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Inchiesta Cpl a Modena, ascoltato Massimo Ferrandino

DI FRANCESCO FERRANDINO

ISCHIA. Anche il filone “emiliano” del processo sulla presunta corruzione nell’appalto della metanizzazione assegnato alla società cooperativa Cpl Concordia si avvia verso la conclusione. Il ramo modenese dell’inchiesta, che come è noto fu divisa tra la Procura partenopea e quella appunto di Modena, celebrò la prima udienza in giudizio nel novembre 2015 e vede tra gli imputati anche Massimo Ferrandino, fratello di Giosi, all’epoca sindaco d’Ischia, che da parte sua è stato assolto da tutte le accuse nel gennaio scorso davanti al Tribunale di Napoli. Sono nove gli imputati  in questo troncone processuale, a cui vengono contestati, tra gli altri, i reati di corruzione, associazione per delinquere ed omessa dichiarazione di Iva.

Con l’udienza di ieri mattina presso il Palazzo di Giustizia di Modena sono iniziate le deposizioni dei testi indicati dalle difese. Il primo ad essere ascoltato è stato proprio l’avvocato Massimo Ferrandino. L’esame nel complesso ha soddisfatto la difesa, sostenuta dagli avvocati Gennaro Tortora e Giovanbattista Vignola, i quali hanno cercato attraverso le loro domande di far emergere con chiarezza l’estraneità del loro assistito alle vicende relative alla metanizzazione sull’isola d’Ischia. In particolare, Ferrandino ha chiarito la natura e la cronologia dei suoi rapporti professionali e umani con Casari, l’ex numero uno della società cooperativa emiliana titolare dell’appalto dell’opera. Un rapporto pre-esistente, di ben due anni, rispetto alle vicende che riguardavano il fratello Giosi e la gestione della metanizzazione, un tema quest’ultimo a cui Massimo è sempre stato estraneo. In ambito isolano, Ferrandino ha ribadito di essersi occupato soltanto di una questione relativa alla pubblica illuminazione, e solo in una fase prodromica (tale progetto infatti non si concretizzò). Il fratello dell’europarlamentare ha spiegato di essere divenuto consulente della Cpl perché dall’inizio 2010 fino al 2011 si era occupato di alcuni processi riguardanti Casari a Vallo della Lucania. L’amministratore della società era rimasto molto soddisfatto dall’operato dell’avvocato isolano, che a sua volta invitò Casari al suo matrimonio, dove si profilò l’eventualità di una collaborazione a Roma presso la sede locale della cooperativa. Dopo alcuni mesi dall’avvio del contratto di consulenza, Massimo seppe che la società stava stipulando una convenzione con un albergo in Sardegna dove ospitare i propri soci. Ferrandino quindi propose a Casari di prendere in considerazione l’hotel Le Querce. L’amministratore visitò la struttura, con la quale finì per concludere un contratto. A tale accordo, Giosi Ferrandino fu sostanzialmente estraneo. L’esito della deposizione, come detto, è stato quindi valutato con favore dalla difesa. Nell’udienza di luglio, quando fu ascoltato l’ingegner Lancia, il Tribunale fece sapere di voler arrivare alla sentenza entro il prossimo dicembre. Sarà dunque prevedibilmente molto serrato il calendario delle udienze: la prossima dovrebbe svolgersi a breve. In una di esse, verranno citati anche i sindaci isolani dei Comuni interessati dal progetto di metanizzazione. Altre testimonianze difensive verranno da alcuni consulenti tecnici.

 

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