LE OPINIONI

IL COMMENTO La forza delle comunità tra isola e metropoli

DI LUCIANO VENIA

La forza delle Comunità è data da una coesa articolazione di persone e valori che erogano e modulano solidarietà, socialità, integrazione e perequazione. L’articolo 2 della Carta Costituzionale afferma in modo assai moderno ed attuale che: “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.” Una tutela alla Persona che abbraccia in primis l’agire e l’essere della Persona nel suo immediato ruolo singolare ma che si estende a ogni corporazione nella quale egli svolge la propria personalità. Il successivo articolo 3 fissa il principio di uguaglianza in senso statico al primo comma e in senso dinamico al secondo. Esso afferma “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.” Il capitalismo finanziario e la tecnica nel loro sviluppo egemone hanno eroso spazi di politicità, di democrazia, di indipendenza e di libertà con processi e strumenti di raffinatissima capacità di sorveglianza e controllo e con una capacità di produzione e distribuzione che trova il proprio manuale di fondo nella Logistica, scienza militare prima che commerciale la quale, studia l’allocazione e la ripartizione delle risorse in un piano strategico di impiego.

Dunque la tecnica tende, assieme al potere della moneta e dei suoi strumenti derivati, allo schiacciamento dell’uomo verso una sola dimensione economicista come seppero dire Marcuse (l’uomo a una dimensione) e la scuola di Francoforte – molti esponenti dei quali si erano nutriti del pensiero grande di Heidegger – a scapito di ogni sentire e di ogni volere ultradigitale. Dunque la Comunità è antidoto all’isolamento dell’individuo reso debole, fragile, friabile dal potere alieno della moneta in mano ai banchieri e agli usurai o al capitalismo anonimo che poi è spesso lo stesso. La Comunità è memoria, identità, cooperazione e spirito. Per evitare la degradazione dell’uomo come illustra una poesia altissima di Camillo Sbarbaro nella sua prima versione: “Taci, anima mia. Son questi i tristi/giorni in senza volontà si vive / i giorni dell’attesa disperata. Come l’albero ignudo a mezzo inverno / che s’attrista nella deserta corte/ io non credo di mettere piùfoglie e dubito di averle messe mai. Andando per strada cosi’ solo / tra la gente che m’urta e non mi vede/ mi pare di essere da me stesso assente…”Ebbene questa è una alienazione più radicale e più nullificante di quella marxista riferita al lavoratore. Qui è l’uomo sradicato dalle sue radici, dalle sue tradizioni, dalle sue proprie idee e convinzioni, dalla sua nazione, dal suo popolo, famiglia, dai gruppi, dalle memorie locali e dai riferimenti storico-identitari, dalla comunità politica, religiosa e sindacale che viene ridotto a codice fiscale, green pass, sigla alfanumerica e soggiace a un controllo assoluto del nuovo totalitarismo che non si accontenta e non ha bisogno di milizie e torri di guardia poiché oggi telefoni e pc sono il nuovo sofisticato ineludibile panopticon.

Martin Heidegger

La Comunità è uno scudo alla Persona, all’uomo reale che il capitalismo tecnico vuole disintegrare per rendere docili e massificati i popoli. Le narrazioni orwelliane di 1984, i film cult come Minority Report sono nulla rispetto alla realtà. Oggi ti sorvegliano in casa, sempre; salvo poi recuperare questa argilla informativa alla bisogna per colpirti se dai troppo fastidio cioè pensi o sei libero; e dunqe pc, telefoni, auto oltre alle videocamere stradali sono occhi e orecchie sulla vita di tutti da cui è impossibile sfuggire. Ma questo impianto di controllo al servizio di un disinvolto modo di produrre che ha inquinato il mondo con le sue pesti e i suoi veleni, i suoi rifiuti radioattivi e le sue fughe di amiano, cemento, ferri radioattivi, ci deruba anche di aria, terra, mare pulito e ci rende ordinati servi di banche e supermercati. Non è un libero mercato è la disumanizzazione dell’uomo, la sua degradazione a cosa parlante e digerente univoca, prona, silente, obbediente e senza il lusso di potere fare esercizio critico, una cosizzazione dell’individuo che da attore diventa mero fattore dell’econometria. Heidegger pone allora la domanda più alta: quale può essere la forma politica per l’età della tecnica? E come ridare potenza e funzione, valore e centralità alla Comunità dalle Isole alle Metropoli che si fa carico dei deboli e dei poveri? La risposta sta nel superamento di questi assetti mediante un riformismo spinto che recuperi l’individuo e il suo tessuto comunitario e si coniughi al pensiero. Serve la conquista della Cultura.

* AVVOCATO

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