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Diffamato da Travaglio, Pittella nomina Massimo Ferrandino

L’avvocato ischitano ha avuto mandato dal parlamentare per agire contro il giornalista autore di un articolo pubblicato nei giorni scorsi su “Il Fatto Quotidiano”

Marco Travaglio contro Gianni Pittella. Sarà l’avvocato ischitano Massimo Ferrandino a difendere gli interessi del senatore contro il noto giornalista de “Il Fatto Quotidiano”. Travaglio ha infatti pubblicato un articolo lo scorso 26 agosto nel quale attribuiva al senatore Pittella una serie di condanne e di procedimenti penali, che tuttavia secondo il noto legale sarebbero completamente inesistenti. Dunque, una diffamazione che ha indotto il parlamentare, sindaco del comune di Lauria e già vice presidente vicario del Parlamento europeo, a dare mandato all’avvocato Ferrandino per procedere nei confronti del giornalista.

Gianni Pittella, nato a Lauria, in Basilicata, nel 1958, dopo la laurea in Medicina si è dedicato alla politica, militando dapprima nel Partito socialista e confluendo poi nell’Ulivo, per il quale è stato eletto alla Camera dei deputati nel 1996. Nel 1998 è entrato a far parte della Direzione dei Democratici di sinistra, seguendone poi le evoluzioni in Pds e in Pd. Nel 1999 è stato eletto per la prima volta parlamentare europeo, risultando riconfermato, in tutte le successive elezioni, nella circoscrizione «Italia meridionale», fino al 2018. È stato, come detto, vicepresidente vicario del Parlamento europeo ed il primo italiano a guidare il Gruppo dei socialisti all’Europarlamento.

Adesso, Pittella è uscito dal Pd per tentare un dialogo con l’area centrista di Renzi e Calenda. Per l’avvocato Massimo Ferrandino, dunque, un altro incarico che lo porta alla ribalta, dopo aver rappresentato la parte civile nei noti processi Cerciello Rega e Monteiro Duarte, entrambi finiti con l’ergastolo per gli imputati. L’intenzione del legale, è di agire sia con la richiesta di risarcimento dei danni provocati dalla diffamazione, sia sotto il profilo della responsabilità penale del giornalista, in quanto il senatore sarebbe rimasto molto male nel leggere l’articolo in questione, dove vengono adombrati diversi episodi relativi a problemi con la giustizia, che invece sarebbero completamente destituiti di ogni fondamento.

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