CRONACAPRIMO PIANO

Il monito di Luca D’Ambra: «Riflettiamo sulle contraddizioni del turismo»

Il futuro di un settore trainante ma anche una serie di considerazioni in una lunga intervista al presidente di Federalberghi Ischia. Destagionalizzare i flussi resta una missione, anche se si presenta lunga e difficile. E che bordata sulla Naspi…

Presidente, in questi giorni ci sono stati molti interventi che hanno animato una ampia discussione sul futuro del nostro comparto turistico. Federalberghi Ischia & Procida sta presenziando a gran parte delle manifestazioni avutesi sul territorio isolano, e specialmente dopo il suo incontro personale con Il ministro al Turismo Caravaglia, cosa possiamo considerare?

«Nel rispetto della discussione locale di questi giorni, in riguardo al futuro del turismo Isolano, provo a inserirmi sperando di apportare fattori costruttivi alla dialettica in atto. Alle interessanti valutazioni che ho letto ed ascoltato in questi giorni penso sia d’obbligo partire e apportare una prospettiva extra insulare. In altre parole, vediamo cosa succede fuori per arrivare a vedere meglio in casa nostra. Spesso, concentrandosi sui temi prettamente locali o nostrani, si rischia di non avvertire congiunture che partono da macro situazioni. Essere al corrente di tali fattori ci permette forse di sintetizzare la ricca analisi territoriale, e non perdere tempo su problematiche che pensiamo siano dipese solo dal nostro agire. ll settore dei viaggi in Europa non è ancora decollato, come speravamo: nonostante l’introduzione del Green Pass e l’allentamento delle restrizioni, il recupero dei flussi pre-COVID è ancora molto lontano dalla nostra realtà attuale. L’aumento della domanda durante la stagione estiva ha dato impulso al turismo europeo; tuttavia, la spinta è stata annullata dall’epidemia della variante Delta, lasciando stagnante il mercato dei viaggi europeo. Negli ultimi trenta giorni la domanda di voli verso l’Europa è rimasta sostanzialmente statica, variando solo del 2,1% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, 2020».

«A Ischia possiamo essere contenti quest’anno se riusciamo a buttare le basi per una destagionalizzazione funzionale alla nostra società tutta. Sarà un processo lungo, ma fattibile. Federalberghi Ischia & Procida, già dal 2020 ha deciso di supportare eventi verso le fasi iniziali o finali della stagione. Parola chiave: destagionalizzare»

Come è andata la stagione?

«La stagione Isolana, come un po’ in tutte le destinazioni estive, ha registrato grandi numeri di presenze in un breve periodo. Queste presenze possono essere viste come risultati performanti per quelle destinazioni giovani presenti sul mercato generale da pochi decenni, “vedi ad esempio la Puglia, ”o le tante destinazioni balneari Mediterranee che normalmente hanno solo 3 mesi di stagionalità. Ma da chi mastica turismo da 60 anni, come Ischia, che conosce gli 8 mesi di stagionalità, sa benissimo che questi risultati non bastano. Anzi spesso, queste comunicazioni riguardanti slogan di “tutto esaurito”, risultano essere solo speculari, aggiungerei, confusionari specie per l’imaginario governativo, insomma fuorvianti per chi dovrebbe attuare aiuti al comparto Turistico. Lo ribadisce in queste ore anche il nostro presidente Bernabò Bocca, quando da una prospettiva Nazionale dice: «Non vorrei

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che a fronte dei dati positivi del mese di agosto – ma solo di quello, e solo per le zone di vacanze, perché le città d’arte, che vivono di turismo internazionale, sono un capitolo a parte, purtroppo negativo – si traesse l’errata conclusione che il peggio sia passato. Non è così».

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E quindi, al tirar delle somme?

«A Ischia possiamo essere contenti quest’anno se riusciamo a buttare le basi per una destagionalizzazione funzionale alla nostra società tutta. Sarà un processo lungo, ma fattibile. Federalberghi Ischia & Procida, già dal 2020 ha deciso di supportare eventi verso le fasi iniziali o finali della stagione. Parola chiave: destagionalizzare. Basti pensare al format Natalizio delle amministrazioni, “pre Covid”, che ogni anno riusciva ad essere più coinvolgente. Ma un riconoscimento al momento va anche alle Proloco, che svolgono brillanti iniziative allietando e offrendo il territorio isolano, appunto, in periodi funzionali all’economia turistica. Vedi: Andar per Cantine, Andar per sentieri. Ma non è tutto…».

Cioè?

«Vediamo una congiuntura interessante anche con altri movimenti, che partono dal basso; Vedi: It’s Time For Ischia, e da reti di impresa trasversali; Vedi: Ischia is More. Anche l’assegnazione di Procida Capitale 2022 va nella direzione di una destagionalizzazione da sfruttare, per tutto il comparto. Ma ripeto, non sarà facile attuare tale processo, richiederà qualche anno. E il quadro attuale risulta disarmante. Doveroso ampliare l’analisi e fare un quadro della situazione reale. Partiamo vedendo al momento il forte arresto che abbiamo avuto negli ultimi 30 giorni sul numero di ricerca di viaggi, fatto sulla rete. Ad esempio, tornando in ambito turistico ampio e analizzando anche le nazioni concorrenti, i dati parlano chiaro, la metà dei paesi europei ha registrato una variazione negativa o statica: le peggiori performance si sono registrate in Grecia, dove le ricerche sulla rete negl’ultimi 30 giorni sono diminuite di 1,8 milioni (-17%); in Croazia, dove le ricerche sono diminuite di -1,2 milioni (-39%); e Turchia dove le ricerche sono diminuite di 628.000 (-7%). GRECIA E TURCHIA. Insieme a Spagna e Italia, Grecia e Turchia sono stati i Paesi che hanno maggiormente contribuito alla ripresa della domanda turistica europea. La Grecia è stata l’antesignano nel 2021 per via degli ambiziosi piani del governo di rilanciare il settore, organizzando corridoi turistici a febbraio e aprendo subito le frontiere ai turisti vaccinati; con questo piano, il Paese ha deciso di rischiare per salvare un settore chiave dell’economia del Paese. Purtroppo, proprio a causa di questo piano, la situazione sanitaria in Grecia è peggiorata notevolmente a metà della stagione estiva, facendo sì che non fosse più considerata una meta sicura per molti Paesi europei ed extraeuropei. A voler vedere il bicchiere mezzo pieno, ci conforta che in Italia, le presenze totali a maggio siano precipitate solo del 71% sullo stesso periodo del 2019 (cioè l’ultimo a.C., ante Covid), solo del 43% a giugno, solo del 12,4 a luglio e appena dell’1,1% in agosto. Settembre dovrebbe confermare il dato di agosto, quindi con numeri vicini al ’19».

Tradotto in numeri?

«Personalmente ritengo che la disoccupazione stagionale, della quale abbiamo usufruito in passato per sei mesi, e oggi per meno chiamandola NASPI, abbia contribuito a far si che l’economia Isolana si falsificasse nella sua essenza. Lo stimolo a stare aperti più mesi anche d’inverno è stato osteggiato dal sussidio affiancato al lavoro in nero»

«Sempre restando in ambito Nazionale: «Se scopriremo che a settembre abbiamo avuto 8 milioni di presenze, tra turisti italiani e stranieri, cioè pari a quelle dell’anno scorso, ci potremo considerare fortunati. Peccato che, nel settembre 2019, 8 milioni fossero stati soltanto i turisti stranieri». Un quadro in chiaroscuro. «La quota degli stranieri risulta inferiore del 14,5% rispetto al 2019, che non è poco, tanto più se si considera che i turisti non italiani erano arrivati a garantire il 51,8% degli arrivi estivi, una quota di mercato che era del 46% nel 2010. Inoltre, è la composizione di questa quota che non è a grande valore aggiunto».

In che senso?

«La propensione alla spesa di alcune fasce di turisti fa la differenza. Questo per fotografare la linea di tendenza in atto, che segue l’annus horribilis 2020».

Quanto tragico?

«Nel 2020 in Italia sono andate perse 228 milioni di presenze, “ca. 2.2 Milioni solo a Ischia”, cioè -52,3%, “a Ischia ca. 62%”, rispetto al 2019, con un calo di fatturato del settore ricettivo pari al 54,9%. Ischia è in linea con la media Nazionale. Abbiamo parlato dell’estate appena conclusa, ma se allarghiamo la visuale ai primi otto mesi del 2021, le presenze totali in Italia sono state 123 milioni in meno rispetto a quelle dello stesso periodo del 2019, il 37,3% in meno. Per mancati introiti pari a oltre 7 miliardi di euro».

Quali le vie auspicabili per supportare il comparto?
«Prendo spunto dall’ultimo incontro, e anzi colgo l’occasione per ringraziare il segretario generale dell’Ancal Dott. Gian Piero Gogliettino, per l’ottimo Forum sul lavoro svolto alla diocesi di Ischia ponte, venerdì 24 settembre, e per averci dato l’occasione di re-incontrare personalmente il nostro ministro del Turismo, Massimo Garavaglia. Tra i tanti interessanti interventi volevo fare delle considerazioni, su due strumenti richiesti: l’allungamento della Naspi ai collaboratori e la defiscalizzazione della contribuzione lavorativa per le aziende. Azioni che dal mio personale punto di vista, non guardano la problematica a lungo termine. Personalmente ritengo la disoccupazione stagionale, della quale abbiamo usufruito in passato per 6 mesi, “e oggi per meno mesi, chiamandola NASPI”, abbia contribuito a far si che l’economia Isolana si falsificasse nella sua essenza. Lo stimolo a stare aperti più mesi anche d’inverno è sicuramente stato osteggiato dalla disoccupazione affiancata al lavoro in nero svolto in “locale e all’estero negli ultimi decenni”. Sicuramente erano altri tempi e si dovrebbe contestualizzare l’argomento. Ma ritengo che oggi forse avremmo un turismo annuale che grazie alle terme avrebbe presentato una stagionalità più lunga».

«Bene la defiscalizzazione, ma non contributiva in busta paga. Dobbiamo imparare a pagare bene i nostri collaboratori, anche in vista di una equa pensione, altrimenti continueremo a perdere maestranze importanti. Il vero aiuto deve venire da una defiscalizzazione strutturale del modello Italia»

Per il resto?

«Bene la defiscalizzazione, ma non contributiva in busta paga. Dobbiamo imparare a pagare bene i nostri collaboratori, anche in vista di una equa pensione, altrimenti continueremo a perdere maestranze importanti. Il vero aiuto deve venire da una defiscalizzazione strutturale del modello Italia. Tutto il mondo e consapevole del fatto che la nostra Nazione ha un livello di tassazione che non giustificata il servizio erogato. Le partite Iva in Italia, hanno un socio Istituzionale al 60%. Due sono le strade: o riusciamo, come modello, a eguagliare i paesi scandinavi, cosa molto difficile; oppure ci allineiamo con i tanti paesi europei su di una tassazione al 35% – 40%. Non possiamo continuare a permetterci tasse locali, regionali e nazionali così esose. IRES, IVA, TARI IMU. A partire dalle amministrazioni locali il sistema Italia deve ridurre la richiesta di gettito. Come le varie direttive europee, note alle amministrazioni, indicano in vari ambiti contributivi e settoriali, da anni ormai. Inoltre la richiesta di Federalberghi è da 20 mesi sempre la medesima: apertura del credito a lungo termine. Superbonus al 80, 90 o 110% con cessione del credito. Ma qui non è tanto, e non è solo, un problema di “quanto” ci sarà per il nostro settore nel Pnrr, ma ancora prima il “quando” le somme che saranno stanziate saranno disponibili, e come. Il nodo sono procedure e tempistica. Perché noi abbiamo bisogno di comprare tempo».

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