CRONACA

La dura denuncia: «Sull’isola serpeggia la discriminazione omofoba in famiglia»

A Ischia un ragazzo del gruppo Ischia Lgbtq+, che difende i diritti delle persone lesbiche, gay, bisessuali e transgender, mette in evidenza i conflitti familiari per il proprio status di omosessuale. e grida: «Reclamare i propri diritti non significa essere il re dei “ricchioni”»

Ischia è un’isola omofoba? Forse non apertamente, ma strisciante permane nell’opinione pubblica di chi vive nel territorio ischitano, in linea tra l’altro con ciò che si pensa un po’ in tutta la penisola, un malcelato fastidio per tutto ciò che si discosta dalla cosiddetta “normalità”. Impossibile generalizzare, ma fenomeno di omofobia sono ben presenti nel tessuto sociale isolano. Non c’è pretesa di sostituirsi a sociologi o psicologi, esperti di comportamenti che hanno a che vedere con la sfera dell’umano, ma forse sull’isola, per la sua innata vocazione turistica e la necessità di accoglienza che si tramuta poi in occasione di lavoro, esternazioni eclatanti di intolleranza non fanno parte dei problemi principali dell’isola. Ma sotto sotto, scavando nell’animo di una buona parte di persone che vivono l’isola, non sarà difficile individuare una profonda insofferenza per chi si dichiara omosessuale e che tenta di vivere i propri sentimenti e la propria identità sessuale alla luce del sole, insofferenza che si tramuta profonda avversione per chi ne fa un emblema e dichiara ai quattro venti.

Basta però scavare un po’ nella quotidianità per rendersi conto che invece l’insofferenza ad accettare chi ama persone dello stesso sesso.

A denunciare il caso è il gruppo “Ischia Lgbtq+”, il primo collettivo di persone lesbiche, gay, bisessuali e transgender dell’isola d’Ischia. Il cui portavoce ricorda: “Uno dei principali motivi per cui è nato il nostro collettivo è quello di aiutare tutti coloro che subiscono discriminazioni o non accettano il proprio orientamento sessuale e/o la propria identità di genere. Qualche tempo fa uno dei membri del collettivo ha avuto disguidi con la propria famiglia, testimonianza che il lavoro verso una società aperta al diverso è ancora tanto. Siamo molto felici del fatto che Lino non si sia fatto abbattere dalle parole dei suoi genitori, ecco il suo post in merito la faccenda”. Ma cosa è capitato a Lino? Lo racconta lui stesso con una certa rabbia mista allo stupore di chi vorrebbe soltanto vivere la propria sessualità alla luce del sole, senza mai superare quella sottile linea di rispetto che potrebbero ledere le libertà altrui.

“Oggi mia madre tornando da mare mi viene a dire che un certa signora, che io non so chi diamine sia, le ha detto che io “abuso” dei social network come facebook e instagram perché pubblico contenuti “”volgari””. Quali sarebbero sti contenuti volgari? Ovviamente quei pochi post che ho condiviso inerenti alla comunità LGBT+. Mia madre me l’ha descritto come se con quello che pubblicassi io volessi mostrarmi come “il capo dei ricchioni” (perché ovviamente il termine gay non esiste nel suo vocabolario). Io il capo dei ricchioni non lo sono certo, e al massimo avrò condiviso post del collettivo LGBT; si abbiamo un collettivo lgbt+ e io ne faccio orgogliosamente parte. Inoltre mia madre è stata invitata a farmi allontanare da questi social e di smettere di condividere/pubblicare qualunque cosa inerente al mondo dei “ricchioni” perchè pericoloso. Allora cara signora, se sta leggendo questo post sappia che se c’è una cosa che odio è chi parla a sproposito senza informarsi. La comunità lgbt è tutto fuorché pericolosa e il nostro collettivo ha come obiettivo quello di aiutare tutte le persone che vengono discriminate per colpa di persone come lei e i miei genitori. Proprio adesso i miei stanno cominciando con le solite frasi bigotte “non sai chi sei” “non sai cos’è la tua identità sessuale ” “ok che sei gay ma non devi metterlo in mostra”. Se la mia omosessualità vi da fastidio, siete in tempo per cancellarmi dagli amici, e fatelo al più presto perché gente così non la voglio.- conclude il ragazzo che ha avuto la forza di denunciare quella che forse è l’aspetto peggiore di questa storia, ovvero il lento sgretolarsi del rapporto tra figli e genitori. Ricordate d’esser sempre orgogliosi di voi stessi.

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