Free Market, è il turno dei testimoni della difesa

Inizia in tono minore la parte di dibattimento dedicata alla deposizione dei testi indicati dalle difese nel processo originato dall’inchiesta “Free Market”, deflagrata nell’autunno di ormai sei anni fa. Esaurita nella primavera scorsa la lista, oltremodo lunga, dei testimoni indicati dal pubblico ministero, ieri sono stati ascoltati tre testimoni in relazione alle posizioni di alcuni imputati tutto sommato minori, cosa che ha fatto che l’udienza si esaurisse in tempi molto rapidi, specialmente ove si pensi alle lunghissime deposizioni viste in questi anni, che si protraevano fino a pomeriggio inoltrato. Non è stato così ieri, a partire dal primo teste, indicato dall’avvocato Giuliano Di Meglio, difensore di fiducia di un cittadino accusato di svolgere abusivamente la professione medica sulla base di una intercettazione. Il testimone, conoscente oltre che cliente dell’imputato, ha spiegato l’origine del malinteso in quanto l’imputato era operante in uno studio composto da più professionisti abilitati, dunque non era stato perpetrato alcun abuso. Altri due testimoni, indicati dallo stesso avvocato Di Meglio e dall’avvocato Giglio, sono stato ascoltati rispondendo a domande che vertevano essenzialmente sull’organizzazione di taluni eventi da parte dell’associazione baranese “Testaccio Grandi Eventi”, oltre che sull’impiego che talvolta è stato fatto dei proventi, come la manutenzione di alcuni monumenti, ad esempio quello dedicato ai Caduti, o ancora per la Torre Saracena.

Attività prestate con spirito liberale, senza scopi di lucro. Un’udienza dunque interlocutoria, soprattutto in relazione a quelli che sono i due filoni principali in cui è di fatto diviso il processo: uno, già accennato, è appunto quello dell’organizzazione degli eventi e dei mercati in località Testaccio a Barano. Gli eventi fieristici erano quelli che, secondo l’accusa, sarebbero stati al centro di un “sistema” di gestione da cui diversi imputati avrebbero tratto ingiusto vantaggio patrimoniale, consistente nella divisione degli utili derivanti dall’organizzazione delle fiere e dei mercati in questione. Su tale ipotesi accusatoria sono stati ascoltati moltissimi testimoni in una lunga serie di udienze, testi scelti soprattutto tra le forze dell’ordine che condussero le indagini e i venditori ambulanti che partecipavano ai mercatini organizzati sul territorio baranese. La lista degli imputati conta tredici personalità, a vario titolo ritenuti responsabili, tra l’altro, di più episodi di peculato, concussione, corruzione per l’esercizio della funzione, abuso d’ufficio, falsità materiale ed ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atto pubblico e truffa in danno del Comune di Barano. Le attività investigative iniziarono grazie alla denuncia di Alessandro Slama nei confronti del tenente della polizia municipale di Barano Antonio Stanziola, denuncia che diede origine a un’indagine sempre più ampia, arrivata a coinvolgere un gran numero di personaggi di Barano: Paolino Buono, Salvatore Di Costanzo, Alexandra Eugenia Di Meglio, Ottavio Di Meglio, Maria Grazia Di Scala, Ernesto Napolano, Ciro Pinelli, Raffaele Piro, Antonio Schiano, Antonio Scordo, Antonio Stanziola, Antonio Vuoso e Giorgio Vuoso. L’inchiesta, oltre alla presunta gestione illecita dell’attività mercatale nelle varie zone del comune di Barano negli anni tra il 2012 e il 2013, si occupò di alcune vicende relative all’hotel Casa Bianca ai Maronti, per la quale l’accusa ipotizzò una presunta illecita strategia per ottenere indebiti vantaggi nella vendita dell’immobile situato presso la nota spiaggia. Anche a tale filone processuale sono state dedicate numerose udienze, compresa quella dello scorso febbraio. La prossima udienza è stata fissata per il 23 dicembre, giorno in cui saranno chiamati a deporre ben nove testi della difesa.