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Al setaccio sull’isola tanti ruderi: sulle vecchie macerie si tenta il rilancio dell’edilizia

Di ANTONIO LUBRANO

C’e una via per rilanciare l’attività edilizia sull’isola d’Ischia: l’utilizzo dei numerosi ruderi e case diroccate esistenti in tutto il territorio dell’isola d’Ischia. I proprietari li hanno messi in vendita confidando in chi intende fare l’affare. Perché, in fin dei conti di affare si tratterebbe, potendoli acquistare a prezzo basso, considerata la evidente scarsa circolazione di denaro che si percepisce in giro. L’isola d’Ischia è piena di case diroccate o ruderi sparsi qua e là, traccia visiva della passata  economia agricola. Alcune, poi, si trovano in luoghi bellissimi,  accessibili attraverso utili sentieri,  il che rende ancor più interessante l’osservazione delle forme tipiche dell’architettura rupestre.  Sentieri e ruderi, quelli rupestri, stanno sulla stessa linea, nel senso che teli ci trovi per lo più ai loro lati più verso l’interno nascosti tra la vegetazione imperante, dal momento che siamo in piena campagna a terrazze e scoscesa. Se è vero che i sentieri “conducono” alla storia, allora quelli di Ischia hanno molto da raccontare. Soprattutto della sua identità rurale, di quel binomio natura/architettura che per secoli ha caratterizzato le tecniche di costruzione sul territorio. Poi, complici la modernità e il turismo, molte cose sono cambiate e la straordinaria capacità adattativa dell’uomo all’ambiente circostante è diventata di colpo inattuale, traccia di un passato che non torna più. Resta l’enorme patrimonio di case diroccate, antichi palazzi, guardiole militari che, volendo, possono diventare il pretesto per un tour alla scoperta dei ruderi dell’isola d’Ischia. A cominciare dal più famoso di tutti: il Pio Monte della Misericordia a Casamicciola, l’edificio che per secoli ha garantito le cure termali ai ceti meno abbienti della provincia di Napoli. Oggi invece svetta nel paesaggio portuale della cittadina termale isolana come l’esempio di degrado più inedificante dell’assetto urbanistico della zona. Tentativi di risanamento  per riportarlo almeno in parte agli antichi splendori ne sono stati fatti a tempo, ma tutti andati a vuoto per la scarso peso politico delle varie amministrazioni in campo e per l’ ottusaggine dell’Ente Morale proprietario “Pio Monte della Misericordia” che invitato  più volte a togliersi di mezzo, non ha voluto mai cedere, preferendo vedere l’immobile cadere a pezzi sotto i suoi occhi e dei casamicciolesi,  anziché venderlo e quindi consegnarlo al bene pubblico e sociale del paese.  Seguendo un certo tipo di percorso, a Ischia, tra gli altri resiste al tempo un antico palazzo in stato di rudere permanente, affacciato sulla baia di Cartaromana , tra  il villaggio contadino di Piano Liguori, tipico insediamento rurale a circa 300 metri sul livello del mare alle spalle del borgo di Campagnano, poco lontano in altezza dalla Torre di Michelangelo.Questo antico palazzo-rudere con la sua parte alta merlettata + di proprietà dell’erede farmacista dott. Catello Buono. Negli anni ’40 e ’50 ospitava d’estate le famose Colonie Marine.  Da Piano Liguori, seguendo il sentiero che porta a Punta San Pancrazio abbiamo altre testimonianze dell’antica architettura rupestre dell’isola; idem, proseguendo verso la collina dello Schiappone, in corrispondenza del piccolo santuario intitolato alla Madonna di Montevergine. A Barano, invece, va segnalata la guardiola militare sulla cima del Monte Cotto. Costruita durante la seconda guerra mondiale (anche se il cancello in ferro battuto è successivo), regala una bellissima vista che va da Punta San Pancrazio alla Torre di Sant’Angelo. Poco più giù, all’inizio di Via Giorgio Corafà c’è l’antica casa comunale di Testaccio (proprietà Di Iorio; dal 1806 al 1879 Testaccio è stato il settimo comune dell’isola d’Ischia). Il palazzo si trova nei pressi del celebre sudatorio della frazione dove, oltre al Corafà medesimo, si curarono molte personalità illustri tra cui il vescovo irlandese George Berkleye. A Serrara Fontana ci sono molti altri ruderi. Da vedere quelli di Via Andrea Mattera, una delle passeggiate più belle dell’isola d’Ischia che dalla piazzetta di Sant’Angelo termina sul belvedere di Serrara  Insomma, sono davvero tanti i ruderi sull’isola d’Ischia che non ce la si fa a segnalarli tutti anche perché fra quelli degni di essere posti all’attenzione di chi segue questo tipo di cultura architettonica vi sono altri di minore importanza di tipo rupestre la cui storia è irrilevante, ma la sola presenza conferma la natura esposta del fenomeno. Lacco ameno presenta tre ruderi rispettivamente in via Mazzavia, in zona collinare verdeggiante  ed in via Santaniello. Tutti e tre  sono da adattare, tanto è vero  i loro proprietario li hanno messi in vendita al migliore offerente.

antoniolubrano1941@gmail.com

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