Focus caro benzina, ROSARIO CARUSO «Differenza che esiste da tempo, non regge la scusa del trasporto via mare»

«La differenza di tariffe tra i distributori di carburante dell’isola d’Ischia e la terraferma è sotto gli occhi di tutti e non si può disconoscere. Tuttavia questa differenza non è una novità, perché esiste già da diversi anni. Sicuramente è inaccettabile tale difformità, anche se essa non è tale come alcuni la dipingono, sparando cifre irreali. Lo scarto effettivo sarà intorno ai 20-30 centesimi, che restano comunque tantissimi, ne convengo. Per diversi anni ho viaggiato nelle regioni meridionali, come la Sicilia, dove ho potuto constatare differenze ancor più marcate nei prezzi alla pompa, dove lo scarto può sfiorare anche i 40 centesimi. In Campania invece non ho mai constatato scarti superiori, che pure qualcuno sostiene che esistano: nel caso, inviterei a fare foto e a segnalare il fenomeno. Ad ogni modo, anche una differenza di soli 10 centesimi sarebbe troppa, in quanto  su dieci euro di benzina verrebbe fuori una differenza di mezzo litro, che è rilevantissima. Quindi non voglio sminuire la realtà delle cose, ma invito solo a dare le cifre in modo corretto. Fino a qualche anno fa questa differenza di tariffe tra l’isola e la terraferma veniva giustificata con il “caro-traghetti”, ma  a quanto mi risulta il trasporto di un’autobotte costava 500 euro: se ogni autobotte trasporta diecimila litri di carburante, un rincaro di venti centesimi al litro si tramuta in duemila euro in più. E quindi il rincaro non si giustifica affatto col costo del trasporto marittimo, che è una scusa che non regge. Fra l’altro, il prezzo di trasporto per ogni autobotte sui traghetti si è ridotto ulteriormente rispetto ai cinquecento euro prima previsti. Eppure lo scarto di tariffe esiste ancora, e io sarò sempre a fianco di chi cerca di porre in essere ogni iniziativa volta a comprendere i motivi del fenomeno e le eventuali contromisure  per correggere questa anomalia: anche l’Elba è un’isola, ma non esistono simili differenze con la terraferma».