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IL “SILURO” DI GAUDIOSO: «TROPPE COSE STRANE»

Il sindaco di Barano e consigliere metropolitano non accetta il dimensionamento scolastico e annunciando il ricorso al Tar parla dei motivi che lo ispireranno. Gli accorpamenti non hanno tenuto conto delle deroghe per le isole e per gli istituti superiori ai 400 alunni. Trattamento diverso, però, riservato ad una scuola di Massalubrense e non solo. E allora…

Sindaco, arriva da Barano la prima significativa levata di scudi contro il dimensionamento scolastico varato che penalizza fortemente due istituti isolani che rappresentano un pezzo di storia dell’istruzione di casa nostra.

«Abbiamo ricevuto con una certa sorpresa la notizia dell’accorpamento di queste due scuole, fino al 28 dicembre avevamo ricevuto garanzie e rassicurazioni di ben altro tenore. Io ho presentato le osservazioni del caso chiedendo di non accorpare le scuole di Barano anche perché da un decreto ministeriale di giugno 2023 si parla di eventuali deroghe per le isole minori e dunque per i plessi che arrivano almeno a 400 studenti. E questo vale sia per i DSGA che per i presidi. Insomma, numeri e fatti che lasciano intendere come l’isola potesse rimaner fuori dalle logiche di questo dimensionamento scolastico. E poi c’è dell’altro…».

Cioè?

«Abbiamo notato delle cose alquanto strane che sono successe: le abbiamo messe prontamente in evidenza e ne abbiamo discusso anche telefonicamente. Resto in attesa degli eventi, partendo da un presupposto: se, come purtroppo credo, non dovesse cambiare nulla, andremo avanti per la nostra strada e produrremo ricorso al Tar per cercare di far valere le nostre ragioni e garantire l’autonomia della scuola».

A cosa fa riferimento il sindaco di Barano quando parla di “cose strane”?

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«Posso fare un esempio, uno su tutti. Basta guardare a quello che è accaduto a Massalubrense, dove una scuola presso la quale sono iscritti 413 alunni non è stata accorpata e non ne riesco a comprendere il motivo. Tutti sanno però che Massalubrense si trova in terraferma, noi invece siamo una realtà insulare che ha altre esigenze. Non capisco il motivo di questa palese disparità di trattamento, che tra l’altro sembrerebbe anche non essere l’unico caso. Raccoglieremo tutto il materiale necessario e lo porteremo presso le sedi opportune».

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Dalla Regione Campania un po’ tutti, partendo dall’assessore alla Pubblica Istruzione, Lucia Fortini, hanno parlato di scelte dolorose ma necessarie e inevitabili. Ma mi pare di capire che sul fatto che fossero inevitabili, alla luce di quanto ha spiegato, ci sarebbe parecchio da discutere…

«Quello che è inevitabile, lo ribadisco, deve essere tale per tutti e qui ritorno a quanto concretizzatosi a Massalubrense e in altre località. In fondo se la legge non avesse previsto deroghe avremmo dovuto adeguarci anche noi, poco da eccepire. Ma nel momento in cui è venuta fuori qualche “eccezione” di fronte alla quale non ci sono stati forniti chiarimenti in grado di convincerci più di tanto, beh allora come amministrazione comunale non ci resta altro da fare che rivolgerci alla magistratura amministrativa per vedere riconosciute le nostre sacrosante ragioni».

La scuola è uno dei problemi con cui deve fare i conti una realtà insulare come la nostra, ma purtroppo non l’unico. Quanto è auspicabile che lo status di isola disagiata porti a un’auspicabile inversione di tendenza e cambiare uno stato di cose che ci penalizza in maniera terribilmente pesante se non addirittura drammatica?

«Credo vadano fatti una serie di opportuni distinguo. Partiamo dal problema della Sanità: La difficoltà nel reperire medici è un fenomeno ormai diffuso e conclamato su scala nazionale e che certo non riguarda soltanto l’isola d’Ischia. E’ chiaro poi che se qualcuno deve venire a lavorare a Ischia alle stesse condizioni che gli offre e garantisce la terraferma, nessuno farà mai una scelta del genere, mi pare evidente e ormai anche sufficientemente testato anche perché medici e parasanitari devono affrontare una serie di spese costanti e dalle quali non ci si può proprio esimere. Allora o si mette sul piatto della bilancia un incentivo serio – di natura economica o che comunque preveda altre soluzioni (come peraltro da noi amministratori più volte richiesto nelle opportune sedi) – altrimenti è davvero difficile che la nostra destinazione possa risultare professionalmente appetibile. Ma non è tutto, per la verità penso che vada ristrutturata, attraverso gli strumenti normativi a disposizione, la possibilità di accedere alla Facoltà di Medicina. Non so se sia giusto abolire il numero chiuso, ma almeno si potrebbe pensare di ampliare gli iscritti: oggi con i pochi che diventano dottori annualmente non si riesce a garantire la sufficiente copertura sul territorio nazionale e noi isolani finiamo col risentirne in misura ancora maggiore».

Da consigliere metropolitano quali saranno le prossime iniziative che saranno adottate a beneficio dell’isola?

«La Città Metropolitana deve essere costantemente a fianco dell’isola, perché in passato siamo stati purtroppo abbandonati e questo l’ho sottolineato con forza sia nelle sedute del consiglio metropolitano che quando ho discusso col sindaco Manfredi. L’esempio più lampante è proprio quello che riguarda il Polifunzionale: il sindaco d’Ischia Enzo Ferrandino e la sua amministrazione spingevano da anni ma non si riusciva mai a concludere nulla perché in terraferma le priorità inevitabilmente erano sempre altre. E tutto questo, si badi bene, nonostante l’ente avesse un avanzo di cassa decisamente superiore a quello attuale, compreso tra i 550 e i 600 milioni di euro. La verità è che a prescindere non si investiva su Ischia, ma oggi il vento è cambiato. Oggi con cifre di avanzo molto più basse si è deciso di fare questo intervento. Ma siamo presenti sulla cultura, vicino ai Comuni con la presentazione di bandi che hanno vista premiata anche Ischia: adesso la Città Metropolitana è davvero accanto all’isola e non bisogna fermarsi. Quando ci fu il problema del Pio Monte lo scorso anno si intervenne prontamente, c’è una squadra di operai che si prende cura quotidianamente del territorio e delle strade di propria competenza. La strada è questa, bisogna continuare a perseguirla con la stessa costanza».

Cosa devono aspettarsi Barano e l’isola dalla prossima stagione turistica?

«Io sono fiducioso: l’anno scorso partimmo a rilento per tutta una serie di problemi accompagnati da un clima non proprio favorevole fino a metà giugno. Mi auguro che il 2024 possa siglare la ripartenza dell’isola che si metterà alle spalle tutto quanto patito dal covid in poi. Voglio essere ottimista ma lo sono ragionevolmente anche per Barano: continueranno le iniziative adottate nel 2023 e che sono state particolarmente apprezzate dai turisti ma anche dagli stessi residenti».

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Lucia

Scava…scava! Che viene fuori tutto. Alunni fantasma, DS amici del giaguaro. Gli interessi degli alunni ultimo problema….

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Mi piacerebbe avere i vostri pensieri, per favore commentatex