CRONACAPRIMO PIANO

Delocalizzazioni, Legnini presenta la bozza di ordinanza

Appuntamento domani 30 giugno alle ore 15 con i comitati a Palazzo Reale, convocato un incontro per esaminare il documento relativo agli immobili danneggiati dal sisma e dalla frana

È arrivato il momento tanto atteso della discussione dei provvedimenti per la delocalizzazione degli immobili a Casamicciola Terme a seguito del terremoto dello 2017 e dell’alluvione del 2022. E’ stato convocato un incontro con i rappresentanti dei Comitati dei cittadini, per un primo esame della bozza di ordinanza sulle delocalizzazioni degli immobili danneggiati dal sisma e dalla frana. 

L’incontro è convocato in presenza, presso gli uffici della struttura commissariale a Ischia, per venerdì 30 giugno alle ore 15. L’occasione sarà utile per discutere, detto in termini volgari, della nuova “mappa del rischio” per cosi dire, redatta dalla Autorità di Bacino che in questa fase e con la vicenda frana ed alluvione, propria, di Ischia ha assunto un ruolo più determinate che mai rispetto al passato. Linee guida, indirizzi anche sulla scorta delle indicazioni del Ministero competete e che imporranno una revisione del PAI, il documento programmatico che individua scenari di rischio collegati ai fenomeni franosi ed alluvionali presenti e/o previsti nel territorio ed associa ad essi normative, limitazioni nell’uso del suolo e tipologie di interventi, strutturali e non, che sono finalizzati alla mitigazione dei danni attesi. Ai sensi della vigente normativa di settore il Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico dovrà individuare alla luce dei recenti eventi le aree a rischio idrogeologico molto elevato, elevato, medio e moderato, ne determina la perimetrazione, stabilisce le relative prescrizioni. 

La carta del rischio scaturisce dalla sovrapposizione gli scenari. Le aree a rischio idraulico molto elevato (R4), le aree con rischio elevato (R3), le aree a rischio medio (R2) e rischio moderato (R1), le aree ad elevata suscettibilità di allagamento ubicate al piede dei valloni, le aree di possibile crisi idraulica localizzata e/o diffusa e le aree di attenzione per la presenza di alvei strada e cosi via. Sarà un momento importantissimo, su più fronti si era addirittura veicolata l’ipotesi che per Ischia, in alcune aree si stesse ipotizzano la creazioni di un area detta R5. Il principio dell’R5 si deve andare a motivare anche con riferimenti normativi e che andrebbe oltre l’elevato rischio dell’R4.

Ma si tratta di voci ed indiscrezioni senza riscontro al momento che in ogni caso indicano il livello elevato a cui è giunta la discussione sul tema Ischia, se pensiamo che  già nell’”elevato rischio “  c’è l’ipotesi di delocalizzazione. Ma già arrivare a questo punto del dibattito, ad avere una ordinanza del commissario che fissa il tema è   un ottimo risultato. Un risultato che ha cristallizzato il dramma stabilendo che là non ci si può abitare. Ciò implica un alto grado di consapevolezza su quel che accaduto ed accadrà, scelte complesse. Ora resta da capire le aree dove andare a ricostruire i nuclei delocalizzati. Le nuove 167 per intenderci. Trovare e dare alla gente un’area dove arrivi i servizi e sotto-servizi, un’area già urbanizzata è dotata di strutture e infrastrutture in grado di accogliere un nucleo ed un centro abitato.È questa la filiera da mettere insieme. È questo il limite dell’Isola 

In una recente uscita pubblica Vera Corbelli, Autorità di Bacino Meridionale ha detto che serve visione e regia per la gestione del rischio idrogeologico (frane e alluvioni): “Il tema del rischio idrogeologico non è solo emergenziale. Ora i media, Enti e cittadini sono ampiamente coinvolti colpiti dalle immagini drammatiche che ci arrivano soprattutto dall’Emilia Romagna. Non molti mesi fa la tragedia si è consumata nell’isola di Ischia. A parlare è Vera Corbelli – Segretario del distretto idrografico dell’Appennino Meridionale che di fatto traccerà il nuovo volto di Ischia-

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serve visione e regia per la gestione del rischio idrogeologico (frane e alluvioni)”.

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Sull’area del Distretto dell’Appennino Meridionale, si stanno definendo, per bacini e sub-bacini idrografici, con approcci semi-quantitativi e quantitativi, progetti integrati su areali interessati da specifiche criticità nonché su aree estese nelle quali si manifestano fenomenologie diverse e fra di loro strettamente connesse. Tutto per l’incolumità della popolazione, per la difesa del territorio, per la gestione delle risorse in un’ottica di sostenibilità ambientale, sociale ed economica. L’incontro del 30 giugno è solo con i rappresentanti dei Comitati, mentre un eventuale incontro allargato ai cittadini e ai tecnici interessati sarà deciso nel corso della riunione. A renderlo noto il Commissario Giovanni Legnini.

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