No Naspi, Caredda: «Lottiamo per un tavolo di crisi per gli stagionali»
Ferdinando Caredda, rappresentate isolano della ANLS ha incontrato a Montecitorio l’onorevole Teresa Manzo per chiedere un osservatorio permanente che venga incontro alle estreme difficoltà dei lavoratori stagionali
C’erano una volta i fatidici “sei mesi”, periodo di lavoro risalente a un’età dell’oro ormai relegata in un remoto passato. Periodo tondo che garantiva la sicurezza, per altri sei mesi di una relativa tranquillità in attesa di riprendere a lavorare. Il lavoro stagionale purtroppo ha questa caratteristica e con l’istituzione della Naspi non tutti hanno compreso il danno economico procurato a chi porta avanti l’economia isolana lavorando per il turismo ischitano. A spezzare la tranquillità la rivoluzione portata dal governo Renzi nel 2015 che ha sostituito la vecchia ASpl e MiniAspl nella nuova Naspi. Adesso l’Anls, l’associazione nazioanle lavoratori stagionali, sta lottando per aprire e istituzionalizzare un tavolo di crisi permanente, un filo diretto tra le difficoltà che ogni giorno subiscono i lavoratori costretti a non poter lavorare tutto l’anno e le istituzioni del governo.Un collegamento necessario per portare agli uomini di governo il lamento di chi nonostante si impegni in un lavoro fondamentale per l’economia isolana, viene vessato da difficoltà economiche indicibili.
Per adesso – sottolinea Ferdinando Caredda rappresentante isolano della ANLS – è difficile individuare coperture economiche tali da aiutare gli stagionali, c’è di mezzo la salvaguardia dell’Iva che impegnerà molte risorse, ma l’obiettivo è quello di aprire un tavolo per giungere all’obiettivo finale, ovvero ripristinare per tutti i lavoratori stagionali la copertura dei sei mesi in cui il lavoro non è garantito. “Ieri sono stato ricevuto dall’onorevole Teresa Manzo a Montecitorio. – ha chiarito Caredda – Abbiamo avuto un colloquio ricco di buoni propositi con delle prospettive future riguardanti il lavoro stagionale. Teresa Manzo mi ha promesso che verrà aperto un tavolo in cui parteciperà la parte sindacale (ANLS) rappresentata da me e il presidente Giovanni Cafagna e il governo per trovare una soluzione condivisa al problema che ha creato l’introduzione della Naspi. Si è parlato dello sfruttamento, inammissibile, che subisce questa categoria. Purtroppo ci vogliono i tempi burocratici, tassello dopo tassello ci riprenderemo ciò che ci è stato tolto. Io non mollo ci credo e ho fiducia.
A Ischia – ha ricordato Caredda – c’è chi lavora anche per 10 ore al giorno, nonostante il contratto di lavoro parli di 6 ore e 40 minuti. Una proposta per combattere questo malcostume è l’istituzione di badge all’ingresso e all’uscita, anche delle aziende private, per avere certezza che i lavoratori lavorino esattamente quanto il contratto prevede. La situazione attuale porta invece testimonianze di tutt’altro genere, di persone costrette a lavorare anche 10 ore, se non di più e con la necessità di dover rinunciare spesso e reiteratamente anche del giorno libero. Solo una delle piaghe che affliggono il sistema lavorativo isolano, fatto di sfruttamento, sacrifici e omertà a cui si sta tentando di porre un argine.