LE OPINIONI

IL COMMENTO Noi isolani artefici del nostro destino

DI GIUSEPPE AMALFITANO

E dunque si stanno spegnendo i riflettori su Ischia e presto tutti andranno via e ,come accade sempre, saremo lasciati soli al nostro destino. Purtroppo per Ischia i riflettori si accendono solo per cose tristi,(come il terremoto e poi la suora troppo severa ed ora l’alluvione assassino!) Ma forse è giusto così. Credo infatti che il nostro destino dipende principalmente da noi. Certamente non rifiutiamo chi è generoso e volenteroso e vuol darci una mano ( siamo consapevoli ed orgogliosi che Ischia è apprezzata ed amata in tutto il mondo!) ma l’onere della cura spetta principalmente a noi ischitani. Finite le esequie, non finiranno certo le lacrime ed i tanti problemi e rimarranno comunque le profonde e vaste cicatrici che ci ricorderanno per sempre le ferite subite. Bisognerà cominciare a pensare al futuro e cioè al domani ormai imminente. Case da ricostruire, alberghi da risanare e riattivare sperando di riaccogliere presto tanti villeggianti e turisti, insomma un lavoro ordinato e preciso e quasi meticoloso per far ripartire in sicurezza questa pur sempre bellissima realtà che si chiama Ischia.

Le vecchie e ormai sbiadite fotografie mostrano un’isola bellissima e ancora semi-selvaggia con tante casette,circondate da vasti terreni ben curati e produttivi ,come vigneti ed piccoli orti. Insomma un Piccolo Paradiso, subito apprezzato da tanti che chiaramente desideravano visitare e gustare un po’ queste bellezze e quindi è iniziata il periodo delle villeggiature ad Ischia (prima dai tedeschi e poi da altre nazioni e infine anche dai napoletani). E quindi sono state costruite tante case da affittare e sono state costruite strade per poter correre da un punto all’altro dell’isola con tantissime macchine e quindi Ischia è diventata una vera città rumorosa frenetica e caotica e forse perdendo un po’ il fascino che aveva prima. E purtroppo i tedeschi sono andati via vendendo le loro case e così stanno facendo gli altri e certamente gli ischitani dovranno rimboccarsi le maniche e lavorare duro per riprendere il cammino interrotto. Ma ormai i tempi sono cambiati e i contadini che zappano la terra non esistono più e così i pescatori e gli artigiani e insomma un mondo antico e bellissimo è quasi sparito.

Ho letto con piacere che Procida ,la nostra piccola e cara sorella, ha annullato e rinunciato ai festeggiamenti conclusivi come “Capitale della Cultura” e credo che tutta Ischia dovrebbe non solo dire “grazie” ma anche prenderne esempio per vivere le prossime festività natalizie in modo rispettoso e morigerato, dopo le tante disgrazie subite.

Tutti questi eventi negativi (covid , guerre, terremoti e alluvioni) e che hanno provocato profonde ferite all’isola d’Ischia hanno bisogno di tempi lunghi. Ischia si riprenderà, come tutti noi auspichiamo, ma c’è bisogno dell’impegno di tutti noi ischitani perché nessuno può volere bene ad Ischia più di noi e quindi concludo chiedendo a noi stessi di trascorrere le prossime feste senza fuochi di artificio e senza botti e luminarie ( ma che bello quell’albero di Natale degli anni passati, vicino al porto di Casamicciola!) e subito dopo, rimboccarci le maniche e (ognuno con le proprie capacità e con ruoli differenti) aiutare Casamicciola e tutta l’isola a ricostruire in armonia ed in pace per riprendere il cammino interrotto e ritrovare la serenità perduta. Siamo una sola famiglia, e quindi vogliamoci tutti bene e prepariamoci a lavorare duramente per tornare a splendere come e più di prima.         

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