CRONACAPRIMO PIANO

Ischia e gli “orfani” della piscina comunale

La “Ferrandino” è ormai chiusa da un anno e tutti gli appassionati sono costretti a rinunciare a fare attività sportiva. I fondi stanziati per rimettere a nuovo la struttura ma anche le inevitabili lungaggini. E così…

È ormai un anno che il mondo del nuoto, la comunità dei nuotatori isolani attende che l’unica struttura pubblica esistente sul territorio torni di nuovo fruibile e ci riferiamo naturalmente alla piscina comunale che purtroppo ha bisogno di un profondo intervento di ristrutturazione per carenze strutturali non più tamponabili (intervento peraltro già fidanziato). Il nuoto che conta, la Pallanuoto ischitana che tanto lustro sta dando al panorama locale con le sue imprese ad alti livelli è costretta ad allenarsi e a giocare altrove. Intanto il tempo passa e nulla si muove anche in virtù di tempi che certo non possono essere dei più celeri. Dopo i disastri strutturali, i danni e una programmazione solo parziale per il suo recupero, per la riapertura della Piscina comunale, i tempi restano ancora incerti. Solo buoni propositi. È la solita storia, anche se stavolta figlia di una situazione inevitabile: un anno senza impianto. Un anno in cui agonisti, amatori, bambini, disabili e persone con difficoltà motorie chepossono solo praticare questo sport sono impossibilitate a svolgere questa attività. Senza contare il blocco dei brevetti, la sospensione dei progetti PON con le scuole. Opportunità e finanziamenti persi, così il mondo del nuoto ischitano lentamente muore o nel migliore dei casi agonizza in attesa di tempi migliori.

“Una attività sancita anche dalla costituzione articolo 33 avvalorato anche dall’articolo 3 diritti inviolabili!”, ci spiega un ormai ex fruitore e testimonial delle tante attività che un tempo lontano potevano essere praticate presso la piscina ischitana, aggiungendo poi: “Oramai l’isola ha un settore agonistico sfasciato da anni di mal gestione, in quanto la mancanza di continuità ha portato ad un collasso strutturale. Con i nuotatori più esperti che hanno ormai alle spalle una carriera persa e con le nuove leve, i piccoli, ormai grandi per il settore e bruciati senza possibilità di nuotare ed allenarsi. I nuovi? I nuovi poi non ci saranno mai. Lanostra politica non è ingrado di far valere i nostri diritti sanciti in costituzione”. Ancora sui lavori fatti presso la struttura ischitana aggiunge: “I lavori fatti nell’anno 2015-2016 non hanno portato alcuna miglioria, ma hanno peggiorato solo la situazione della vasca con una copertura di vetri che rendeva la piscina una serra e con l’acqua costantemente di color verde. Senza parlare del costo elevatissimo di un macchinario per la purificazione dell’aria mal funzionante che, quando riaprirà la piscina sarà definitivamente non funzionate atteso che risulta in disuso da tanto, troppo tempo”. Rattoppi inefficaci rivelatisi con il tempo un rimedio peggiore del male che, di fatto ha coinvolto anche la vasca natatoria per i diversamente abili (ormai inutilizzabile) finanziata anche e soprattutto con fondi privati e donazioni. Dunque, resta senza soluzione la questione della PiscinaC omunale, una struttura che non riesce a trovare assetto e continuità che di fatto tra progetti passati e futuri tiene chiuso l’impianto di via Michele Mazzella.

È tanto, troppo ormai che il mondo del nuoto isolano è in ambasce. L’unica piscina pubblica dell’intera isola è chiusa, causa di forza maggiore. Ma nulla è dato sapere su come, se e quando riaprirà, nonostante i progetti, le dichiarazioni di intenti e le ipotesi progettuali avanzati. Lo sport, il nuoto, sono realtà che hanno dato tanto alla comunità isolana e meriterebbero rispetto, anche istituzionale. Ed invece come al solito tutto vene lasciato al caso ed alla burocrazia. Certi lavori tesi al recupero dell’unica infrastruttura sportiva isolana dedicata a questo sport che ha dato lustro ad Ischia andrebbero realizzati con inequivocabile urgenza. Chi lavora ed opera nel settore dovrebbe anche avere modi di programmare il futuro. Invece ad Ischia siamo fermi alle bozze di progetto, a meno che non siano stati fatti passi avanti ma nessuno ne sia al corrente. Lo ricorderanno i nostri lettori, una grossa perdita ha reso necessario lo stop agli ingressi già da venerdì 24 marzo 2023. La riapertura, con alterne vicende, dopo mesi e mesi di stop nel 2022, era avvenuta solo il 9 gennaio di quell’anno. Poi la chiusura a febbraio per cattiva manutenzione e l’inconveniente dell’acqua in vasca divenuta di color verde e gli interventi per far sparire le tracce del verde e degli agenti inquinati. Infine, la nuova riapertura per appena 24 giorni e di nuovo la chiusura. Stavolta, però, il colore dell’acqua non c’entra. Anzi, l’acqua comincia a sparire. Gli accertamenti tecnici hanno rivelato rivelata una mega perdita in vasca che ha imposto la chiusura precauzionale dell’intero stabile. Nell’ottobre 2023 per la struttura ubicata in via Michele Mazzella, come ricorderanno i nostri lettori, sono state annunciate opere per oltre 1 milione e mezzo di euro, che dopo il parere favorevole espresso dal CONI saranno finanziate dal credito sportivo. Una delibera della giunta municipale guidata dal sindaco Enzo Ferrandino avvia l’iter ed approva il progetto nominando il rup. Al punto da rendere necessario un nuovo progetto la cui previsione di fattibilità tecnico-economica è stata affidata all’ingegnere Francesco Iacono che ha previsto un costo complessivo dell’intervento pari a 1.620.535,22. Nel contempo l’ingegnere Luigi De Angelis è stato nominato responsabile unico del procedimento che vedrà il contributo del credito sportivo e per cui si attende l’attuazione.

Siamo quasi sul finire di marzo 2024, Ma a quanto pare i nuotatori ischitani dovranno mettersi l’anima in pacequasi certamente in un anno non si riuscirà a vedere nuovamente fruibile al pubblico la piscina comunale di Ischia. Non c’è niente da fare, nel tempo dal palazzo municipale di via Iasolino le hanno davvero tentate tutte per renderla funzionale, ma senza riuscirci. Di fatto la piscina va rifatta ex novo, senza se e senza ma. Il problema resta ora il quando sarà rifatta. Considerati i tempi tecnici e burocratici la “Ferrandino” difficilmente tornerà agibile al pubblico prima del finire del 2025. Ma questa, stante i tempi morti della situazione, appare una previsione alquanto ottimistica su cui le istituzioni locali dovrebbero lavorare nel tentativo, almeno, di smuovere le acque e accelerare i tempi.

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