno di risulta veniva colposamente apposto sulla strada che ha una discreta pendenza e sul marciapiede, con ciò occludendo la caditoia dell’acqua pluviale posta a ridosso del marciapiede confinante con la proprietà e l’esercizio commerciale dei ricorrenti. Tale scavo era lasciato a cielo aperto per cinque giorni unitamente al materiale di risulta che occludeva la caditoia dell’acqua piovana e non veniva approntato alcun minimo accorgimento al fine di evitare l’allagamento dello scavo e danni a terzi in caso di pioggia».

«Il giorno 27.04.2015 – aggiunge il professionista – come annunciato dal bollettino previsioni della protezione civile, veniva a piovere per poco tempo e l’acqua defluente dalle Vie SS 270 e Via Nuova dei Conti poste a ponte di via B. Cossa iniziava a invadere lo scavo, giacché come detto la caditoia dell’acqua era stata occlusa dal terreno di risulta, senza che la ditta esecutrice dei lavori e il Comune di Ischia, proprietario e custode delle suddette strade ove confluiva l’acqua piovana si preoccupassero di ciò. Nonostante l’evento piovoso del giorno prima e nonostante fosse stata data allerta meteo con quantitativi di pioggia elevati sulla Campania per il successivo giorno […], né la ATI Castaldo spa né il Comune di Ischia, che aveva l’obbligo di vigilanza e custodia della strade poste a monte e di fianco ai lavori in corso, né il direttore dei lavori e direttore del cantiere ing. Francesco Fermo, tra l’altro progettista e dipendente del Comune di Ischia, si premuravano di evitare l’allagamento dello scavo spostando il terreno proveniente dallo scavo e liberando la caditoia dell’acqua piovana».

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«Il giorno 28.04.2015 – scrive l’avvocato Pero – come annunciato dai telegiornali e dalle previsioni meteo si abbatteva su Ischia un copioso temporale, l’acqua raccolta da Via Nuova dei Conti e dalla SS 270, affluiva in Via B. Cossa e allagava lo scavo. Tale allagamento, stante il materiale vulcanico di cui è composto il sottosuolo in quel punto di Via B. Cossa, al di sotto del manto stradale, provocava il cedimento della strada, su entrambi i lati di via B. Cossa. L’acqua penetrava al di sotto dell’area di parcheggio dei ricorrenti e fuoriusciva al di sotto del muro di contenimento e finendo nella proprietà della signora D. N. M. R., l’acqua portava via il terreno sottostante l’area di parcheggio provocando un collasso e un avvallamento del parcheggio in vari punti, danni al muro di contenimento del parcheggio posto a confine con la proprietà M., nonché lesioni alla struttura sia della pergola che della tettoia collegati al muro di contenimento e al manufatto dei ricorrenti utilizzato per fini commerciali e quale punto di appoggio per mangiare e riposarsi durante la lunga giornata lavorativa di gestione del parcheggio […]. In particolare tale manufatto dei ricorrenti ha subito ingenti lesioni interne ed esterne in vari punti ed è stato dichiarato inagibile dai Vigili del fuoco».

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Inoltre, dal video realizzato nell’immediatezza dell’intervento dei Vigili del Fuoco e dalla successiva relazione emergerebbe la responsabilità dei danni a carico della ATI Castaldo spa e del Comune di Ischia. Infatti, nel rapporto redatto dal pubblico ufficiale si legge che «la forte pioggia allagava un tratto di scavo operato dalla ditta ATI Castaldo spa, che serviva per la realizzazione del condotto fognario, il materiale prelevato dallo scavo veniva posto a fianco dello stesso tra la cunetta e il marciapiede impedendo lo scolo delle acque in Via Baldassarre Cossa. L’allagamento dello scavo provocava un cedimento del manto stradale e di conseguenza si notavano delle crepe alla parete d’ingresso all’abitazione e un avvallamento del cortile appartenente al parcheggio del signor D.A.L., si invitavano gli occupanti a lasciare l’abitazione fino alla messa in sicurezza dello stabile. Inoltre l’acqua raccoltasi nella buca sopracitata sfociava nel muro di contenimento, invadendo il cortile sottostante di proprietà della signora D. N. M. R.».

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