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Annarita Ferrara: «Un omicidio stradale? A Ischia non fa più notizia»

L’amara riflessione della mamma di Marianna Di Meglio, che perse la vita a soli quattordici anni dopo essere stata investita ad Ischia. Tanti gli spunti in questa significativa intervista rilasciata a Il Golfo

«Ogni volta che succede una tragedia sulla nostra isola, parliamo sempre di sicurezza stradale. Ormai solo parlare non basta più. Accanto alla sensibilizzazione bisogna puntare alla repressione delle infrazioni. Altrimenti la nostra isola non potrà mai fare un salto di qualità. Dobbiamo spendere tanto sull’educazione e cambiare i nostri comportamenti che devono fare la differenza. Ischia è un’isola bella, ma altrettanto incivile».

A dirlo Annarita Ferrara, mamma di Marianna Di Meglio, la quattordicenne investita nella centralissima via Antonio Sogliuzzo mentre attraversava la strada in prossimità delle strisce pedonali. Allora, nel 2015, non esisteva il reato di omicidio stradale ed il 24enne alla guida dell’auto che ha investì la piccola Marianna, tra l’altro risultato positivo ai cannabinoidi, venne processato per omicidio colposo. Domenica scorsa stesso film. Un 24enne, intorno alle 7 del mattino, era a bordo della sua auto a Lacco Ameno e mentre percorreva la via provinciale Fango Lacco in direzione Forio ha investito Angelo Scaccino che stava passeggiando sul ciglio della strada. Una tragedia che riporta alla mente altre vittime dell’asfalto nel territorio piccolo ma complesso dell’isola d’Ischia.  

«Mi sembra che quest’ultimo omicidio stradale sia passato quasi in sordina. La mia è una sensazione ed impressione. Non so se è così è stato perché la vittima non fosse poi così giovane o perché ormai ci siamo ‘assuefatti’ a questo tipo di tragedie. Sembra che le notizie per avere un eco debbano avere dei requisiti che, forse, questa tragedia non ha»

Domenica scorsa c’è stato l’ennesimo episodio. Una tragedia che riporta alla mente altre vittime dell’asfalto nel territorio piccolo ma complesso dell’isola d’Ischia. Una storia che purtroppo si sta ripetendo troppo spesso sulla nostra isola.

«Mi sembra che quest’ultimo omicidio stradale sia passato quasi in sordina. La mia è una sensazione ed impressione. Non so se è così è stato perché la vittima non fosse poi così giovane o perché ormai ci siamo ‘assuefatti’ a questo tipo di tragedie. Sembra che le notizie per avere un eco debbano avere dei requisiti che, forse, questa tragedia non ha. La mia è una percezione che comunque mi porta a dire che sempre di più si alza la soglia di attenzione e sensibilità. Ed un omicidio stradale, sulla nostra isola, per quanti ne registriamo ogni anno, quasi non fa più notizia».

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Perché siamo arrivati a questo punto? Che cosa possiamo fare?

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«Ogni volta che succede una tragedia sulla nostra isola, parliamo sempre di sicurezza stradale. Ormai solo parlare non basta più. Bisogna lavorare sulla consapevolezza delle persone. Bisogna essere consapevoli di quanto sia rischioso e di quanto sia una responsabilità mettersi alla guida. È un rischio ed una responsabilità per sé stessi e per gli altri. E tutti, quando percorrono le nostre strade ne devono essere consapevoli».

In che senso?

«Ci sono tanti problemi connessi alla sicurezza stradale. Bisogna considerare il benessere in toto. C’è chi beve o si droga prima di mettersi alla guida, ma c’è anche chi ha dei problemi psichici. In un territorio come il nostro chi ha questo tipo di problemi non riceve un tipo di assistenza adeguata. In pratica ci sono una serie di problemi legati alla salute, allo stato psicologico ed al benessere in senso ampio che si intersecano nel discorso della sicurezza stradale. Per questo tutti dobbiamo farci un esame di coscienza, interrogarci e lavorare su più fronti».

A proposito della tragedia consumata sulle strade di Lacco Ameno domenica scorsa, è stata concessa la detenzione cautelare presso l’abitazione di famiglia al 24enne indagato per la morte di Angelo Scaccino. Secondo lei è giusto?

«Gli arresti domiciliari non sono sinonimo di assoluzione. In pratica non significa che questo ragazzo resterà impunito. Che sia a casa ai domiciliari la giustizia deve comunque fare il suo corso. Certamente ai familiari questo corso della giustizia può fare rabbia, ma è il procedimento penale che concede questa facoltà e non possiamo farci nulla. L’importante, però, è che il processo si concluda con una giusta condanna. Ma sia chiaro: nessuna condanna penale potrà riportare in vita e far tornare ai propri cari un familiare».

«Tutti pensano di poter fare ciò che vogliono quando sono alla guida. Molti confondono le strade della nostra isola con una pista di formula uno. C’è un livello di inciviltà ed irresponsabilità che tocca picchi altissimi. E questo livello di inciviltà è una zavorra che ci spinge verso il basso e non ci consente di decollare»

Pochi sono i chilometri di strade sull’isola di Ischia eppure sono tanti gli incidenti stradali, spesso mortali. Come mai?

«Per capire quanto siano pericolose le strade dell’isola di Ischia basta osservare con attenzione ciò che succede sulle nostre strade. Gli automobilisti sembrano non avere coscienza di stare su un bene pubblico, le strade appunto, dove, con il loro comportamento, possono mettere a repentaglio la propria vita e quella degli altri. Non c’è la minima cognizione. Si guida con sciatteria, distrazione e non curanza.  Leonardo Taliercio, papà di Francesco, anche lui vittima della strada, ha creato il comitato ‘La strada del Buonsenso’ e ha mobilitato le persone mettendosi in prima linea evidenziando e documentando tutto ciò che non va sulle strade della nostra isola. È sotto gli occhi di tutti, ma ormai, sembra che più nessuno veda i sorpassi azzardati, i parcheggi selvaggi, la guida al cellulare e tante altre piccole e grandi infrazioni che dimostrano come si guida a Ischia».

Denuncia e sensibilizzazione possono bastare?

«È un passo. Mettere l’ischitano medio davanti all’evidenza dell’infrazione compiuta è un primo passo. Ovviamente non basta. Così come denunciare e sensibilizzare, da soli, non rappresentano la panacea di tutti i mali. Purtroppo non bastano nemmeno tutte le morti che avvengono sulle nostre strade per far capire che bisogna guidare con attenzione, responsabilità e che bisogna rispettare il codice della strada. Ed allora è necessari che scendano in campo maggiormente le forze dell’ordine e la polizia municipale che devono pattugliare il territorio, controllare e punire chi non rispetta la segnaletica e le norme del codice della strada».

Prevenzione, sensibilizzazione e repressione. Così Ischia si salverà?

«Tutti pensano di poter fare ciò che vogliono quando sono alla guida. Molti confondono le strade della nostra isola con una pista di formula uno. C’è un livello di inciviltà ed irresponsabilità che tocca picchi altissimi. E questo livello di inciviltà è una zavorra che ci spinge verso il basso e non ci consente di decollare. Possiamo fare politiche turistiche, marketing e tanto ancora ma finché non cambieremo la mentalità e la cultura non potremo mai fare qual salto di qualità che Ischia merita».  

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Spero che la signora Concetta (alias: “Madre Teresa di Calcutta”) abbia letto l’articolo.

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