di Marco Gaudini
Chi fa il nostro mestiere, o meglio cerca di camminare in questa strada a volte impervia del giornalismo, per quella che potremmo definire “deformazione professionale” è portato ad informarsi e vedere ciò che accade, e il modo in cui questo viene riportato. Ed è proprio in uno di questi molto spesso interessanti “giri d’orizzonte”, che mi sono imbattuto in un articolo pubblicato su un sito, dove si riportava, facendo un po’ la cronaca, l’ultima udienza del processo sui fatti che hanno visto l’inizio dei lavori per la Caserma della Forestale a Casamicciola. Ciò che è balzato subito agli occhi è stato il titolo: “Il Presidente del Tribunale “smentisce” Borrelli”. Il riferimento è alla deposizione come teste della parte civile (Assopini), nel processo in corso, del Consigliere Regionale, Francesco Emilio Borrelli, esponente dei Verdi e all’epoca dei fatti Assessore all’Agricoltura ed ai Parchi della Provincia di Napoli. Avendo martedì, seguito l’udienza dall’inizio alla fine, e annotato quasi parola per parola i vari interventi delle parti, leggendo il titolo di questo articolo, mi sono chiesto se magari nella stessa giornata il cronista di questo “giornale” avesse visto un processo parallelo, oppure evidentemente avesse una concezione della giustizia e delle procedure che regolano lo svolgimento dei processi penali, del tutto personale, o peggio ancora, fuorviante. Nulla di tutto ciò, in quanto leggendo l’articolo nel suo complesso è riportato più o meno ciò che è accaduto durante l’udienza. Ma allora mi chiedo perché fare un titolo del genere? Tra le altre cose sbagliato, in quanto il Presidente del Tribunale è una figura ben precisa che non può certamente essere assimilata a quella del Giudice Nicola Russo (I Sezione Penale Tribunale di Napoli in composizione monocratica). A parte la questione linguistica che è certamente di poco peso, infatti quando vi è un collegio, e non è questo il caso, si usa dire il Presidente del Tribunale, è sullo “smentisce” che emerge una evidentissima visione capziosa della realtà. È vero, sono termini, verbi, ma per chi fa questo mestiere le parole hanno un peso e spesso sono come macigni e le virgolette non bastano per renderle meno leggere. Un Giudice non può smentire un testimone nel corso di un processo, se non con una sentenza, ed in quel caso, qualora riscontrasse una falsa testimonianza o una palese posizione contradditoria, rispetto ad esempio a fatti o altre testimonianze dovrebbe, dopo aver chiesto un confronto, anche trasmettere gli atti alla Procura per i provvedimenti del caso. Durante la scora udienza non è accaduto nulla di tutto ciò. La posizione di Borrelli, non è mai stata smentita dal Giudice, anche perché questo non poteva farlo. Sono emerse delle incongruenze relative a dei pareri di carattere tecnico, che sono state evidenziate e sulle quali i giudice ha chiesto chiarimenti. La posizione dell’ex Assessore non è mai stata messa in discussione! Titolare un articolo in questo modo, oltre a dare chiaramente una falsa e artefatta lettura di quella che è la realtà, è anche sbagliato. Certamente questo comportamento non mi meraviglia, soprattutto se si considera da chi è messo in atto, veri e propri professionisti della rappresentazione disegnata ad hoc – per le varie esigenze – dell’informazione. Il problema che quando ciò avviene in relazione ad una vicenda giudiziaria che riguarda una ferita profonda per la nostra isola, il tutto assume anche un veste di profonda tristezza e mortifica il ruolo che dovrebbe avere chi vuol fare “giornalismo”. Consiglio comunque a chi ha scritto quel titolo di fare un corso accelerato del codice di procedura penale, ma soprattutto di deontologia della professione del giornalista. Forse in questo modo in futuro si eviteranno grossolani errori, che non fanno altro che creare confusione nell’informazione su una vicenda di grande interesse sociale. O forse questo è l’intento che si vuole raggiungere…?
