CRONACAPRIMO PIANO

«CASAMICCIOLA, SEI RIMASTA NEL MIO CUORE»

Domenica ricorre il primo anniversario dell’alluvione che sconvolse la cittadina termale seminando distruzione e morte. Alla vigilia Simonetta Calcaterra, all’epoca commissario prefettizio, riavvolge il nastro e racconta l’esperienza – umana e professionale – vissuta sull’isola. Non nascondendo i sentimenti di affetto per Casamicciola e la sua gente

Il 26 novembre 2022 era commissario prefettizio a Casamicciola, dopo aver “ereditato” la gestione della cittadina termale dopo che a fine giugno la sfiducia della maggioranza dei consiglieri comunali mandò a casa l’amministrazione allora guidata dal sindaco Giovan Battista Castagna. Quel maledetto sabato mattina crollò tutto, un fiume di fango e lava portò a valle di tutto con tanto di tributo di dodici vite umane. Simonetta Calcaterra corse sull’isola con il primo traghetto utile in una giornata in cui i collegamenti marittimi erano davvero a singhiozzo per le avverse condizioni meteo marine. Lo spettacolo che le si parò davanti fu allucinante ed è chiaro che da quel giorno anche l’impegno ed il ruolo della funzionaria prefettizia mutò radicalmente. Non più badare all’ordinaria amministrazione di un piccolo paese, ma tuffarsi dentro una serie di emergenze e problematiche che un minuto prima nessuno avrebbe mai messo in preventivo. Con un coinvolgimento non soltanto professionale, ma inevitabilmente anche emozionale ed umano. Oggi la Calcaterra è commissario prefettizio in quel di Caivano (evidentemente è “abbonata” alle sfide toste) ma non ha dimenticato Casamicciola, non ha dimenticato la sua gente. E domenica, in occasione della commemorazione in programma all’Hotel Gran Paradiso sarà sull’isola. Da un 26 novembre all’altro per ricordare, per non dimenticare. Ecco cosa ci ha detto quanto l’abbiamo raggiunta telefonicamente.

E’ trascorso ormai un anno da quando si scatenò l’inferno a Casamicciola. Cosa ricorda di quella giornata?

Una immagine dall’alto della devastazione causata dalla frana a Casamicciola, 27 novembre 2022. ANSA/Ciro Fusco

«Di quella giornata ricordo tutto, ogni singola immagine è ancora bene impressa nella mia mente. Su tutto, innanzitutto, l’incredulità nell’arrivare sull’isola e vedere lo scempio che era accaduto, il disastro del fango che scorreva fino al mare. E poi le auto intrappolate nella sabbia ma il momento più triste fu quello nel quale apprendemmo che c’erano dei dispersi. E poi…».

E poi?

«Ricordo che il meteo era tutt’altro che clemente e questo rese tutto più difficile nel senso che anche le ricerche risultarono subito molto complicate. Ma ricordo anche l’immensa dedizione e l’impegno profuso da tanti: penso ai vigili del fuoco, alle forze dell’ordine, ai soccorritori della protezione civile locale, regionale e nazionale, i tanti volontari, tutti impegnati senza tregua nella ricerca dei dispersi in quelle prime frenetiche e drammatiche ore. Momenti che resteranno scolpiti nella memoria in maniera indelebile, che mai potranno essere rimossi o dimenticati»

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Che cosa le resta professionalmente ma soprattutto umanamente di questa esperienza?

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«Tante cose, ma a me piace sottolineare il grande senso di comunità che ebbe modo di mettere in mostra la popolazione di Casamicciola. Da subito si creò in maniera quasi spontanea e niente affatto forzata una grande rete di solidarietà tra le persone, è come se il dolore avesse stretto tutti intorno a quello che era l’incessante lavoro da fare sia nella ricerca dei dispersi che dalla rimozione di fanghi e detriti che poi nell’avviare il percorso di ricostruzione. Per quanto riguarda l’aspetto professionale, è chiaro che è un’esperienza che mi ha arricchita molto, perché gestire un’emergenza del genere non è un qualcosa che si impara dai libri o si apprende in qualche maniera. Nel corso dell’attività è un qualcosa su cui devi trovare soluzioni e risposte al momento, e c’è anche il peso che devono essere quelle giuste perché in casi del genere non è consentito sbagliare. Ma in generale cercare di arginare il disastro è stata un’esperienza di vita prima ancora che professionale. Questo mi rimane più di ogni altra cosa del commissariamento di Casamicciola ed è questo che ha distinto e credo distinguerà sempre questa gestione da tutte le altre che si sono svolte altrove. Un’esperienza davvero unica e coinvolgente, quello che ho dovuto profondere in questo incarico è stato davvero qualcosa di irripetibile per tutta una serie di motivi». 

Quali?

«Qui c’erano in gioco la sopravvivenza, il presente ed anche il futuro di tante vite umane, questo è il grosso peso che ha caratterizzato la gestione commissariale di Casamicciola. Sapere che ci sono delle vite umane che devi proteggere era e rimane veramente una grande responsabilità, un senso del dovere come donna delle istituzioni ma anche dal punto di vista strettamente umano. Quello che ricordo ancora con piacere è che siamo riusciti a uscire fuori dal periodo più buio già al termine della mia gestione: erano stati fatti importanti passi avanti, so che altri altrettanto significativi sono stati compiuti ed altri ne vedremo a stretto giro. Mi creda, io sono davvero contenta quando sento che Casamicciola è rinata e che tutta una serie di obiettivi si stanno raggiungendo in tempi celeri». 

Quali altri ricordi conserva della gestione casamicciolese ed in particolare delle persone?

«E’ rimasto un legame molto forte e anche di natura personale sia con il personale del Comune (e quindi della macchina amministrativa che ha lavorato con me in quel difficile periodo) sia con le persone che ho avuto modo di conoscere ed apprezzare anche all’esterno dell’ambiente municipale. Ripeto, Casamicciola era e resta un’esperienza che resterà scolpita nei miei ricordi e nella mia vita come un segno profondo di grande dolore ma anche di altrettanto grande umanità e soddisfazione per i risultati che sono stati raggiunti».

A domenica, allora.

«A domenica, sarà davvero un piacere poter “riabbracciare” Casamicciola»

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