CRONACAPRIMO PIANO

Eruzione, niente piano per Ischia e Procida

Piani di Evacuazione dei Campi Flegrei, la terra scossa dai terremoti e la protezione civile diffonde gli strumenti e le info per eventuali casi urgenza. Restano escluse le due isole. E così…

Continuano le scosse di terremoto nei Campi Flegrei. La crisi bradisismica e gli sciami sismici non si arrestano.Negli ultimi giorni la terra ha continuato a tremare nella vasta area nel golfo di Pozzuoli a causa del fenomeno del bradisismo, ovvero il periodico sollevamento e abbassamento del terreno tipico di questa zona. Lunedi 2 ottobre è stata rilevata la seconda scossa più forte dall’inizio dello sciame sismico: 4.0 intorno alle 22 di sera localizzata tra Agnano-Pisciarelli.E c’è già chi parla di una nuova sindrome psicologica che causa attacchi di panico e ansia tra i residenti. Un’ansia che gioco forza investa anche la nostra Isola d’Ischia, relativamente Procida. Anche ieri mattina l’INGV ha registrato magnitudo di poco superiori i 2 gradi della scala Richter seguendo l’attività sismica flegrea. Molti hanno sollecitato la necessità di allontanare la popolazione o ancora di aggiornare il piano della Protezione civile. Il professore Giuseppe Luongo tra i massimi esperti in materia aveva sollevato dubbi sulla bontà dei piani di evacuazione vigenti chiedendone la revisione. Nel merito è stata diffusa in queste ore la mappa della Protezione civile per le evacuazioni prevedono la zona gialla e rossa, ma non per la crisi sismica, ma prevedendo l’attività del supervulcano intorno al quale le due zone si stagliano. La prima è segmentata in 15 località dove si deve evacuare immediatamente 500mila persone, l’altra 6 località e 24 quartieri dove potrebbero ricadere, in caso di eruzione, le ceneri vulcaniche. Qui potrebbero essere necessari degli allontanamenti temporanei di una parte dei residenti totali (800mila), soprattutto per quelli residenti in edifici resi vulnerabili o poco accessibili dall’accumulo del materiale caduto. Dopo l’annuncio di questi piani di evacuazione sull’isola d’Ischia in particolare si è aperto un certo dibattito, ritenendo che Ischia e Procida dovessero essere incluse e non escluse. Opinabile. Abbiamo chiesto al professor Giuseppe Lungo il suo parere nel merito dei piani è soprattutto della polemica. Dovevano essere incluse nei piani di protezione civile anche Ischia e Procida?

Secondo lei Prof. Luongo  ha attinenza il fenomeno, al punto da poter dire che Ischia e Procida dovessero essere incluse?

“Se si ipotizza un’eruzione tipo Ignimbrite Campana, i flussi potrebbero viaggiare sull’ acqua per diverse decine di km. Quindi Procida e Ischia sarebbero nel raggio di azione, ma lo sarebbe anche la fascia costiera Vesuviana, la Penisola Sorrentina e Capri.A Ischia non mi risulta che ci siano depositi da flusso dell’Ignimbrite Campana, mentre in tutti i luoghi citati si”.

Giuseppe Luongo non ci sta, va all’attacco e lancia un chiaro monito: «Mi chiedo se siano tutti impazziti in questo territorio. Non utilizziamo la paura dell’eruzione per non difenderci dal rischio sismico in questa fase critica»

Cosa pensa allora di tutto questo confuso fermento che non fa che disperdere energie e distogliere l’attenzione dai problemi veri di questa fase della crisi in atto?

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“Mi chiedo se siano tutti impazziti in questo territorio. Non utilizziamo la paura dell’eruzione per non difenderci dal rischio sismico in questa fase critica. Perdiana!Al momento il problema da affrontare è il rischio sismico, verificando la vulnerabilità degli edifici nell’ area più attiva dal punto di vista sismico ed esaminiamo quale possa essere il sisma in futuro di più elevata magnitudo. Con questi dati si possono ottenere informazioni sulla capacità degli edifici a resistere al massimo terremoto atteso. Su questa base si può procedere ad evacuazioni mirate per gli edifici più vulnerabili. Poi, se si verificheranno le condizioni per l’approssimarsi di un evento eruttivo si deciderà l’applicazione di un piano di evacuazione. Al momento non ci fasciamo la testa prima di essercela rotta”.

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Una riflessione finale?

“Siamo incorreggibili, non ci prepariamo mai ad arginare eventi catastrofici attesi nei tempi di pace, poi nell’emergenza entriamo in fibrillazione per la vistosa impreparazione e siamo destinati a scelte spesso errate”.

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