CRONACA

I presidi e le impronti digitali, le voci da Ischia: «E’ un provvedimento grottesco»

Anche i dirigenti scolastici degli istituti isolani in rivolta contro il decreto concretezza licenziato dalla Camera. Secondo la ministra Bongiorno le critiche sono derivanti da una lettura errata del provvedimento, ma i diretti interessati parlano di aggressione vessatoria

Anche sull’isola i dirigenti scolastici potrebbero essere costretti a timbrare il cartellino in entrata e in uscita. Nel decreto concretezza in aula alla Camera è passata la norma che prevede per i dirigenti scolastici la timbratura in entrata e in uscita dalla scuola. Se n’è discusso in Commissione Cultura dove è passato il parere che chiede “l’accertamento all’ingresso” di tutti i dirigenti scolastici. Una norma reputata assurda, punitiva e poco lungimirante. Ancora più strana e assurda se si pensa che gli insegnanti sono usciti dalle “grinfie” del Decreto Concretezza, così come i dipendenti Ata. Per professori, bidelli e inservienti il paventato obbligo è già decaduto e non saranno più costretti a offrire le impronte digitali al loro ingresso a scuola. Obbligo che invece permane, semmai il provvedimento dovesse passare anche al Senato,  per i dirigenti scolastici.

Ma cosa c’è di strano nel chiedere ai dirigenti di timbrare il cartellino all’ingresso della scuola? Tutto,  tenendo conto che i presidi non lavorano a orario, ma a obiettivi. Il provvedimento del ministro Giulia Bongiorno inizialmente prevedeva la necessità dell’accertamento all’ingresso per i maestri, professori e personale Ata, obbligo da cui sono stati liberati ma che invece mantiene i controlli per i presidi. I dirigenti scolastici dovrebbero ora essere soggetti ad accertamento esclusivamente ai fini della verifica dell’accesso. Ciò potrebbe significare assicurarsi che i dirigenti entrino in classe e lo si potrà fare solo con l’installazione nelle scuole italiane di costosi apparecchi che possano accertare la presenza dei dirigenti. Una presenza che il preside non solo non è tenuto a garantire ogni giorno a scuola e non certo per spenderlo in tempo libero, ma per le decine di mansioni che ogni dirigente scolastico è costretto a sostenere lontano dall’edificio scolastico. Difficile, inoltre, gestire la registrazione delle presenze per quei presidi che devono monitorare le attività nei plessi dislocati in zone diverse del territorio.

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“Vigilare sugli ingressi non ha senso – sottolinea Antonello Giannelli dell’associazione nazionale presidi – visto che il dirigente scolastico non ha un orario fisso di lavoro, quello che conta non è l’orario di lavoro, che il più delle volte supera gli standard lavorativi di una giornata operativa tipica, ma ciò che conta sono i risultati”Ma cosa ne pensano i dirigenti scolastici isolani di questo provvedimento? Da Assunta Barbieri, dirigente scolastico presso l’istituto comprensivo Vincenzo Mennella, a Lucia Monti, Dirigente Scolastico S.M.S. “Scotti”, passando per Antonio Siciliano del Mattei e Giuseppina Di Guida del Mennella, la condanna è unanime.

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