LE OPINIONI

IL COMMENTO Ischia non dimentichi Angela, tricheco e tartarughe

DI LUIGI DELLA MONICA

Un rischio talvolta sostenibile per i grandi uomini che hanno calpestato la nostra Madre terra, in modo da lasciare ampia memoria di sé ai posteri è quello di essere “distrattamente” lasciati nell’oblio dopo la morte. Purtroppo, devo ascrivere alla nostra amata isola questo demerito: nessun media locale ha dedicato particolare attenzione al termine dell’esistenza terrena del Giornalista, Musicista e Scienziato honoris causae Piero Angela. Non esiste nesso fra costui e l’isola? Mi rincresce replicare che è un errore pensare in tal senso. Quark, Superquark, le Meraviglie… E’ stato proprio il figlio Alberto a ribaltare la luce del Mondo su Ischia, con il suo ampio servizio di approfondimento televisivo sulle bellezze isolane al termine del 2021. Non ho letto, udito ovvero osservato una sorta di cordoglio ufficiale da parte degli ischitani, verso il padre di questo signore, che ha blasonato mediaticamente la Bellezza di Ischia. Come al solito, vi è stata la litania pedante e puerile di cui si riempiono la bocca a tutti i livelli i nostri concittadini: “Ischia è bella e che c’era bisogno di Alberto Angela?”. Con questo è bella, è bella, non si muove un dito per arrestare il fenomeno del turismo criminale, perché deve pensarci la Polizia ed intanto, a fronte di presenze record e deliri di gioia per la conoscenza della nostra amata Ischia, da parte di nuovi turisti che non l’avevano mai vista, si registrano ripetute ed ignominiose azioni di brutalità e bestialità. La soluzione di attendere il 31 agosto per inneggiare alla ripresa della civiltà locale, come già asserito in mie precedenti frasi, è obsoleta ed ipocrita, farisaica oserei dire.

Neppure il body shaming, una sorta di bullismo dei ben pensanti e degli educati verso i diversi, i soggetti che si vestono in modo volgare, oppure hanno forme in evidenza e\o debordanti dal vestito extralarge. A Capri dalla piazzetta chic mi sono arrivate foto da miei amici sui social riproducenti una signora con scarpe e gonna dorate in armonia con dei sandali marroni costosissimi e kitch. Non possiamo certo assumere come il “New Valentino” un buttafuori per ogni sito isolano. La celebrazione autoreferenziale della bellezza ischitana, che giammai sarà scalfita – e lo spero sinceramente – ha avuto modo di destare l’attenzione su alcuni ospiti per così dire “brutti”, che hanno attirato fumi di inchiostro di stampa, ma si è dimenticato, ripeto, di esprimere cordoglio per il papà di uno dei propulsori mediatici più illustri dell’immagine dell’isola: Alberto Angela.

Quest’ultimo mi auguro verrà ad Ischia, precisamente sulle sponde del paradiso terrestre della spiaggia di San Montano, dove si è originato il dono divino dell’ospitalità ischitana ed il culto dell’accoglienza nel segno di Santa Restituta, per contribuire allo studio scientifico del fenomeno straordinario dei cuccioli di tartaruga.

In proposito, la nostra isola è stata depositaria non solo di un gioiello faunistico a livello mondiale, ma verrà anche investita di un ruolo sociale e didattico importantissimo. Ischia avrà l’opportunità di promuovere nel Mondo, forse grazie a Superquark di Alberto Angela, che speriamo verrà presto di nuovo da noi, ma che abbiamo dimenticato di omaggiare per il compianto papà, il principio dell’amore verso la natura e le specie animali protette. Il significato di tutto ciò è intriso di particolare contenuto, alla luce della coincidenza epocale che il miracolo della natura sia avvenuto nello stesso sito, ove le spoglie di Santa Restituta furono raccolte: dove finisce la vita di una martire e nasce il culto cristiano della tolleranza, accoglienza ed inclusione sociale, inizia la vita di piccole creature animali, evento su cui nessuno avrebbe scommesso, candidando Ischia a capitale mondiale della protezione degli ecosistemi naturalistici.

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Tutto questo si pone in una cornice di forte contrasto ideologico e sociale, con quanto accade nella lontana Scandinavia – diceva Totò nel film il “Turco Napoletano” 1953 sotto la Scandinavia – ai confini con la terra natìa della eroina dell’ecologismo contemporaneo, Greta Tunberg, e precisamente nella tanto civile Oslo, capitale della Norvegia, che vezzeggia, gioca, molesta, martirizza una dolce tricheco femmina e poi per un presunto pericolo alle persone la uccide.

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Questo episodio mi ha colpito, non per dare sfoggio ai lettori della mia sensibilità, ma per ragionare sulle basi ideologiche del nostro Mondo occidentale, presuntivamente libertario e democratico in antitesi alla Russia traditrice del patto internazionale di pace, dove si professano i diritti umani, ma non si fanno complimenti ad arrogarsi una sorta di ragione di ordine pubblico per abbattere un singolo animale innocente.

Allo stesso modo si intenderebbe abbattere, metaforicamente come il tricheco Freya, il turista goffo, maleducato e sgraziato che alloggia sull’isola nel periodo agostano, dopo averlo però spremuto di ogni risorsa economica. La nostra cultura isolana, avente il primato campano per l’ospitalità, per l’accoglienza, per l’inclusione sociale – ricordo in miei precedenti scritti ho precisato che sulle spiagge isolane esiste coesistenza pacifica fra bambini, genitori, anziani e portatori di handicap – si perde in sterili emarginazioni ideologiche dei turisti cafoni, senza auto esaminarsi in libera coscienza sulle vere origini del fenomeno.

Le cause, ferma restando la volontà isolana di tollerarli nel periodo compreso fra la festa di Sant’Anna ed il 31 agosto di ciascun anno, sono tre: si voglia o no accettarle ma sono le seguenti. Mancata selezione da parte dei privati del potenziale affittuario, vendita delle camere d’albergo alle agenzie oppure ai tour operators, low cost di alcuni pacchetti anche in altissima stagione. Se non si studieranno strumenti innovativi di attrattiva turistica, come già asserito, il mondo del web che ha decretato la vetta mondiale di Ischia, potrebbe precipitarla in un buco nero senza ritorno. La bellezza non è una stella, per restare in tema spaziale, che si alimenta di energia di luce, anche se sappiamo – per apprendimento mio personale di una puntata di Quark di Piero Angela seguita da ragazzo – avere una vita media di 10 miliardi di anni; la bellezza dell’isola non può essere il palliativo per bendarsi gli occhi di fronte al vilipendio, allo scempio che avviene nella quarantena, non quella del COVID, fra il 20 luglio ed il 30 agosto di ciascun anno.

Ischia non ha atteso 10 miliardi di anni per essere vista come la più bella del Mondo, ma 70 anni dall’epoca di Rizzoli al 2022, per cui questo patrimonio ideale non va sciupato e per il 2023 si dovranno creare barriere culturali, anche se nell’alveo delle Istituzioni democratiche e della civile convivenza, atte ad impedire l’ospitalità ai peones ed ai criminali. Se la modifica costituzionale della insularità, secondo quanto asseriscono i suoi padri ideologici, potrà far approdare sull’isola lo Statuto Speciale come accade nella Provincia di Bolzano, i corposi sgravi fiscali di cui hanno goduto quelle aree privilegiate del Paese dovranno essere reinvestiti da tutti gli operatori di settore per rimodulare su dodici mesi il turismo di qualità ed elaborare strategie di marketing idonee ad emarginare alla radice la selezione di Ischia, da parte del potenziale utente scostumato o di provenienza criminale. Gli alberghi dovranno riflettere, con quegli sgravi fiscali derivanti dallo statuto speciale, se valga la pena di prostrarsi al booking esterno e rischiare di trovarsi quei due soggetti che hanno spaccato la bottiglia in viso al cameriere. I proprietari delle seconde case, invece, potranno prendere esempio dalla Svizzera, che è altresì luogo di turismo anche termale: chiedere le referenze prima di accettare la locazione. In conclusione, cari isolani non dimenticate il compianto Piero Angela, il cui figlio ha contribuito al risultato di Ischia sulla vetta mondiale della bellezza, che è un dono che va protetto ed amministrato, non lasciato appassire.

* AVVOCATO

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