CULTURA & SOCIETA'

Dalla Marmolada a Ischia, 10mila salvati dal Soccorso Alpino

Dalla tragedia della Marmolada, dove a luglio scorso si è staccato un grosso pezzo del ghiacciaio, alla frana del Monte Epomeo a Ischia, in novembre. Poi interventi quotidiani, in montagna, nelle grotte e negli ambienti impervi, per soccorrere escursionisti in difficoltà, sciatori, alpinisti: nel 2022 sono state 10.367 le missioni del Soccorso Alpino e Speleologico. Rispetto al 2021 c’è stato un aumento di quasi il 10%. In totale sono state 10.125 le persone soccorse, 504 i morti, 84 i dispersi. Numeri in crescita, che si spiegano con la ritrovata voglia di spostarsi e con l’aumento delle temperature che spingono verso la montagna anche persone inesperte, senza attrezzatura ottimale e impreparate fisicamente. Da qui l’appello del presidente del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico, Maurizio Dellantonio “a vivere la montagna con prudenza, a documentarsi in maniera approfondita, a scegliere con attenzione le attività in base alla propria esperienza e alle proprie competenze e – soprattutto – a imparare a saper rinunciare”.
Sono oltre 7mila gli operatori specializzati che in tutta Italia intervengono per l’assistenza e il recupero di persone infortunate o in difficoltà e per la ricerca e il soccorso dei dispersi. Le operazioni di recupero sono dovute principalmente alla caduta (45,9%), all’incapacità durante l’attività svolta (26,3%), a malori (13,7%). Oltre la metà delle persone soccorse sono escursionisti (nel 50,2% dei casi), o facevano mountain bike, il 9,0%, con un trend in forte crescita negli ultimi 5 anni, anche per l’utilizzo delle biciclette elettriche, che avvicinano alla montagna nuovi appassionati e turisti. Ma ci sono anche scialpinisti, alpinisti e cercatori di funghi. Nel 2022 sono state 4.297 le persone recuperate ferite in modo leggero, 1.298 i feriti gravi, 228 a rischio di vita; 3.714 gli illesi ma in difficoltà a causa delle condizioni morfologiche, dello stato dei terreni come la presenza di neve o ghiaccio, oppure perché non avevano attrezzature, calzature o abbigliamento adatti. I cani del Soccorso Alpino sono stati impiegati 263 volte per la ricerca di persone disperse a causa di valanghe. La metà degli interventi si concentra nei mesi estivi, a giugno (9,5%), luglio (14,6%), agosto (16%) e settembre (10,1%). E in particolare nell’arco alpino, il 20,2% in Piemonte, il 14,2% in Lombardia, il 13,3% in Trentino, 11,5% in Alto Adige. L’evento più critico è stato quello accaduto il 3 luglio sul ghiacciaio della Marmolada, quando un grosso seracco della parte sommitale del ghiacciaio si è staccato improvvisamente creando una valanga di ghiaccio e roccia che ha colpito diverse cordate di alpinisti. La tragedia ha fatto 11 vittime, di cui 2 guide alpine, e 8 feriti, nonostante il rapido intervento con 10 elicotteri e decine di soccorritori, e l’impiego di droni.

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