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Decreto, condono e ristori: che gran “casino” sugli emendamenti

ISCHIA. Sale la “febbre” da decreto. I lavori in Commissione alla Camera vanno avanti quasi senza soluzione di continuità per dare forma definitiva al testo del decreto con le regole per la ricostruzione post sisma, che tra pochi giorni passerà all’esame del Senato. Nella notte scorsa sono spuntate alcune proposte di emendamento, in parte figlie della polemica politica in corso contro quello che da più parti viene visto come un nuovo “condono” per le case abusive dell’isola. Le modifiche sono state proposte nella tarda serata dai relatori Flavio Di Muro (Lega) e Gianluca Rospi (Movimento 5 Stelle). Si parla naturalmente dell’articolo 25, dove al primo comma è stata proposta l’aggiunta di un comma 1 bis che si riferisce alle istanze di sanatoria ai sensi della legge 326 del 2003, stabilendo la necessità del rilascio di parere favorevole da parte dell’autorità preposta alla tutela del vincolo paesistico. Inoltre, si fa riferimento all’applicazione dell’articolo 32 della medesima legge, che al comma 17 prevede: “Nel caso di aree soggette ai vincoli di cui all’articolo 32 della legge 28 febbraio 1985, n. 47 (quella sul cosiddetto primo condono) la disponibilità alla cessione dell’area appartenente al patrimonio disponibile ovvero a riconoscere il diritto a mantenere l’opera sul suolo appartenente al demanio o al patrimonio indisponibile dello Stato è subordinata al parere favorevole da parte dell’Autorità preposta alla tutela del vincolo”, e successivamente viene richiamato anche il comma 27 della stessa legge del 2003, che alla lettera a) prevede: “le opere abusive non sono comunque suscettibili di sanatoria, qualora:  a) siano state eseguite dal proprietario o avente causa condannato con sentenza definitiva, per i delitti di cui agli articoli 416 bis (associazione mafiosa), 648 bis e 648 ter (riciclaggio o impiego di denaro di provenienza illecita) del Codice o da terzi per suo conto”.

Per il secondo comma, viene aggiunto che tale parere va rilasciato entro sei mesi. Infine, al terzo comma, quello che sospende la concessione dei contributi per la ricostruzione in attesa dell’esame delle istanze di sanatoria, verrebbe aggiunto questo inciso:  «Il contributo comunque non spetta per la parte relativa ad eventuali aumenti abusivi di volume non ricompresi in quelli oggetto del condono».

Se le prime  modifiche non apportano cambiamenti sostanziali per quanto riguarda l’applicazione delle leggi sulle sanatorie edilizie per l’isola d’Ischia, molto più complesso è il discorso per l’aggiunta al comma 3.  Fermo restando l’inciso originario, secondo cui i contribuiti saranno erogati soltanto all’esito della positiva definizione delle istanze di sanatoria per le case danneggiate dal sisma, molto più nebulosa risulta l’aggiunta proposta nell’emendamento,  per il quale nessun contributo sarebbe corrisposto per eventuali aumenti di volume oggetto di condono.

Forse, l’intenzione dei componenti della commissione era quella di fare riferimento alle opere eccedenti la domanda di sanatoria. Altrimenti, saremmo di fronte a una palese contraddizione, un cortocircuito legislativo, come leggete a parte nel commento reso dall’avvocato Bruno Molinaro. Anche nei corridoi dei municipi isolani interessati non sono mancate le critiche verso il modo in cui è stato scritto l’emendamento.

CRITICHE. Intanto, proprio tali emendamenti sono stati presi di mira dalle opposizioni parlamentari. Chiara Braga, capogruppo del PD in Commissione Ambiente alla Camera, ha dichiarato: «Nonostante tutte le promesse fatte a Genova, maggioranza e Governo si sono “incartate” da soli, non sciogliendo molti nodi fondamentali sul decreto: misure per le imprese, certezza delle procedure, rispetto della normativa antimafia.  E invece di preoccuparsi di dare le risposte che Genova si aspetta la loro preoccupazione è “blindare” il condono di Ischia, presentando un emendamento confuso e raffazzonato a notte fonda, strozzando i tempi per le opposizioni di approfondire e correggere il testo.  Nonostante i proclami di massimi esponenti della Lega e del Ministro dell’Ambiente Costa che annunciavano una (inesistente) retromarcia su Ischia.  E invece il condono resta lì, con buona pace di chi nelle piazze urla “onestà”e poi diventa il paladino dei condoni!».   Rossella Muroni, deputata di Liberi e Uguali, parla di “decreto dei pasticci e dei condoni”: «Scambio di favori nella maggioranza giallo-verde: la Lega ottiene il condono fiscale e con il decreto Urgenze i Cinque Stelle ottengono la sanatoria edilizia per Ischia tanto cara al vicepremier Di Maio. Un’intesa che ha il sapore del colpo di mano, fatta passare in un blitz notturno con un emendamento dei relatori leggermente migliorativo rispetto all’art. 25 depositato alle 22 di ieri e grazie al quale sono stati bypassati sia gli emendamenti di LeU a mia prima firma per correggere il condono, che quelli analoghi delle altre opposizioni. È stato inutile anche depositare i nostri subemendamenti correttivi, con i quali ad esempio si prevedeva che i condannati per reati mafiosi non potessero ottenere la sanatoria. La maggioranza ha tirato dritto. Come già aveva fatto bocciando il mio emendamento per scongiurare la deroga sul codice antimafia». Restano poche ore per verificare se esistono margini di manovra per ulteriori aggiustamenti o mediazioni dell’ultim’ora, poi finalmente la Camera licenzierà il testo da passare a Palazzo Madama. Allora ne sapremo di più.

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Francesco Ferrandino

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