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“Herzlich willkommen” e “You’re welcome”, gli studenti dell’IIS “C. Mennella” intervistano i turisti stranieri

Un progetto PON per mettersi in gioco e verificare la padronanza di una lingua straniera. Ma anche conoscere, improvvisandosi reporter, punti di vista rilevanti sulla nostra isola: quello degli ospiti tedeschi e inglesi che scelgono di visitarla. Luci e ombre di una destinazione che presto, nei loro ambiti professionali, vedrà le giovani generazioni giocare un ruolo di primo piano

No languages, no future. Senza la padronanza delle lingue straniere, non c’è futuro. Non solo per vivere, lavorare e studiare all’estero, ma anche per aprirsi al mondo, conoscere culture e popoli lontani, stringere amicizie che spesso durano nel tempo. Ma “No language, no future” è anche il titolo di un progetto originale che mette alla prova (e a frutto) lo studio della lingua inglese e tedesca nelle scuole isolane. Un progetto a cui ha aderito l’Istituto d’Istruzione superiore “Cristofaro Mennella” attraverso due moduli che abbracciano didattica e turismo: “Herzlich willkommen” e “You’re welcome”.

Gli alunni dell’Istituto, in particolare gli studenti e le studentesse dell’Indirizzo turistico, sono scesi in strada per intervistare i turisti inglesi e tedeschi direttamente nella loro lingua. Un’opportunità di usare concretamente la lingua straniera, di mettersi in gioco con ospiti che magari non parlano una parola di italiano e di conoscere un punto di vista importante, quello dei flussi turistici stranieri, sulla nostra isola. Sui bisogni e le aspettative di chi sceglie di visitarla. Luci e ombre di una destinazione che presto, nei loro ambiti professionali, vedrà le giovani generazioni giocare un ruolo di primo piano. Le interviste, chiaramente, sono il frutto di un lavoro preparatorio elaborato in classe, con grande serietà e senso di responsabilità da parte dei ragazzi, insieme a due esperti di madrelingua (Fabian Wecke per il tedesco, Madhuri Tailor per l’inglese) e sotto la supervisione dei due tutor del progetto: le docenti di lingua straniera Francesca Barile e Carmela Postiglione.

Perché hanno scelto Ischia, quali sono i luoghi che preferiscono, come valutano l’organizzazione e l’accoglienza turistica, se piacerebbe loro ritornare, cosa ne pensano di trasporti, terme, enogastronomia locali. Sono solo alcune delle domande che gli alunni stessi hanno formulato, tradotto in tedesco e inglese per poi, improvvisandosi ‘reporter’ sul territorio di Forio, formularle ai visitatori e raccogliere le loro risposte. Un’occasione interessante non solo per mettere alla prova le competenze linguistiche acquisite durante il loro corso di studi, ma anche quella di realizzare, attraverso le interviste, seguite da analisi e sintesi, una sorta di piccola inchiesta sulla percezione che i turisti stranieri (o almeno quelli tedeschi e anglofoni) hanno dell’isola d’Ischia. Tutto sommato, tenendo presente il campione non proprio enorme, Ischia sembra superare l’esame. Ci sono criticità importanti, evidenziate quasi all’unanimità (i trasporti in primis), ma l’impressione generale è ancora positiva.

«Le interviste – spiega la professoressa Francesca Barlie – volevano dimostrare ai ragazzi che la vera lingua non è quella che si studia sui libri, quando si fanno gli esercizi, ma quella che si parla nella vita quotidiana. Parlare con uno straniero, capire e farsi capire, presuppone competenze di comprensione ben diverse dal fare semplici domande. Tutta la seconda parte del progetti è stata dedicata allo studio delle interviste, registrare le risposte dei turisti, che sebbene entusiasmati dalle bellezze dell’isola, ci tenevano a far notare anche le problematiche che noi tutti ben conosciamo e che dovremmo cominciare a risolvere»

«Per le competenze di base, il nostro modulo “You’re welcome” era un livello B1 di inglese – aggiunge la professoressa Carmela Postiglione –  con 60 ore complessive distribuite in due incontri a settimana di tre ore ciascuno. Vi hanno partecipato circa 20 alunni. Il bilancio finale è certamente positivo, anche se l’uscita sul territorio prevista dalla piattaforma è stata accompagnata dalla pioggia, quindi non abbiamo incontrato molti inglesi. In ogni caso, i dati raccolti ci hanno restituito un quadro di massima sull’opinione dei turisti. Dati che finiranno su un Power Point che stiamo ultimando proprio in questi giorni.»

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Entrambi i moduli sono stati dunque finalizzati a comprendere gli elementi essenziali di una conversazione standard riguardante questioni comuni come il lavoro, la scuola, le vacanze il tempo libero; gestire la maggior parte delle situazioni che s’incontrano viaggiando in Paesi di lingua straniera; esprimersi in maniera semplice e coerente su tematiche o ambiti d’interesse personale; raccontare esperienze o eventi, descrivere sogni, speranze e obiettivi e dare brevi spiegazioni o motivazioni. Nell’ambito del progetto, anche una fase dedicata alla conoscenza degli studenti e alla socializzazione. Incontri che hanno avuto lo scopo di armonizzare e rendere omogenei i livelli di competenza degli alunni, spesso provenienti da classi e contesti diversi. Un ‘ponte’ tra ciò che i ragazzi sapevano e ciò che hanno appreso durante il corso, senza disperdere le competenze acquisite precedentemente, ma favorendo il recupero, il rinforzo e l’integrazione degli studenti più svantaggiati. 

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Ma come è andata la fase più pratica, l’uscita sul campo e l’approccio con l’ospite straniero? Lo abbiamo chiesto direttamente a loro. Secondo Luigi Mattera, classe IV A dell’Indirizzo Nautico, «i turisti inglesi che abbiamo incontrato ci sono sembrati soddisfatti dell’isola. Le nostre domande vertevano soprattutto sul perché l’avessero scelta. Naturalmente le risposte sono state molto diverse: personalmente mi ha colpito una ragazza irlandese che viaggiava perché stava cercando se stessa. Di Ischia le piaceva il lato montuoso, quello più agreste. Il punto debole? I trasporti. Se ne sono lamentati tutti. Bus troppo pieni, si viaggia male e troppa disorganizzazione. Forse dove vivono sono abituati a un servizio molto più efficiente di quello che viene offerto sull’isola, per questo hanno notato molto la differenza»

Per Caterina Di Costanzo, classe V A indirizzo turistico, che ha partecipato al modulo di lingua tedesca “Herzlich willkommen”, «non tutti sono stati disponibili a farsi intervistare. Qualcuno, con un po’ di pungente ironia, quando gli abbiamo chiesto se trovavano l’isola tranquilla hanno risposto di sì, soprattutto quando non ci sono delle persone a fare domande. Però la maggior parte di loro si è dimostrata affabile, interessata alle nostre domande e molto sincere nell’esprimere il loro punto di vista sull’isola e la loro soddisfazione. Pollice in su per le terme, il clima, la costa. Bocciato invece il sistema di trasporto pubblico. Qualcuno di loro ci ha detto che non voleva più salire su un pullman perché “non si respira”.» Aspettative deluse o confermate? «Ho avuto l’impressione – continua la studentessa – che i tedeschi si aspettano di trovare quello per cui hanno pagato. Vogliono una corrispondenza quanto più vicina possibile rispetto a quello che hanno immaginato o letto o gli è stato proposto quando hanno scelto Ischia come destinazione delle proprie vacanze. Qualcuno poi si è lamentato dei prezzi troppo cari, ci hanno infatti chiesto dove trovare un buon gelato a meno di 3 euro; altri, che forse hanno già visitato l’isola anni fa, non so se con rammarico o soddisfazione, hanno osservato che non ci sono più tanti tedeschi come un tempo.»

Studenti promossi anche dagli esperti madrelingua? «Quando siamo usciti in cerca di turisti inglesi – ci spiega Madhuri Tailor – era un giorno piovoso, non proprio la condizione ideale. Eravamo tutti con gli ombrelli e tutti insieme. Gli inglesi amano un approccio più calmo, a una certa distanza, ma devo dire che gli studenti del “Mennella” si sono posti in maniera molto naturale, non credo pensassero agli inglesi come gente snob o riservata. Anzi la conversazione è stata molto amichevole.» C’è qualcosa da migliorare nella padronanza di una lingua ormai universale, chiave d’accesso indispensabile per ogni professione? «Direi che gli studenti italiani che studiano inglese dovrebbero applicarsi di più nella pronuncia e nella concentrazione» ci dice l’esperta madrelingua. «Parlano, ma non ascoltano. O ascoltano poco. Questa è la sfida che ci siamo proposti con questo progetto: migliorare il modo di parlare la lingua straniera quando sono a contatto diretto con gli inglesi o con chi parla la lingua inglese»

Per Fabian Wecke, 26enne di Hannover, «la fase preparatoria è stata decisiva. Come approcciare un turista tedesco in maniera gentile, usare un certo tatto con le persone più anziane, che tipo di domande fare. I ragazzi si sono divisi in gruppo e devo dire che se la sono cavata benissimo. C’è chi si è concentrato su impressioni generiche e chi ha scelto di andare a fondo, testando il gradimento in materia di cucina locale, di terme, di pulizia, di organizzazione, se tornare oppure no. In linea di massima direi che Ischia riscuote ancora un certo consenso tra i tedeschi, si sentono bene accolti, amano gli italiani, anche se non tutti apprezzano come in questi anni l’isola sia cambiata.» Qualche pregiudizio al contrario? «Dei ragazzi? Beh, lo stereotipo del tedesco col sandalo e calzino li ha aiutati a riconoscerli subito, ma poi si sono concentrati sulle domande da fare e sulle risposte che hanno ricevuto.». Il feedback sostanzialmente positivo raccolto dagli alunni dell’IIS “C. Mennella” non deve farci dormire sugli allori. È vero che i flussi internazionali si stanno diversificando, ma siamo reduci da un mese di maggio (quasi) disastroso. È quindi necessario ripensare una progettualità turistica che, tra le tante cose, si occupi in maniera seria di invertire il segno negativo delle critiche raccolte. Ferite aperte come il caos, il traffico, l’inefficienza dei trasporti, i rifiuti vanno definitivamente chiuse. 

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