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Paolo Crepet da “Porta a Porta” ad Ischia

 DI Antonio Lubrano

Ormai impegnatissima nel sociale qui a Ischia, grazie soprattutto alla disponibilità e fantasia del suo Presidente Celestino Vuoso,  la  Fondazione  Opera Pia Iacono Avellino Conte, in occasione della Cerimonia conclusiva per l’ assegnazione delle borse di studio relative al Concorso per le scuole “Il lavoro: i giovani vivono una condizione caratterizzata da insicurezza e precarietà, con la conseguente impossibilità di progettare il proprio futuro” ha organizzato il Convegno dal tema “Perché i figli non crescono più”  che si terrà dopodomani sabato 21 novembre alle ore 18.30 presso la Sala Conferenza del Grand Hotel delle Terme Re Ferdinando in Ischia. A dare il benvenuto sarà lo stesso Presidente della Fondazione Celestino Vuoso. Interverranno Mons.  Pietro Lagnese, Vescovo di Ischia  e l’Ing. Giuseppe Ferrandino, Sindaco di Ischia ed altre personalità del mondo civile isolano: dalla scuola alle libere professioni, dallo sport all’autorità militare locale. I lavori saranno introdotti e coordinati dal giornalista Ciro Cenatiempo.  Molti adolescenti di oggi non si sentono spinti a camminare da soli. A rischiare. Provare emozioni, ribellioni, responsabilità. Perché ? E la domanda che ci si pone. Al riguardo, una risposta studiata, ricercata, approfondita ce la darà  per l’appunto, fra due giorni  il prof. Paolo Crepet, chiamato dalla Fondazione Opera Pia per una Lectio Magistralis del tipo di quella dello scorso 22 novembre dell’anno passato 2014 del prof. Andreoli, esattamente un anno fa,  sulla ludopatia. Solo che questa volta, il nuovo e autorevole relatore, entrerà a “gamba tesa” nel  mondo dei giovani e delle famiglie per capire “Perché i figli non crescono più” che in sostanza, è il tempo della conferenza di dopodomani sera al Re Ferdinando Hotel di Ischia, dove si prevede la presenza massiccia di un pubblico delle grandi occasioni, sicuramente interessato all’argomento. Rivolto ai giovani ma anche ai loro genitori e insegnanti, Paolo Crepet affronterà una delle più forti ipoteche sul futuro della società. E cercherà di suggerire i possibili rimedi, che coinvolgono prima di tutto l’educazione e la scuola. Mai come oggi una generazione di giovani aveva vissuto altrettanto benessere e disarmante vulnerabilità. Ragazze e ragazzi, anche del nostro tessuto sociale isolano, con in mano e all’orecchio telefonini di tutti i tipi, hi fun impiegati di frequente anche  per i selfie, smartphone ed altri nuovi aggeggi,  cresciuti senza conoscere il senso della frustrazione e del dolore, che tentano di sopravvivere aggrappati a un presente imbalsamato di privilegi, terrorizzati da un futuro insicuro. Giovani che rischiano di invecchiare senza maturare. Identità fragili cresciute in famiglie fragili. Genitori eternamente indecisi tra il ruolo di amici o complici, fra severità e buonismo, controllo e fiducia. Mai come oggi le giovani generazioni devono fare i conti col declino di due mondi: la scuola, alla ricerca di una identità, e il lavoro, capace solo di sfruttare la loro precarietà. Saranno questi i concetti che per capi svilupperà al pubblico ischitano, il prof. Crepet nel suo appassionato intervento, che riteniamo possa esser tale, conoscendo la determinazione con cui affronta certi temi cosi delicati ed alla portata  di chi si predispone a capire. Abbiamo imparato a conoscere il medico psichiatra, quando, lo abbiamo ascoltato di frequente in televisione, alla nota trasmissione serale di “Porta a Porta” di Bruno Vespa e quando abbiamo letto qualche suo interessante libro. Crepet, tra l’altro scrittore e sociologo, nel campo scientifico nazionale è una eccellenza, laureato in medicina e chirurgia  presso l’università di Padova nel 1976, in sociologia presso l’Università di Urbino nel 1980, nel 1985 ottiene la specializzazione in   psichiatria presso  la clinica  psichiatrica  dell’Università di Padova. E’ il figlio di Massimo Crepet, in passato pro-rettore dell’Università di Padova e Professore di Clinica delle Malattie del Lavoro sempre nello stesso Ateneo. Il convegno di sabato 21 novembre vuole essere una ulteriore tappa importante dell’ impegno che la Fondazione intende profondere   per rispondere  in modo sempre più adeguato ai problemi che attanagliano   la nostra società ed in particolari i  nostri giovani, per i quali non sarà mai abbastaza l’attenzione che viene loro riservata, per aiutarli a costruirsi un futuro su basi concrete, aderente alla realtà e normalità che li circonda

 

 

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