CULTURA & SOCIETA'

IL RICORDO San Ciro tra tradizione e ricordi

Finalmente è San Ciro. Le campane gioiose mettono il cuore come se fosse in una pausa dolce per ascoltare meglio. San Ciro è nostro amico, lo amiamo in tanti e la Chiesa si riempe di fedeli che ascolteranno le messe continue fino a sera. Quel santo medico a cui fin da ragazza mi è stato insegnato di rivolgere le mie preghiere, ha un viso dolce che guarderei per ore. Ho voluto sposarmi lì perché dai 18 anni siamo andati ad abitare con i miei genitori a Via delle Vigne e don Luigi Trofa mi attirava come una calamità. Quel giorno San Ciro mi guardava mentre pensavo a babbo morto un anno e mezzo prima, e mi dava la forza di non piangere, perché avevo sempre sognato che babbo mi portasse all’altare. Lui sono sicura che ci guarda e ci segue.

Io ho appena acceso una candela e tengo la sua immagine stretta a me. E poi ieri sera festa per tutti ma i bambini e i ragazzi si sono scatenati a correre nei vicoli per darsi randellate e per tirarsi in testa palle di Za Za. San Ciro è un santo discreto, che ha voluto in vita aiutare e guarire e che continua ancora oggi ad aiutare chi soffre e a mettere quella sua mano santa dove ci sono malattie. Grazie San Ciro per esserci, tanti ricordi mi legano a te e alla tua chiesa e sono ozionata come una bambina.

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