LE OPINIONI

IL COMMENTO Ischia, una rinascita possibile

DI LUIGI DELLA MONICA

Confesso ai lettori di aver avuto una crisi esistenziale profonda, nell’osservare il tambur battente degli eventi via, via succedutisi in questi giorni, che hanno quasi creato una sorta di anestesia invisibile al dolore ed alla rassegnazione. Ho scritto molto su dignità e sgomento per il clamore mediatico, ma una nota riflessiva doverosa va fatta sul tema della ricostruzione e del risorgimento ischitano. Abbiamo un Commissario Straordinario “bigamo” – perdonate la licenza narrativa imprestata da un film comico del 1960 del mio, nostro, amatissimo Totò, “letto a tre piazze” – che ha sposato due mogli, due cause esigentissime: la ricostruzione delle abitazioni disastrate dal terremoto dell’agosto 2017 e l’emergenza idrogeologica del 26 novembre 2022. La popolazione in linea generale gli sta attribuendo meriti e gradimento nell’operato, ma inconsapevolmente per fatti concludenti si sta abituando all’idea di un centro decisionale unico, di un “comune unico”. Questo concetto giuridico è entrato anche nell’inconscio collettivo degli stessi amministratori locali, che hanno dichiarato nelle audizioni alla Camera dei Deputati, Casamicciola è patrimonio imprescindibile ed indivisibile da tutta l’isola d’Ischia ed il destino dei nostri fratelli e sorelle casamicciolesi ci appartiene e ci responsabilizza fianco, a fianco.

Non sono un fautore ossessivo o sognatore del comune unico, ma vedo che la consorella Procida con una sola Amministrazione Comunale ha fatto più in un anno, che noi ischitani in trenta. Intendo solo analizzare un dato di realtà, perché siamo stati proprio noi a sabotare il referendum del 2011, con appena il 19% dei votanti, per cui l’isola, quella delle 04.59 del 26 novembre 2022, pervicacemente non intendeva abbandonare le sei amministrazioni comunali. Ripeto, non intendo professare la teoria del comune unico, per questo vi è un’associazione apposita ed un memoriale di azioni encomiabili, la cui paternità è storicamente ascrivibile al mio Collega, nonché past Presidente dell’Assoforense Ischia, il compianto Nello Mazzella. Il mio scopo è stimolare l’attenzione dell’opinione pubblica che lo Stato centrale, quello della terraferma, qualsiasi esso sia lo schieramento della maggioranza, per affrontare una criticità sistemica e strutturale ci assegna uno, due commissari governativi, laddove sarebbe bastato un unico sindaco, unica giunta, un unico consiglio comunale per 68 mila abitanti. Alcuno potrebbe eccepirmi che sussiste la competenza funzionale della Città Metropolitana, come appare nel dossier della dott.ssa Calcaterra, ma non mi riguarda associarmi alle sue autorevoli critiche, perché non ho titolo per commentare o ritenere responsabile tale Ente, ma certamente esso veniva istituito nel proposito di coordinare su tematiche amministrative e gestionali le aree pubbliche coinvolgenti gli interessi di tutti e sei i comuni insulari.

È stata formulata una richiesta di finanziamento di circa mille milioni di euro per il nostro territorio. Lo Stato centrale ha recepito ed è pronto ad ascoltarci, io credo anche la Comunità Europea. Ma per arrivare a questo occorreranno sforzi disumani, non illudiamoci. I terremotati sono già pronti, ma gli alluvionati dovranno redigere un preventivo asseverato e congruo delle proprietà immobiliari e delle attività produttive compromesse ed i comuni competenti per territorio, in particolare gli Uffici Tecnici Edilizia Privata, le Sovrintendenze di riferimento, dovranno in tempi record passare alla T.A.C., al “ground scanner” alla lente di ingrandimento satellitare tutte le fondazioni, tutte le falde freatiche, i crateri, i canali di impluvio, i corsi d’acqua, le aree forestali per 44km quadrati di isola e rispondere perentoriamente ai seguenti quesiti. Dica il Comune interessato quante e quali aree sono a rischio sismico ed idrogeologico, quante e quali abitazioni insistono su zone pericolose o vincolate, quante sono totalmente legittime, quante sanabili, condonabili ed infine abusive, ovvero accertate con sentenze di condanna passate in giudicato ed in attesa di demolizione.

È questa la “Ischia revolution” che la storia ci chiama ad affrontare: il cambio di vita, anzi l’involuzione la stiamo vedendo tutti i giorni, con strade interrotte per allerta meteo, deportazioni in massa di centinaia di persone; lo sconvolgimento di mentalità ed ideologia che la politica demografica ed edilizia dell’isola non sarà più la stessa. Una volta risposto a quei quesiti che da circa 40 anni sono sepolti da tonnellate di silenzi, pesanti del pari della colata di fango del 26 novembre 2022, solo allora potremmo strapparci da faccia gli schiaffi della stampa nazionale che ci ha vilipeso e dileggiato, ancora quando stavano cercando gli steli dei dodici fiori spezzati dalla frana, con la frase diffamatoria “abusivi”. Con dati scientifici alla mano saremo in grado, grazie alla buona volontà ed all’abnegazione del nostro Commissario Legnini, a cui propongo di far affluire sul territorio una “task force” di geometri, architetti, ingegneri, istruttori amministrativi che possano coadiuvare ed ausiliare gli uffici amministrativi locali preposti a tale immane compito, di respingere al mittente la infamante accusa di essere rei di avere pendenti 27 mila domande di condono.

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In ordine poi alla questione delle aree che verranno dichiarate non idonee all’abitazione, il cosiddetto sistema delle indennità dovrà anche tenere conto delle condizioni socio-produttive e non avere valore meramente assistenziale una tantum. Mi spiego meglio. Un proprietario di abitazione del valore medio commerciale di 500 mila euro, una volta accertata la legittimità del suo immobile, nel quale vi abitava prima del terremoto o dell’alluvione con un nucleo familiare di 4 persone circa, non potrà ricevere una indennità inferiore al valore del corpo di fabbrica, che secondo i parametri delle condizioni generali assicurative equivale al c.d. valore ricostruzione a nuovo: questo deve essere distinto dal valore dell’immobile. In particolare il Collegio Costruttori di ogni provincia stabilisce una tabella basata su tipologia costruttiva e rifiniture dell’edificio, questo valore oscilla tra 440 euro e 480 euro. Questo importo deve poi essere moltiplicato per la cubatura dell’edificio per il quale deve essere stipulata l’assicurazione globale fabbricati. Se per il fabbricato non è disponibile la quadratura si tengono in considerazione i metri quadrati e, in base alla tipologia di immobile, si applica un valore tra 1.100 e 1.300 euro. Questo valore deve poi essere moltiplicato per il tasso percentuale stabilito dalle compagnie di assicurazione. I ristori del tipo COVID ci hanno stufato e fatto soffrire, nel caso Ischia, che dovrà essere il faro nazionale per le emergenze di protezione civile su tutto il territorio nazionale, dovremmo diventare i primi della classe ed essere portati ad esempio nel Mondo, come isola più bella del Mondo, rinata, rinvigorita e riconsegnata alla storia per altri 3mila anni, come tali sono le prove certe della sua abitazione stanziale.

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