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Dentro l’uovo fioccano le ordinanze di demolizione

Appena il tempo di concludere i festeggiamenti pasquali, che ieri l’ufficio tecnico di Palazzo Bellavista ha emanato una serie di ordinanze di demolizione nei confronti di tre residenti, che nel tradizionale uovo di Pasqua hanno trovato una sgradita sorpresa.  La prima ordinanza riguarda alcuni lavori realizzati a Via Tresta. Il Signor A.G. viene contestato di aver realizzato senza idoneo titolo abilitativo tre interventi: in particolare, sarebbero diverse le ubicazioni della scala del piano terra, quella del primo e del secondo piano. Inoltre è stata accertata la creazione di un bagno nell’ambito della stessa volumetria, la chiusura di una finestra sul prospetto principale, e la realizzazione ex novo di un altro bagno in luogo di un cavedio.  Sempre in via Tresta è localizzato il manufatto destinatario della seconda ordinanza. Quest’ultima è stata emessa perché il signor T.D.C.F. “ha continuato i lavori, senza idoneo titolo abilitativo, presso un manufatto su due livelli già oggetto di precedenti accertamenti e oggetto di una ordinanza di demolizione, la n.52 del 1998”. Più precisamente, al piano terra del prospetto sud è stata individuata una cucina-veranda già ultimata, di forma rettangolare, con copertura di tegolato in legno sorretta da ritti in legno disposti in senso longitudinale e sormontata da tegole per una superficie di circa 20 mq. L’ultimo provvedimento riguarda alcuni lavori realizzati a via Serrato: si tratta di una  piccola tettoia a protezione della porta finestra dell’appartamento al piano terra, composta da una precaria struttura portante in legno e copertura con ondulina in materiale plastico, sviluppante nel complesso una lunghezza di circa mt 3,55 per una profondità di circa mt 1,00, realizzata dalla signora D.C.M.C.  senza il titolo abilitativo. I tre destinatari delle rispettive ordinanze sono tenuti entro 90 giorni al ripristino dello stato dei luoghi originario, con l’avvertimento che in caso di inottemperanza l’autorità competente irrogherà una sanzione amministrativa che, in caso di abusi realizzati in aree soggette a rischio idrogeologico elevato, sarà elevata nella misura massima, pari cioè a 20mila euro. Un “regalo” pasquale di cui certamente i destinatari avrebbero fatto volentieri a meno.

 

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