LE OPINIONI

IL COMMENTO La Chiesa tra fantasie e verità

DI CESARE BARONIO

Quando si scrive per rendere un servizio alla Verità, quella con la V maiuscola, bisogna mettere da parte la fantasia e scrivere solo ciò di cui si è certi, cosa che ad alcuni uomini di stampa oggi risulta molto difficile. Questo succede perché, essendo a corto di notizie fondate, si rende necessario ricorrere alla fantasia mescolandola a un po’ di verità. È vero che don Pasquale Trani ha chiesto un anno sabbatico? Si! Ma non si sa di certo il motivo. Dunque perché fantasticare? È vero che don Marco D’Orio ha chiesto di fare esperienza ministeriale in un altra diocesi? Si! Dunque perché fantasticare!? È vero che ai gemellini Mancuso è stato impedito da Lagnese di giungere al sacerdozio? Si! Ma perché fantasticare!? Lagnese non ha mai fornito valide motivazioni, a meno che chi ha scritto ne sappia qualcosa di più e ce lo riveli.

È vero che per i due sacerdoti messi sotto processo ecclesiastico le cose sono andate come si dice? No. Da ciò che si sa, per il parroco di Fontana, c’è stato il processo e anche un’assoluzione, poi fatta sparire, tanto che a Fontana si stava preparando il ritorno. Per il parroco dello Schiappone invece il processo non c’è mai stato, ma solo il cartellino rosso, dunque nessun patteggiamento, come da scontata soffiata giornalistica.

Tutto si è concluso con una decisione impetrata con il bacio della sacra pantofola di chi ha l’ultima parola e accompagnata da rucolino e limoncello distribuito a iosa nei sacri palazzi. Di questo rucolino e limoncello è stata pubblicata anche una foto da un giornale locale mentre ne viene fatto omaggio a Papa Francesco. Dunque, da ciò che è documentabile, ci dicono che non c’è stato un giusto processo ecclesiastico con tre gradi di giudizio, ma tutto era già stato deciso qui a Ischia. Anche perché è il Vescovo ad avere l’ultima parola davanti alla suprema autorità, altrimenti non si capirebbe perché in questi casi si usano due pesi e due misure. Ce ne sono e ce ne sono stati preti in odore di comportamenti gravi, ma non per tutti è scattata la mannaia, anzi sono stati e sono anche protetti! Ma non voglio dilungarmi su questo, basta cercare su internet e trovi di tutto, questo sarà oggetto di un altro articolo. Forse chi scrive e da’certe notizie nell’articolo che ho letto di recente, ha materiale (dossier hot) che gli ha affidato Lagnese? Come già si è scritto, perché non sono stati dati agli organi competenti della nostra magistratura? Anche Lagnese complice di certi preti poco raccomandabili? È stato scritto di processo farsa. Si! Proprio una farsa ha scritto le pagine di questa storia ancora tutta da verificare.
Poi l’ironia su don GianFranco del Neso la si poteva anche risparmiare. Sono scelte della vita che hanno portato la persona a prendere atto di una decisione presa in modo non ben ponderato, cioè quella del sacerdozio. Ma almeno in questo caso c’è stata l’onestà di una scelta, non come chi ha figli e sta con i due piedi in una scarpa, nella sua ambiguità. Anche su don Carlo Candido, quanta fantasia! Dicono i corvi, dicono le pettegole, dicono al bar; ma siamo seri! Quando si mette penna su carta le cose vanno documentate, altrimenti è tutta fuffa che serve solo ad alimentare il pettegolezzo e prendersi una querela e pagare poi i danni per calunnia e diffamazione. E la verità dove sta? Non c’è nessuno che lo sa!

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