LE OPINIONI

IL COMMENTO Col fiato sospeso, dal dramma al “miracolo Ischitano”

Le immagini drammatiche e le notizie, non sempre attendibili, che arrivano dall’Ucraina. La recrudescenza del contagio da Covid, che sembrava ci stessimo mettendo alle spalle e che invece fa registrare una preoccupante impennata. Le incertezze del nostro amato governo, che si barcamena tra finto pacifismo, sostegno a distanza, mancanza di chiarezza su tutti i fronti. Poi gli aumenti delle bollette, quello sconsiderato della benzina. E infine, ciliegina su questa amarissima torta, il miserabile, infame, penoso striscione degli ominidi curvaioli del Verona, che al vertice massimo della loro geniale idiozia, partoriscono uno degli slogan più beceri e violenti degli ultimi cento anni, contro i tifosi del Napoli e un’intera città. E tutto questo, parlando semplicemente di vacuo football.

Uno scenario da mettersi le mani nei capelli, che si dipana davanti ai nostri occhi, proprio nei giorni in cui l’alba del nuovo giorno dovrebbe essere più luminosa. Due anni di pandemia e una stagione estiva che si avvicina con il suo carico di speranze e di voglia di riscatto. Inutile nasconderlo, se le cose non dovessero mutare nel corso delle prossime settimane e i segnali non sono incoraggianti, anche sotto l’aspetto economico per Ischia, come per tutte le località turistiche del Belpaese, l’estate 2022 rischia di trasformarsi nell’ennesimo flop. Il pugno duro nei confronti degli oligarchi russi, comprensibile ma anche un tantino autolesionistico, penalizza anche l’Italia, che dai russi, negli anni, ha sempre ricevuto tanto in termini di afflusso vacanziero. 

Forio e Procida, tanto per citare i casi più eclatanti, hanno di fatto chiuso i propri porti ai diportisti “amici” di Putin. Un “non gradimento” che durerà “fintanto perdurerà lo stato di guerra attualmente in essere”. Quanto sia legittimo, giusto e utile fare tutti ciò, forse nessuno è in grado di poterlo dire. Quello che appare certo è che ad Ischia si calcola che l’effetto guerra possa provocare la cancellazione del 100 per cento delle prenotazioni di un mercato che fino ad una decina di anni fa la faceva quasi da padrone sull’isola e che comunque ha retto, fino allo scorso anno, rispetto alle presenze dei soliti tedeschi, da sempre innamorati delle bellezze della nostra isola verde. Una preoccupazione comune, come detto, anche ad altre zone della costa campana. In questi giorni hanno lanciato un grido di allarme anche amministratori della costiera Sorrentina e albergatori di Capri, Procida e del Cilento. All’orizzonte, poi, c’è anche un altro pericolo. Quello che la guerra e la paura di un allargamento del conflitto, possano alimentare una sorta di depressione generale, proprio come accaduto con il Covid, che si traduca nella poca voglia di evadere, svagarsi, programmare una vacanza. Tutti aspetti che necessitano, per poter essere vissuti, di mente libera e desiderio di guardare con fiducia al proprio futuro, anche quello immediato. Il crimine più grande che la guerra in Ucraina sta commettendo è quello di uccidere, assieme a tante vittime innocenti, anche la voglia di tornare a vivere come prima. La voglia di partecipazione e di vita in comune. 
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In una calda mattina di inizio giugno, tre signori in bermuda, maglietta a maniche corte e cappellino parasole, si avviano sul pontile di Ischia Ponte, in direzione del Castello Aragonese. Hanno tra le mani zingare ancora calde, vino bianco e limoncello freddo. Si inerpicano a piedi per le viuzze del maniero, fino a giungere nel punto più panoramico. Sono un russo, un ucraino e un americano. Quello ucraino è il più giovane di tutti e ogni tanto fa qualche scherzosa imitazione. Come fosse un attore comico. Qualcuno li riconosce ma stenta a credere che siano proprio loro e allora lascia che passino inosservati, che proseguano il loro cammino. I tre discutono tra loro di accordi, di intese, di ricostruzione e di Pace. Sorridono e si danno pacche sulle spalle. Qualcuno li vede sparire in controluce con l’isolotto di Vivara alle spalle. Il profumo del limoncello lascia una scia nell’aria… 
Ischia ha compiuto il suo miracolo. La guerra è finita!  

* DIRETTORE “SCRIVONAPOLI”

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