CULTURA & SOCIETA'

LE STELLE 

DI ELENA WHITEHEAD

Da piccoli, per stimolare l’impegno scolastico, i maestri ci invitavano a proseguire “per aspera ad astra”; perché è attraverso l’impegno costante e faticoso che si raggiungono le vette più ardite. Tuttavia, se oggi penso alle stelle, non è più per seguire un cammino verso destini apicali che mi avrebbero dato prestigio e dottrina poiché, più volte, ho visto la rapidità con cui l’effimero ricopre e nullifica il tutto. Del resto, ogni giorno, il nostro cammino incontra ostacoli di varia natura, spesso banali, ma ugualmente penosi.

Ad esempio, può bastare un malinteso, una parola di troppo, un complimento di dubbia chiarezza, un “no” ai nostri progetti. Per non parlare, dei danni devastanti del tempo che fanno scempio di corpi e di volti, facendoci dire, accorati: verso quale meta siamo in cammino? Intanto, sull’onda malinconica di novembre, vado con il pensiero a chi non c’è più, ai tanti che ci hanno donato, senza nulla volere, un incontenibile amore.                           

Comunque, continuo a scrutare quelle luci lontane per capire qualcosa che mi faccia sperare, che mi dica il perché del continuo vagare degli astri ed il motivo del puntuale ritorno delle stagioni, nonché l’incanto del vello del nostro Hairy che festoso, ci dona un affetto sincero. In realtà, ogni cosa appare soggetta ad una regola imposta, la cui fonte è ben oltre l’umano pensare. Ed allora, come già i nostri cari hanno fatto, mi rivolgo al Divino e mi stringo al Signore

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