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Ischia Ponte, la grande ferita della Siena

ISCHIA. La realizzazione della struttura alle porte di Ischia Ponte, nell’area detta della “Siena”, è ancora lontana dalla conclusione. Come tutti sanno, in quel punto da diversi anni è in corso la costruzione di un centro polifunzionale con annesso auditorium, che comprenderà anche un parcheggio multipiano. Un’opera avviata mediante project financing durante l’amministrazione Brandi. Tuttavia il completamento dell’opera è stato ostacolato dalla presenza di una falda sotterranea che ha condizionato pesantemente l’evoluzione dei lavori, per usare un eufemismo. Un ulteriore ostacolo si materializzò verso la fine del 2015, quando l’area fu sequestrata dagli uomini del Circomare di Ischia e del Corpo Forestale, che contestarono l’assenza della prescritta autorizzazione in area sottoposta a vincolo paesaggistico e dichiarata di notevole interesse pubblico, il deterioramento dell’habitat marino dell’Area marina protetta denominata “Regno di Nettuno”, e infine la circostanza per cui i lavori venivano eseguiti entro la zona dei trenta metri dal demanio Marittimo. Il provvedimento fu messo in atto a seguito di un sopralluogo che aveva portato alla constatazione che “mediante un sistema di pompe che aspirava acqua mista a residui di cemento ed altro materiale di risulta della lavorazione si facevano confluire questi liquidi in una vasca contigua al mare, non impermeabilizzata, né chiusa ermeticamente, in mancanza della prescritta autorizzazione, si effettuava l’illecito smaltimento dei predetti rifiuti speciali non pericolosi che venivano immessi in mare, sia attraverso l’assorbimento delle pareti della suddetta vasca, sia una volta riempita la stessa, attraverso il loro sversamento diretto in acqua”. L’area fu dissequestrata e i lavori ripresero, mentre il processo è tuttora in corso. L’inizio del cantiere, quasi un lustro fa, ha comunque privato da anni il borgo antico di un’area in grado di assorbire parte dei veicoli di chi vi si reca, provocando forti disagi non soltanto a isolani e turisti, ma agli stessi residenti, per non parlare degli esercizi commerciali. Ischia Ponte infatti è una delle zone dove la crisi economica dell’ultimo decennio ha colpito più forte, con decine di attività chiuse e mai adeguatamente rimpiazzate, anche a livello numerico, come è emerso più volte in inchieste condotte negli anni scorsi. Alcuni cittadini isolani, feroci oppositori dell’automobile privata come mezzo di trasporto visto l’abnorme numero di veicoli che congestiona le strade dell’isola, contestano alla radice il progetto di realizzazione del parcheggio, che viene visto come il fumo negli occhi proprio perché attirerebbe un maggior numero di auto in una zona comunque centrale del Comune capofila. Il ricorrente “spettacolo” del cantiere allagato è, per essi, un motivo più che sufficiente per arrivare addirittura a chiedere un ripensamento sull’opportunità di concludere i lavori. L’allagamento viene infatti interpretato come il segnale della rottura dell’equilibrio ambientale tra la falda sottostante e l’ecosistema del luogo.Tra gli abitanti del borgo si fa anche largo il timore che i problemi d’infiltrazione d’acqua non siano risolvibili, e che il luogo possa rimanere deturpato a tempo indeterminato, con le intuibili conseguenze a vari livelli.

Di segno diametralmente opposto l’opinione dei commercianti della zona, per i quali l’assenza di un parcheggio ha significato un rilevante danno in termini di giro d’affari, come leggete nei pareri raccolti tra alcuni esercenti. Resta dunque aperta la ferita della Siena, almeno fino a quando (quando?) i lavori non saranno terminati e si potrà tentare una valutazione, oltre che un bilancio, tra i benefici e le controindicazioni che la nuova struttura apporterà.

 

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