CRONACA

Il “rebus” procidano: ma Capri è con noi o contro di noi?

A porsi questo interrogativo è Giuseppe Giaquinto di “Procida in Movimento” all’indomani della candidatura dell’isola di Capri a “Capitale italiana della Cultura 2024”

Crescono le adesioni, così come l’attesa, per l’esito della candidatura dell’isola di Procida a “Capitale italiana della Cultura 2022”. Le dieci città finaliste, infatti, dovranno presentare i propri dossier alla Giuria in un’audizione pubblica, della durata di massimo un’ora, composta, per metà, dalla presentazione del progetto e, per l’altra metà, da una successiva sessione di domande. Gli incontri si terranno, compatibilmente con le misure di contenimento adottate dal Governo per la situazione epidemiologica in atto, presso il Collegio Romano, sede centrale del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo, nei giorni 14 e 15 gennaio 2021.

Ovviamente sull’isola non è passata inosservata la notizia, riportata da alcuni organi di stampa, secondo la quale la giunta municipale di Capri, su proposta del sindaco Marino Lembo, ha approvato pochi giorni fa l’atto di indirizzo per la candidatura di Capri a “Capitale Italiana della Cultura 2024”, dando mandato al sindaco di prendere contatto con le diverse Istituzioni.

«Capri, ha spiegato il primo cittadino, merita senz’altro di concorrere all’assegnazione di questo prestigioso riconoscimento, in ragione della sua storia e del suo ruolo consolidato di crocevia culturale del Mediterraneo.Ora – sottolinea Giuseppe Giaquinto dI “Procida in Movimento” – con tutto il rispetto per i capresi e per la loro comunità nonchè per la splendida e rinomata isola di Capri, ma avanzare la candidatura a capitale della cultura alla vigilia dell’assegnazione del titolo 2022 sembra quanto meno inopportuno.

Come sappiamo sarà compito della Giuria tecnica a metà gennaio individuare il progetto di candidatura più idoneo alla vittoria finale. Ora, diventa difficile immaginare che la Commissione attribuisca per due volte consecutive ad un’isola e per di più ad un’isola campana il prestigioso titolo, visto che per il 2023 il riconoscimento sarà dato alle città maggiormente colpite dalla emergenza coronavirus, Bergamo e Brescia. A questo punto o l’iniziativa di Capri è un’azione di semplice marketing, oppure viene il sospetto che avanzare una candidatura in questo momento sia un’azione di disturbo verso l’altra isola campana nel tentativo di mandare un segnale al “palazzo romano” e dire guardate che nel 2024 ci sarà Capri che potrà diventare “l’isola capitale della cultura in Italia”.

Procida, certo, può non arrivare ancora alla fama di Capri, ma vanta una storia millenaria, una cultura marinara ed un appeal architettonico unico nel Mediterraneo. Perciò mi permetto di suggerire al sindaco Lembo: invece di affrettarsi a deliberare la candidatura di Capri e, piuttosto, attendere qualche mese, avrebbe fatto meglio a deliberare l’adesione del suo comune al progetto “Procida Capitale della cultura 2022, proprio in quell’ottica di interazione istituzionale che, in questo momento, metta al centro l’isola di Procida di un progetto più ampio di sviluppo e promozione del turismo di qualità in Campania e nel bacino del golfo di Napoli. Per fortuna – conclude Giuseppe Giaquinto – in Regione Campania c’è chi, come l’On.le Bruna Fiola, propone all’ente di Santa Lucia di mettere in atto tutte le possibili iniziative volte a sostenere e a promuovere Procida come “Capitate italiana della cultura 2022”, rappresentando la stessa un’opportunità di crescita e sviluppo per l’intero territorio regionale, oppure come il sindaco di Padula, nel salernitano, che delibera il sostegno della sua comunità per la nostra isola.Forza Procida!!!».

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