POLITICAPRIMO PIANO

«Il rimpasto? Era nell’aria, ma la “fuga” è stato un fulmine a cielo aperto»

L’INTERVISTA 2 / L’assessore Paolo Ferrandino commenta i recenti accadimenti che hanno nuovamente ridisegnato l’assetto dell’amministrazione guidata da Enzo Ferrandino. E lo fa senza nascondersi dietro la diplomazia

Dopo un periodo di stasi, o a questo punto è meglio definirlo di calma apparente, la politica ischitana si è improvvisamente riaccesa. Siamo sinceri, negli ultimi tempi non ci siamo fatti mancare nulla tra rimpasto di giunta e formazione di un nuovo gruppo di minoranza. Come si fa ad analizzare sinteticamente questa serie di eventi?

«Indubbiamente sono situazioni impreviste e imprevedibili sia per il breve lasso di tempo in cui si sono verificate sia per una visione che si aveva come “stato dell’arte” dell’amministrazione. E’ stato davvero un fulmine a ciel sereno, in parte sono dispiaciuto ma la politica è anche questa ossia un discorso di rinnovamento continuo e anche di squadra da modificare e laddove necessario consolidare»

Fulmine a ciel sereno vale anche per il rimpasto? Non credo, in fondo quello era nell’aria…

«Se una o più componenti della maggioranza creano tensioni, allora per far rendere al meglio la squadra una sostituzione può anche essere opportuna e prevedibile: in fondo, avete visto quello che è successo anche a un fenomeno come Cristiano Ronaldo alla Juventus, e Sarri le partite ha comunque continuato a vincerle»

«Sul rimpasto si sentiva un vociare, ma credevo fosse un discorso di mera sostituzione di qualche elemento: mai avrei immaginato che si sarebbe verificata la fuoriuscita di Ottorino Mattera e Maurizio De Luise con gli stessi che sarebbero andati a rimpolpare le fila della minoranza. Questa per me era un’opzione inimmaginabile, credevo che ad esempio Ottorino avesse mantenuto l’intesa al di là di quelli che potevano essere dei momenti di tensione che pure non sono mancati».

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Vabbè, va detto che la revoca di un assessore è uno schiaffo non da poco.

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«Credo che certe cose non accadano mai unilateralmente: immagino che l’altra parte abbia creato le condizioni perché qualcosa succedesse. Io, conoscendo la coerenza di Ottorino Mattera, presumo che lui sia stato indotto a dare risposte al suo gruppo di riferimento piuttosto che all’amministrazione. Ha fatto un passo evidentemente a tutela degli amici che lo accompagnano nel percorso politico. Ma resto dell’idea che si sia trattato di un passaggio inopportuno: la politica, in fondo, è una ruota che gira e da sempre ci sono momenti in cui c’è da soffrire ed altri in cui invece si gioisce. Forse bastava aspettare prima di prendere decisioni violente, presumo che la cosa si sarebbe assestata»

Torniamo al rimpasto. Dal punto di vista politico appare chiara la volontà di premiare chi si ritiene evidentemente di nuovo vicino rispetto al passato a scapito di chi magari può aver dato l’idea di aver preso sia pure in parte le distanze. Ma dal punto di vista pratico, qual è la ratio di questa operazione?

«Se una o più componenti della maggioranza creano tensioni, allora per far rendere al meglio la squadra una sostituzione può anche essere opportuna e prevedibile: in fondo, perdonatemi la metafora calcistica, avete visto quello che è successo anche a un fenomeno come Cristiano Ronaldo alla Juventus, e Sarri le partite ha comunque continuato a vincerle. Probabilmente per il gruppo di Ottorino sarà accaduta la stessa cosa: nel momento in cui si ritiene di dover fare una rettifica o una modifica, non è pensabile che o si fa in una maniera o niente. Qui facciamo politica spicciola e facciamo parte di un’amministrazione che deve dare risposte al paese. Ribadisco, credo che si sia presa una posizione intransigente e inopportuna che poteva vedere soluzioni diverse se si fosse stati più attendisti e disponibili».

Condividi le mosse di Enzo Ferrandino anche nelle tempistiche o avresti agito diversamente?

«Se Enzo ha fatto quello che ha fatto, avrà avuto tutte le ragioni di questo mondo. E’ giovane, alle prime armi, ma ha un rapporto consolidato con Ottorino: se si è arrivati a tanto vuol dire che si era creata una frattura insanabile. Io al suo posto nel tempo con il mio interlocutore avrei avuto un altro tipo di rapporto, magari affinandoci lungo la strada. Quando mi imbarco con una squadra, cerco di arrivare con quella in porto: gli ammutinamenti, durante la navigazione, non sono mai opportuni…».

E’ giusto dire che oggi forse per la prima volta ci troviamo due blocchi contrapposti, maggioranza e opposizione, senza soggetti fluttuanti o che stanno nel mezzo? Insomma, il quadro sembrerebbe finalmente delineato.

«Con grande onestà ti dico che non credo cambi molto, il rapporto di forze rimane inalterato rispetto a quello di prima, credo che poi l’amministrazione rimane aperta agli spunti che vengono dalla minoranza quando sono costruttivi. La minoranza deve comunque fare da pungolo o critica con l’attenzione rivolta al territorio e mettendo al bando i cosiddetti interessi di parte. Ripeto, è cambiato poco: alle volte anche lo stare un po’ di qua e un po’ di là, quando torna utile a esprimere provvedimenti significativi e condivisi, non è da buttare».

Per farla breve, stare un po’ di qua e un po’ di là deve costituire un’opportunità e non opportunismo.

«Bravissimo, quella che hai usato è davvero un’espressione che rende al meglio il concetto».

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Luigi Boccanfuso

Paolo Ferrandino sta in politica dal lontano 1980 e quindi da circa 40 anni e si può menzionare una sola opera o iniziativa pubblica a lui ascrivibile.
Riba da guinnes dei primati……..

Luigi Boccanfuso

Paolo Ferrandino sta in politica dal lontano 1980 e quindi da circa 40 anni e non si può menzionare una sola opera o iniziativa pubblica a lui ascrivibile.
Roba da guinnes dei primati

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